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Dal mondo

Taxi-tax: un confronto fiscaletra le capitali straniere

Le ricevute dei taxi hanno valore fiscale soltanto in alcuni Stati mentre in altri sono equiparabili agli scontrini dei pedaggi

taxi
Il “tassametro” installato sui taxi  deve il suo nome al composto di “taxa” e “metro” dove “taxa” non indica la “tassa” bensì il verbo “percorrere”, dal tedesco (über) taxen. Tassametro, pertanto, indica la “l’importo del percorso” al netto di eventuali supplementi che l’utente deve pagare (importo composto da una parte fissa - costituita dallo “scatto bandiera” o “scatto partenza” - e una parte variabile, in funzione del tragitto percorso, costituita dal costo al chilometro oppure dal costo orario). In linea generale, il servizio reso dai taxi svolge una funzione complementare e integrativa a quella dei servizi pubblici di linea.
Tale attività, pertanto, è prevista per provvedere al trasporto collettivo o individuale di persone ed è, quindi, diretta a concorrere sul piano tariffario ai prezzi dei bus, tram e metropolitane (per i quali, occorre rammentare, il biglietto vale a tutti gli effetti come scontrino fiscale).
 
Tariffazione disomogenea
Le tariffe taxi sono disposte dai singoli Comuni dei singoli Stati per cui la “tassazione” e le condizioni di trasporto (che devono essere esposte all’interno dell’autovettura) possono variare in ragione della città (non essendoci una omogeneizzazione nemmeno sul medesimo territorio nazionale). Differente è, quindi, anche il meccanismo di tassazione fiscale del servizio (svolto da imprese private in forma cooperativa o individuale e comunque a conduzione diretta da parte del titolare della licenza) ovvero la natura giuridica del titolo di viaggio rilasciato che per alcuni (confronta Barcellona, Praga o Atene) ha valore fiscale a tutti gli effetti mentre per altri (Roma, Parigi o Berlino) è privo di qualsiasi elemento tipico di un documento civilisticamente e fiscalmente probante (quale il percorso effettuato, il numero del taxi, la somma pagata, l’orario di effettuazione del servizio).
 
Disposizioni fiscali in alcuni Stati europei
Ai fini fiscali, quindi, occorre rilevare che le ricevute dei taxi italiani sono equiparabili agli scontrini dei pedaggi. Pertanto, non hanno una specifica valenza fiscale – diversamente da quanto accade all’estero. Ad esempio, il tassista che esercita l’attività a Praga ovvero ad Atene o Barcellona è obbligato a rilasciare il titolo che ha valore fiscale. In particolare, lo scontrino deve contenere il numero della licenza e i dati del tassista per il riconoscimento, l’orario, il costo e i chilometri effettuati per constatare la regolarità della corsa (inizio e fine del tragitto). L’utente che desidera portare in deduzione questo tipo di servizio può quindi presentare tale documento.
 
Il caso Italia
Le disposizioni italiane, in materia fiscale, diversamente, dispongono che le prestazioni di trasporto urbano di persone effettuate mediante veicoli da piazza o altri mezzi di trasporto abilitati a eseguire servizi di trasporto marittimo, lacuale, fluviale e lagunare sono esenti da Iva (articolo 10, n. 14, del D.P.R. n. 633/1972) e, a partire dall’8 giugno 1994, gli operatori sono esonerati dall’obbligo di rilascio della ricevuta fiscale (articolo 1, D.M. 29 luglio 1994).
Si considerano urbani i trasporti effettuati nel territorio di un comune o tra Comuni non distanti tra loro oltre 50 Km. Fuori dai casi citati le prestazioni di trasporto sono tassate con aliquota Iva pari al 10%.
L’articolo 2, comma1, lettera l), del Dpr n. 696/1996 (recante regolamento recante norme per la semplificazione degli obblighi di certificazione dei corrispettivi), altresì, dispone che non sono soggette all’obbligo di emissione di scontrino fiscale e di ricevuta fiscale le prestazioni di trasporto rese a mezzo servizio di taxi. Pertanto, il tassista è tenuto a emettere la fattura fiscale se la richiesta proveniente dal cliente è formulata non oltre il momento di effettuazione (ultimazione) della prestazione del servizio. Diversamente, non è tenuto a emettere la ricevuta fiscale, in quanto il trasporto a mezzo taxi è una operazione esente. 
Di conseguenza la fattura può essere rilasciata contestualmente alla richiesta del cliente ovvero spedita oppure consegnata entro le ore 24 del giorno di effettuazione dell’operazione.La richiesta della fattura può essere fatta anche per i trasporti urbani. 
L’articolo 6, commi 1,2 e 4, del decreto legislativo n. 471/1997 dispone poi che il tassista che si rifiuti di emettere, a richiesta del cliente, la fattura fiscale incorre nella sanzione amministrativa.
 
