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Dal mondo

Svizzera, Paese di poveri non soltanto di miliardari

Sono circa 200 mila i lavoratori che, a stento, chiudono il mese in parità, se non in rosso, e comunque al prezzo di rinunce

paesaggio della Svizzera
Il 10 per cento della remunerazione lorda è destinata alle spese sociali, poi vi sono imposte, spese per la casa, assicurazione obbligatoria sulla malattia, spese assicurative per l’automobile, abbonamento radio-televisivo. Alla fine, in media, il 60 per cento dello stipendio non viene trasformato in reddito disponibile. Considerando che chi percepisce una remunerazione inferiore a 3.500 franchi al mese è ritenuto povero, all’interno della Confederazione elvetica l’ultimo dato censito indica in circa 200 mila i lavoratori che a stento chiudono il mese in parità, se non in rosso, e comunque al prezzo di rinunce. Nella mappa dei cantoni con i livelli più elevati di difficoltà salariali, è il Ticino che vanta la prestazione peggiore. Infatti, i lavoratori ticinesi hanno uno stipendio medio il 13 per cento inferiore rispetto al reddito medio contabilizzato su base nazionale.

Costo della vita, imposte, tasse e oneri sociali
E non deve sorprendere il numero elevato di lavoratori svizzeri considerati poveri, dato che il costo della vita sul territorio confederale è molto più alto rispetto a quanto si sperimenta in altri Paesi. Innanzitutto, il 10 per cento della remunerazione lorda è destinata alle spese sociali, quindi vi sono le imposte, all’incirca 1000 franchi al mese se non risultano persone a carico. A questo punto si devono aggiungere le spese per la casa, infatti in Svizzera la proprietà costa. E ancora, l’assicurazione obbligatoria sulla malattia, circa 250 franchi al mese, le spese assicurative per l’automobile, l’abbonamento radio-televisivo ecc….Alla fine dei conti, in media il 60 per cento dello stipendio si perde e non viene trasformato in reddito disponibile. Se poi si aggiunge il listino dei prezzi della spesa piuttosto elevato per l’acquisto di beni e servizi, allora si comprende il perché anche in Svizzera risieda un folto numero di poveri e di lavoratori in difficoltà con la chiusura di fine mese e con i conti perfino settimanali.

I paperoni continuano la corsa
E intanto non si arresta la marcia dei miliardari svizzeri. Nel 2006 infatti i 300 più ricchi residenti registrati in territorio elvetico hanno esibito un patrimonio di circa 455 miliardi di franchi. Si tratta di una somma vicina al valore del prodotto interno lordo dell’intero Paese, che oramai punta a oltrepassare i 500 miliardi di franchi. In pratica, è come se i 300 miliardari italiani dai patrimoni più considerevoli fossero in grado di vantare una ricchezza personale complessiva la cui taglia oscillasse intorno ai 1200 miliardi di euro.

Anche il Fisco corre…
E così, mentre i conti dei ricchi volano, non sorprende che anche il gettito delle entrate fiscali continui ad avanzare mantenendo un ritmo rassicurante. Gli ultimi dati diffusi dal dipartimento federale delle finanze hanno difatti confermato il trend di crescita già anticipato a metà anno e che vede gli incassi dell’erario federale in prossimità del traguardo, nel 2007, dei 56 miliardi di franchi.

…seguito dall’economia Se ad un menù contabile già così ricco si aggiunge anche la buona performance messa a segno dall’economia elvetica nel suo complesso, allora risulta chiaro il perché del riaffiorare persistente del saldo attivo e del segno + tra le tavole statistiche dei conti pubblici della Federazione che, dopo diversi anni, sembra riuscita nell’obiettivo di porre un freno all’espandersi del debito pubblico stabilizzatosi finalmente sulla soglia dei 130 miliardi di franchi.                  



* Andamento delle eccedenze annuali elvetiche, e delle entrate fiscali, nel periodo 2005-2007.
**Riguardo al 2007 si tratta di stime (i dati riportati nel grafico sono espressi in miliardi di franchi svizzeri).
Fonte: Dipartimento federale delle finanze.

E i guadagni? Camminano con alcune eccezioni
Riassumendo: il Pil svizzero cresce in media ad un tasso annuo del 2,5 per cento, i miliardari osservano con gioia le loro ricchezze incrementarsi del 14 per cento ad ogni volgere di calendario, i dirigenti di vertice delle 100 più grandi aziende nazionali beneficiano di guadagni annuali che nel 2006 sono aumentati del 15,8 per cento oltrepassando la somma pro-capite di 2,3 milioni di franchi e, per concludere, perfino il fisco vede scalare il gettito. E i redditi dei lavoratori dipendenti? Passeggiano, ovvero seguono con lentezza le performance reddituali dei vertici della società elvetica, curandosi con attenzione di evitare di chiudere in rosso la lista della spesa di fine mese. I dati diffusi la settimana scorsa dall’Ufficio federale di statistica indicano infatti in 5.674 franchi lordi mensili la busta paga media del lavoratore dipendente elvetico. Nel dettaglio, il 20 per cento dei salariati con remunerazione peggiore guadagna meno di 4.286 franchi lordi mensili, mentre il 20 per cento dei meglio retribuiti riceve 8.029 franchi. I redditi in realtà si sono mossi verso l’alto, ma con cautela eccessiva. Le banche, per esempio, hanno avuto meno freni nell’innalzare gli stipendi dei loro dipendenti, come pure le industrie del comparto chimico-farmaceutico, della ricerca e dello sviluppo e, per finire, del tabacco. Riguardo invece ai settori dell’edilizia, della sanità, del commercio al dettaglio e del ramo alberghiero, gli stipendi hanno riposato e nemmeno intrapreso l’impresa di camminare.
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