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Dal mondo

Tunisia, ai blocchi di partenza
la riforma del sistema fiscale

L'esecutivo si prepara a mettere in pista un programma di interventi che ha tre obiettivi principali e irrinunciabili

drappo della bandiera della tunisia
Il governo tunisino ha annunciato una riforma del sistema fiscale in occasione della prima riunione ufficiale del Consiglio nazionale allargato della fiscalità. L'attuale sistema fiscale, in vigore dal lontano 1956, si basa su una legislazione farraginosa e su molteplici regimi d’imposizione tributaria.
 
La tempistica e gli obiettivi
Il progetto finale della riforma sarà portato al Consiglio ministeriale il 15 novembre prossimo.
Il governo, con questa riforma, mira a semplificare le procedure, migliorare la trasparenza fiscale e allo tempo assicurare una giustizia sociale e fiscale. Infatti, il sistema fiscale tunisino è stato spesso oggetto di forti critiche per essere ingiusto, complesso e poco trasparente. Un’altra grande criticità è legata alla disparità tra i regimi fiscali nazionali e quelli all’estero, soprattutto in termini di agevolazioni fiscali come ad esempio le esportazioni che al momento beneficiano dell’80% di tutti i benefici fiscali.
 
I sei punti della riforma
I punti principali della riforma dovrebbero essere sei: imposte dirette ed indirette; la fiscalità locale; la lotta contro le frodi fiscali; il rafforzamento delle garanzie per i contribuenti; la revisione del regime forfettario e l'integrazione dell'economia informale nel circuito ufficiale. Ogni punto della riforma verrà analizzato da uno specifico gruppo di lavoro che, comunque, lavorerà in coordinamento con gli altri. L’obiettivo è ridurre l’evasione, incrementare le entrate tributarie e  semplificare le procedure.
 
L’attuale ordinamento tributario
Gli esperti riuniti al Consiglio hanno, infatti, affermato che le attuali leggi fiscali rappresentano un ostacolo agli investimenti del Paese; un numero significativo di imprese non è ancora registrato nel sistema fiscale e l’80% di esse contribuisce per meno dello 0,2% delle entrate tributarie. Inoltre, hanno insistito per trovare delle alternative al regime forfetario, poiché quello esistente è un fattore di concorrenza sleale e ha un impatto negativo sulle risorse fiscali dello Stato.
Altri partecipanti del Consiglio hanno richiamato l’attenzione sulla debolezza degli aiuti fiscali in alcune regioni e sulla necessità di rivederli in funzione delle necessità delle regioni svantaggiate. Inoltre, hanno raccomandato di rivedere la molteplicità dei regimi fiscali e di limitarli a due aliquote.
 
Anche il Marocco riforma il fisco
Il governo del vicino Marocco, così come la Tunisina, è pronto alla riforma delle imposte per avere un sistema fiscale giusto ed equo, in cui i cittadini e le imprese possano contribuire secondo le proprie capacità. Lo ha dichiarato, nei giorni scorsi, il ministro marocchino dell'Economia e delle Finanze, Nizar Baraka, durante il question time alla Camera dei rappresentanti.
La riforma punta a ridurre la pressione fiscale sulle classi medie e le piccole e medie imprese, e rinsaldando così la fiducia fra l'amministrazione e i contribuenti.
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