Rapporto mondiale USB
Circa la comparazione delle tariffe è possibile confrontare differenti documenti che analizzano il costo medio della tassazione delle corse taxi. Al riguardo si possono citare il “costo di cittadinanza nelle città metropolitane d’Italia” (2010) del MISE, o il "Priceoftravel.com Cost of a 3-kilometer ride in April” (2011) o, ancora, il rapporto triennale dell’Unione Banche Svizzere che, sebbene sia aggiornato all’agosto 2009, confronta, tra gli altri, il costo medio di una corsa taxi (sul punto cfr. pagina 20). Infine, il portale offre un servizio di calcolo gratuito del costo medio del tragitto da percorrere selezionando il luogo di partenza, la destinazione e la nazione. 
 
Un utile confronto tra capitali europee
Ciò premesso, lo studio “Prezzi e Salari 2009” dell’UBS mette a confronto il costo di una corsa di 5 km in dollari americani eseguita all’interno della città.
Prendendo come parametro di riferimento la tassa taxi media di Roma (11.46$) è possibile osservare che, in ordine decrescente, fra le principali città europee la capitale italiana si attesta dopo Ginevra (24.71$), Zurigo (22.54$),Lussemburgo (21.57$), Amsterdam (19.61%), Vienna (19.18$), Stoccolma (17.96$), Copenaghen (17.28$), Londra (17.09$), Oslo (16.65$), Parigi (15.69$), Dublino (15.57$), Helsinki (15.47$), Francoforte (15.36$), Bruxelles (15.32$), Lione (14.82$), Monaco (14.34$) e Milano (12.64$). 
La taxi tax romana risulterebbe, invece, più costosa di Praga (9.61$), Lubiana (9.30$), Lisbona (8.50$), Riga(7.39$), Budapest (7.32$), Bratislava (6.97$), Tallin (5.08$), Atene (3.90$), Sofia (3.79$), Vilnius (3.57$), Bucarest (3.36$) e Varsavia (2.93$).Più o meno uguale l’importo di Nicosia (11.80$), Berlino (11.77$), Barcellona (11.53$) e Madrid (11.33$)
 
Capitali non europee
Relativamente alle tariffe rilevate nelle altre capitali del mondo si segnalano Auckland (11.07$), Bangkok (2.24$), Beijing (2.78$), Bogotà (1.38$), Buenos Aires (5.92$), Cairo (1.60$), Caracas (6.99$), Chicago (11.63$), Delhi (1.63$), Doha (3.69$), Dubai (4,27$), Hong Kong (5.29$), Istanbul (6.05$), Jakarta (2.11$), Johannesburg (2.12$), Kiev (4.23$), Kuala Lumpur (2.18$), Lima (4.42$), Los Angeles (17.52$), Manama (10.61$), Manila (2.17$), Mexico City (2.30$), Miami (21.23$), Montreal (8.18$), Moscow (8.20$), Mumbai (1.37$), Nairobi (5.40$), New York (10.25$), Rio de Janeiro (4.14$), Santiago de Chile (3.66$), Sao Paulo (7.06$), Seoul (2.99$), Shanghai (2.24$), Singapore (5.41$), Sydney (8.68$), Taipei (4.91$), Tel Aviv (10.19$), Tokyo (12.28$), Toronto (11.61$).
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