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Dal mondo

Transfer pricing risk assessment.
Gli indicatori fanno la differenza (3)

È la seconda annotazione di rilievo che emerge dalla bozza del manuale messo a punto di recente dall’Ocse

ocse
Nell’ambito del transfer pricing risk assessment, al fine di dare un peso al rischio, possono  essere utilizzati una serie indicatori.
Uno di questi indicatori può essere la redditività (del soggetto e/o delle operazioni) rispetto agli standard di settore o a società potenzialmente comparabili. Di solito vengono utilizzati per la comparazione determinati indici finanziari quali: gross profit/net sales, perating profit/net sales, operating  expenses/net sales, gross profit/operating expensesoperating profit/average total assets)
Tali confronti di redditività, come chiarisce il manuale, non stabiliscono l’effettiva comparabilità tra soggetti e non dipendono dagli esiti di una cosiddetta analisi di benchmark, come fase dell’analisi di comparabilità, ma rappresentano piuttosto uno strumento per  testare la ragionevolezza “generale” dei risultati della politica dei prezzi di trasferimento del contribuente (…It needs to be emphasised that such high level profitability comparisons do not establish comparability….omissis…Rather, the purpose of these comparisons is to test the general reasonableness of the outcomes of the taxpayer’s overall transfer pricing).
 
Redditività e analisi del rischio
La redditività del soggetto sottoposto ad analisi del rischio può anche essere comparata con quella conseguita dalla/e imprese associate controparti della transazione o con quella a livello consolidato del gruppo societario di cui il contribuente fa parte. A tal proposito va però detto che tali tipologie di comparazioni vanno utilizzate con estrema cautela. Infatti la (anche sensibilmente) differente  redditività potrebbe essere perfettamente giustificata dal profilo funzionale e di rischio del contribuente (oltre che dagli asset da esso impiegati). Inoltre, in linea di principio, è ammissibile nel transfer pricing che in un gruppo complessivamente in perdita operativa una consociata realizzi utili (a livello operativo).
 Altre possibili indicazioni di rischio possono ricavarsi dall’esame dell’andamento degli indicatori di profitto della società nel corso degli anni, ponendoli a confronto con i trend del mercato. Particolare attenzione andrebbe posta al soggetto che sostiene perdite ricorrenti o realizza sistematicamente scarsi profitti. Anche in tal caso si suggerisce di interpretare, in questa fase, i dati con estrema cautela perché queste situazioni potrebbero essere coerenti con il principio di libera concorrenza (a titolo esemplificativo potrebbe trattarsi di imprese in fase di start up o di soggetti con limitate funzioni e basso profilo di rischio quali il toll  manufacturer, il contract manufacturer o il limited risk distributor).
 
Il “peso” degli indicatori extra
Ulteriori indicatori di rischio suggeriti dal manuale sono:
  • l’effettuazione di transazioni con parti correlate residenti o localizzate in paradisi fiscali, specialmente se di ammontare rilevante;
  • la prestazione di servizi infragruppo, in particolare se i servizi sono ad alto valore aggiunto ed incidono significativamente  sul funzionamento della società in esame;
  • la corresponsione infragruppo di royalty, management fee e premi assicurativi, in particolare se a favore di entità residenti in Paesi a tassazione privilegiata in quanto la sostanza economica potrebbe non corrispondere alla ripartizione contrattuale tra le parti dei diritti e dei rischi sugli intangibili;
  • la presenza di marketing o procurement company localizzate al di fuori dello Stato in cui i prodotti finali vengono rispettivamente commercializzati o realizzati in quanto la presenza di tali intermediari può ridurre la base imponibile nel Paese del mercato di sbocco o di produzione se il reddito da essi conseguito non è giustificato dall’effettivo valore dei servizi prestati;
  • l’eccessivo ammontare di  finanziamenti e/o interessi passivi sostenuti, in particolare se i flussi di  interessi vengono corrisposti a parti correlate residenti in Paesi a fiscalità privilegiata. Particolare attenzione andrebbe posta quando si riscontra la contemporanea presenza di finanziamenti infragruppo e di cessioni infragruppo di beni materiali (e/o la prestazione di servizi infragruppo) che vengono valutati tramite il metodo del margine netto della transazione (TNMM). Difatti un reddito operativo at arm’s length del soggetto potrebbe essere sensibilmente ridotto da interessi passivi sui finanziamenti infragruppo eccedenti il valore normale;
  • il trasferimento infragruppo o l’utilizzo infragruppo di intangibili, considerato il valore intrinseco solitamente elevato dei beni immateriali e l’importanza che l’intangibile normalmente presenta nella realizzazione del profitto;
  • la partecipazione a cost contribution arrangements, specialmente se prevedono lo sviluppo congiunto di beni immateriali in quanto  “…can be used migrate intangibles among group members at less than arm’s length prices
  • la realizzazione di un business restructuring, considerato che esso comporta una  ridistribuzione transfrontaliera nell’ambito di un gruppo multinazionale di funzioni, attività  e/o rischi, in genere accompagnata da una ridistribuzione dei profitti tra i membri del gruppo multinazionale e considerata la complessità delle valutazioni di transfer pricing in tale ambito.

Fattori di rischio non fiscali
Taluni fattori non fiscali potrebbero (in alcune occasioni ed al di là talvolta della variabile fiscale)  essere all’origine di una divergenza dei prezzi rispetto al valore di libera concorrenza. A titolo esemplificativo potrebbero essere causa di non conformità dei prezzi al valore di libera concorrenza: le valutazioni doganali,  i dazi antidumping, il tasso di cambio, le esigenze di cassa, la necessità di influenzare il credit rating di una società per l’ottenimento di finanziamenti sul mercato, la necessità di influenzare il valore di stima dell’azienda in vista di una cessione, ecc..
Il manuale rileva che il processo di valutazione dei rischi dovrebbe cercare di identificare, se presenti, anche questi fattori di rischio non fiscali.
 
Il ruolo della documentazione
La mancata predisposizione della documentazione dei prezzi di trasferimento può essere un buon indicatore di rischio nel transfer pricing. Il manuale fa espressamente riferimento alla qualità della documentazione come indicatore di rischio, ma va detto che testare la qualità della documentazione presuppone un livello di approfondimento che può rivelarsi dispendioso in termini di impiego di tempo e di risorse nell’ambito dell’analisi di rischio.
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