Ue: su calcio e basket
proposta la tassa di fair play
I dettagli in uno studio elaborato per conto della Commissione Ue che suggerisce di agire in due direzioni

Gli obiettivi e le indicazioni
Avviato nel 2012, lo studio, messo a punto per conto della Commissione europea da un consorzio composto da KEA European Affairs, società di consulenza nel settore pubblico e privato con sede a Bruxelles, specializzata nel settore dei media e dello sport, e da CDES (Centre de Droit et Economie du Sport), ha come obiettivo fornire una panoramica il più possibile dettagliata sugli aspetti economici e giuridici dei sistemi di trasferimento negli sport di squadra. La ricerca, che prende in esame il profilo gestionale delle attività e le operazioni collegate, fornisce una serie di indicazioni per favorire una migliore redistribuzione dei fondi dalle società economicamente più forti a quelle meno abbienti. Gli sport di squadra presi a riferimento dell’indagine sono stati il calcio e il basket.
Le spese per i trasferimenti dei giocatori a confronto
Secondo cifre contenute nel documento, i club di calcio europei hanno speso, per i trasferimenti dei giocatori nella stagione 2010/2011, una somma valutata in 3 miliardi di euro di cui soltanto una piccola parte è destinata alle piccole società o al settore dilettantistico. Nel corso della stessa stagione, il mercato globale per le spese di trasferimento nel basket è stato di 27 milioni di euro (pag. 4). Tale sperequazione finisce per incidere in modo negativo sulla sopravvivenza dei club minori che hanno svolto un ruolo strategico per la ricerca, la formazione e la crescita dei nuovi talenti. Il dislivello nella distribuzione del denaro, che, se ben ripartito, potrebbe invece compensare i costi della formazione e dell’educazione dei giovani giocatori, allo stato dei fatti impedisce alle associazioni più piccole di rimanere sul mercato e di svilupparsi in rapporto a questa funzione.
Le soluzioni proposte
Lo studio della Commissione suggerisce di agire in due direzioni. La prima sul fronte della redistribuzione delle società per garantire una concorrenza equa ed equilibrata. Tra le soluzioni proposte l’istituzione di una “tassa di fair play” sugli importi dei trasferimenti che avrebbe un duplice obiettivo: ripristinare un certo equilibrio competitivo; incoraggiare una migliore ridistribuzione dei fondi dalle società economicamente più forti a quelle meno abbienti. Per quanto riguarda la soglia, l’aliquota e il campo di applicazione, la Commissione suggerisce che la determinazione sia affidata a una consultazione tra i club sportivi e le federazioni internazionali.
La seconda intervenire, invece, sui costi di trasferimento e le soluzioni proposte sono due: introdurre dei paletti al cosiddetto periodo di protezione, il lasso di tempo nel corso del quale un giocatore deve avere il consenso del club per esser trasferito. Per farlo è stato proposto di introdurre dei correttivi facendo in modo che non possa essere prolungato dato che ciò influisce sull’aumento dei costi di trasferimento; infine stabilire una proporzione delle clausole di riscatto nei contratti dei giocatori.
La lotta alle frodi nel mondo dello sport
Lo studio mette in evidenza poi che le regole di trasferimento, stabilite di comune accordo tra dagli organi di governo dello sport degli Stati europei e le istituzioni comunitarie, hanno l'obiettivo di garantire una concorrenza leale ed equilibrata e promuovere lo sviluppo delle giovani generazioni. In questo contesto anche le regole che prevedono una maggiore trasparenza nelle operazioni di trasferimento non potranno che contribuire in modo positivo alla lotta contro le frodi e, più in generale, a una migliore governance nel settore sportivo.
I passaggi successivi
Lo studio della Commissione passerà ora all’esame di un gruppo di esperti nominati da Bruxelles sulla “Buona governance nello sport” che esaminerà le risultanze nel corso di una riunione programmata per questo mese. Si tratta dello stesso gruppo di esperti, provenienti da FIFA, UEFA, Federazione europea delle leghe di calcio professionistico, European Club Association e International Federation of Professional Football Players, che sta esaminando quali misure adottare per affrontare il problema delle partite truccate. Entro la fine dell’anno è prevista la presentazione di una relazione dettagliata sull’argomento ai ministri dello Sport degli Stati dell’Unione.