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Turchia: con il nuovo scudo fiscale
rientrati 50 miliardi di lire

La cifra è stata ufficializzata dal ministero delle Finanze al termine della prima fase di attuazione della nuova legge

turchia e unione europea
Il ministero delle Finanze ha recentemente dato seguito alla nuova legge, approvata dal Parlamento, che consente il rimpatrio di capitali detenuti all’estero da cittadini e società turche. Chi riporta in patria i propri soldi dovrà corrispondere soltanto il 2% del capitale rimpatriato rispetto al 35% in vigore, oltre a ottenere l'immunità dalle indagini sull'origine delle ricchezze e sul motivo per cui sono state portate illegalmente all'estero. Per avvalersi di questa norma, privati e società dovranno dichiarare l'ammontare del patrimonio offshore, inclusi contanti, proprietà immobiliari, valuta, azioni e obbligazioni, entro il 31 luglio, scadenza ora estesa al 31 ottobre.
 
Cosa prevede il nuovo “scudo” fiscale
Nella prima fase di attuazione della legge sul rimpatrio dei capitali all’estero, il ministero delle finanze della Turchia ha reso noto che ben 50 miliardi di lire turche (20 miliardi di euro) sono rientrati. La Turchia aveva già varato uno scudo tra la fine del 2008 e la fine del 2009 con un rientro in patria di 50 miliardi di lire turche, circa 28 miliardi di dollari. La legge prevede che i cittadini e le società dichiarino tutte le attività finanziarie e patrimoniali illegalmente detenute all’estero entro il 31 ottobre, a fronte del pagamento di un’aliquota unica, pari al 2% delle attività rimpatriate. Il governo stima di  poter così far rientrare oltre 100 miliardi di dollari detenuti all'estero.
 
Al via un disegno di legge fiscale per incoraggiare l’adempimento spontaneo
Il ministero delle Finanze ha introdotto una bozza di legge fiscale per stimolare l’adempimento spontaneo dei contribuenti turchi e aumentare le entrate fiscali derivanti dalle imposte dirette. Se la bozza verrà approvata, sarà in vigore a partire dal primo gennaio 2014. Tra le novità introdotte dalla bozza, vi sono i nuovi criteri per la determinazione della residenza fiscale turca, le nuove scadenze per la presentazione della dichiarazione dei redditi e il calcolo delle spese legate all’istruzione e alla sanità.
 
Cambio delle regole sulla residenza fiscale
La bozza di legge cambia le regole per essere residente fiscale turco poiché prevede che lo si è se si rimane nel territorio turco per un periodo o periodi che eccedono gli aggregati 183 giorni in qualsiasi dei 12 mesi continuativi, inclusi il giorno dell’arrivo e della partenza. La residenza fiscale inizierà, quindi, nell’anno solare all’interno del quale il criterio dei 183 giorni è incluso. Prima, in base alla regola precedente, si doveva rimanere nel territorio turco per più di sei mesi in un anno solare. Cambia anche il mese entro cui presentare la dichiarazione dei redditi, che passa da marzo a febbraio. La dichiarazione dei redditi potrà quindi essere compilata tra il 1° e il 20 febbraio. Lo stesso vale per le scadenze relative ai pagamenti delle imposte: la prima rata scadrà alla fine del mesi di febbraio e la seconda rata alla fine del mese di giugno.
 
…e sulle agevolazioni fiscali
Per quanto riguarda le spese sanitarie e relative all’istruzione, cambia il calcolo delle agevolazioni fiscali che passeranno dall’essere spese deducibili, che si sottraggono dal reddito imponibile ad essere spese detraibili direttamente dall’imposta.
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