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Svizzera: sul progetto fiscale
fissati i principi e il calendario

A deciderlo è stato il Consiglio federale nel corso di una riunione e al termine è stato licenziato un testo base

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Il Consiglio federale fissa i parametri e il calendario per l’approvazione del progetto fiscale 2017, la nuova riforma tributaria frutto del lavoro di coordinamento tra rappresentanti della Confederazione e dei Cantoni. Il testo contiene alcuni degli elementi chiave della Riforma III dell’imposizione delle imprese, sonoramente bocciata dall’elettorato svizzero (quasi il 60% dei votanti e quasi tutti i Cantoni) lo scorso febbraio.
 
Parole d’ordine: federalismo e competitività
Da una prima lettura dei parametri emergono alcuni elementi in comune con il contenuto della riforma bocciata. Tra questi, l’introduzione del regime di patent box secondo il quale, in conformità con gli standard internazionali fissati dall’Ocse, i redditi provenienti da brevetti e diritti analoghi fruiscono di una riduzione fiscale. Viene riproposta anche l’idea di un’ampia deduzione per le spese in ricerca e sviluppo. Con queste misure, il Governo intende rendere la Svizzera un polo di attrazione per gli investimenti e aumentare la competitività delle imprese. Il nuovo progetto contiene anche alcune novità, tra cui l’introduzione di una tassazione più elevata dei dividendi per i contribuenti persone fisiche e un aumento delle agevolazioni fiscali per famiglie con figli. Le organizzazioni di imprese hanno accolto positivamente le misure su patent box e credito d’imposta per ricerca e sviluppo, esprimendo riserve invece sulla maggiore tassazione dei dividendi. Ma non è solo questo il pomo della discordia contenuto nella bozza del progetto fiscale. La quota dei Cantoni all’imposta federale diretta dovrebbe essere aumentata dal 17% al 20.5%. Su questo punto sono contrapposti il Consiglio federale e i Cantoni svizzeri che puntano, invece, a un aumento del 21,2% , così come previsto inizialmente nella riforma bocciata a febbraio. Più aumenta, infatti, la quota destinata alle loro casse, più i Cantoni possono gestire meglio le proprie finanze e ridurre la pressione fiscale sui contribuenti.
 
Riforma della fiscalità d’impresa ko
L’obiettivo della precedente riforma sulla tassazione societaria era sia quello di rilanciare la competitività delle imprese, sia quello di eliminare le agevolazioni fiscali esistenti per le holding, le società di domicilio e le miste, in contrasto ormai con le regole in materia definite a livello internazionale. Per compensare la soppressione dei benefici fiscali a favore di queste aziende, che da sole producono quasi la metà delle imposte versate dalle persone giuridiche in Svizzera e garantiscono circa 150mila posti di lavoro, il progetto prevedeva l’introduzione di altri bonus fiscali (patent box, credito ricerca e sviluppo, eccetera) a favore di tutte le imprese. Un mix di ingredienti che evidentemente non è risultato appetibile agli occhi del popolo elvetico. La riforma, infatti, è stata sottoposta a consultazione e stroncata dal parere del popolo svizzero. Tra le ragioni del no elencate dal comitato referendario, l’eccessivo costo della legge e la scarsa trasparenza dei contenuti, dovuta all’utilizzo di espressioni tecniche incomprensibili alla maggioranza dei cittadini.
 
La road map
Adesso il testimone passa al Dipartimento federale che, entro settembre, dovrà elaborare, sulla base dei parametri stabiliti nei giorni scorsi, un nuovo Progetto che sarà sottoposto a consultazione. L’iter di approvazione del nuovo testo, comunque, dovrebbe essere più rapido del previsto, perché il Consiglio federale, per cercare di migliorare al più presto la situazione delle finanze elvetiche, lo ha fissato come una priorità. Nel 2018 dovrebbe arrivare l’approvazione definitiva, in modo tale che le nuove misure siano operative dal 2019.
 
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