Oltre 27 miliardi di euro di entrate aggiuntive dal 2009 a oggi provenienti dallo scambio di informazioni, dalla voluntary disclosure (collaborazione volontaria) e dalle indagini fiscali. Questo uno dei dati più importanti contenuti nel report dell’Ocse Tax Transparency in Latin America 2023, presentato in occasione dell’ottavo meeting della Dichiarazione di Punta del Este, in Paraguay. Il rapporto, giunto alla terza edizione, contiene informazioni e dati sui progressi portati avanti sul fronte della trasparenza fiscale da 15 Paesi latinoamericani membri del Global Forum (Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Repubblica Dominicana, Ecuador, Salvador, Guatemala, Honduras, Messico, Panama, Paraguay, Peru e Uruguay) e da uno Stato osservatore (Bolivia).
Un tax gap ancora elevato
Il tax gap, ovvero la differenza tra le imposte dovute e quelle che vengono effettivamente versate, è in America Latina ancora alto. La perdita delle entrate fiscali è stata stimata dalla Eclac (Commissione economica per l’America latina e i Caraibi) per 272 miliardi di euro nel 2018 e parecchi Paesi latinoamericani hanno un tax gap superiore al 50%. Nel 2021 le entrate fiscali hanno rappresentato il 20,7% del Prodotto interno lordo medio per i 16 Stati analizzati nel report, più basso della media Ocse, che si attesta al 34,1%.
Trasparenza fiscale: i passi in avanti
Dal 2009 i Paesi dell’America Latina hanno ottenuto circa 27,8 miliardi di euro di entrate fiscali aggiuntive grazie allo scambio di informazioni su richiesta, allo scambio automatico di informazioni, ai programmi di voluntary disclosure e alle indagini fiscali sui conti offshore. Se andiamo più nel dettaglio si nota che, per quanto riguarda le informazioni su richiesta, circa il 94% delle informazioni inviate nel 2022 provenga solo da 4 Stati (Argentina, Messico, Perù e Colombia). Anche il Common reporting standard non è ancora utilizzato in modo sistematico e garantisce entrate per “soli” 78 milioni di euro. Nel 2022, quindi, l’Ocse ha continuato a offrire assistenza tecnica alle Amministrazioni fiscali dell’America Latina per rafforzare le competenze sullo scambio di informazioni e l’analisi dei dati, in modo da poter sfruttare al meglio i vantaggi offerti da questi strumenti in termini di trasparenza e contrasto all’evasione. Le entrate, invece, derivanti dai programmi di voluntary disclosure sono state consistenti fino a quando lo scambio di informazioni non è stato introdotto nei vari Paesi. Dal 2009 al 2017 infatti il gettito dalla voluntary è stato di circa 22 miliardi, mentre dal 2018 al 2022 è stato di soli 589 milioni di euro, per un totale in tutto il periodo analizzato di quasi 23 miliardi di euro.
La dichiarazione di Punte del Este
La dichiarazione è stata firmata nel novembre del 2018 da alcuni Stati dell’America Latina a margine del meeting del Global Forum Ocse che si tenne a Punte del Este, in Uruguay. Il documento sancisce la collaborazione tra gli Stati aderenti per rafforzare l’uso dello scambio di informazioni nell'ambito degli standard internazionali di trasparenza fiscale, per contrastare l’evasione e i crimini finanziari e per sviluppare nuove forme di cooperazione in questo settore, sempre all’interno delle attività del Global Forum Ocse. Al momento, i Paesi firmatari sono Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Repubblica Dominicana, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras, Messico, Panama, Paraguay, Perù, Uruguay. La cooperazione è supportata anche da quattro Organizzazioni partner: Centro interamericano delle amministrazioni fiscali, Banca interamericana di sviluppo, Società finanziaria internazionale e Banca mondiale.
Trasparenza fiscale in America Latina
In un report Ocse la sintesi dei progressi
Tax Transparency in Latin America analizza la situazione di 16 Stati latinoamericani
