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Dal mondo

Ue, cambia il whistleblowing.
Nuove garanzie per gli “informatori”

Lotta alle frodi, alla corruzione, all’evasione e all’elusione fiscale. La nuova normativa punta a dare un contributo rilevante

corruzione

I grandi scandali che hanno segnato il decennio passato, dai LuxLeaks ai Panama Papers, hanno evidenziato come le attività illecite condotte all’interno di organizzazioni o imprese del settore sia pubblico che privato possano produrre effetti estremamente negativi all’ambiente, alla salute dei cittadini dell’Ue e alle finanze degli Stati, in termini di perdita di gettito. In molti casi, questi scandali sono venuti alla luce grazie a persone che, testimoni di un comportamento illecito nell’ambito del proprio lavoro, ne hanno parlato apertamente, segnalando gli illeciti interni. Si tratta dei cosiddetti “Whistleblower” o informatori che mettono spesso a rischio la propria carriera e i propri mezzi di sostentamento, subendo in alcuni casi ripercussioni serie a livello finanziario e personali. Per l'Unione europea, assicurare un’adeguata protezione a chi effettua una segnalazione è un elemento fondamentale per prevenire gli illeciti e difendere l’interesse pubblico. E’ in questo quadro  che si inserisce l’accordo provvisorio raggiunto a marzo dagli Stati membri dell’Ue e dal Parlamento europeo, la cui finalità è quella di aumentare i livelli di protezione a vantaggio di coloro che segnalano violazioni del diritto. Le nuove norme sono state poi approvate ad aprile dal Parlamento in seduta plenaria con 591 voti a favore. La palla passa adesso ai singoli Paesi europei. Gli Stati membri avranno due anni per introdurre le regole nel proprio ordinamento.

Fisco, finanza e frodi finanziarie al cuore del Whistleblowing modello europeo
Questa architettura normativa, già sperimentata con successo negli Usa, in Europa guarda in particolare ai settori della finanza e del fisco, soprattutto nell’ottica dell’elusione fiscale. Dalle consultazioni organizzate di recente dalla Commissione europea, infatti, è emerso come comun denominatore il richiamo condiviso all’introduzione piena, non collaterale, nel diritto dell’Unione di norme minime giuridicamente vincolanti in materia di protezione degli informatori per quanto riguarda la lotta alle frodi fiscali, alla corruzione, all’evasione e all’elusione fiscali, nonché per la tutela ambientale e la salute e la sicurezza pubbliche. Tradotto, la visione d’un maggior rafforzamento di tali norme è anche vista come propedeutica ad un freno di fenomeni come quelli dell’evasione internazionale. Le nuove regole guardano in particolare alla lotta al riciclaggio, alla tassazione delle società, alla protezione dei dati e alla tutela degli interessi finanziari dell'Unione, con l’aggiunta della sicurezza degli alimenti e dei prodotti, fino alla protezione dell'ambiente e alla sicurezza nucleare. E comunque, gli Stati possono estendere ed ampliare l’architettura originaria che sarà puntellata in sede europea.

Il profilo numerico del Whistleblowing made in UE
Passando ai numeri, la Commissione è piuttosto chiara nel delimitarne i contorni. In primo luogo, ogni anno sarebbero a rischio di corruzione tra i 180 e i 260 miliardi di euro di fondi pubblici. Una cifra monstre che per la Commissione potrebbe essere rivista al ribasso grazie al rafforzamento della norma sul Whistleblowing. Al riguardo è anche posto un primo obiettivo in termini di saldo contabile. Infatti, secondo l’ultimo studio elaborato in sede europea, il rafforzamento delle garanzie a protezione degli informatori potrebbe aiutare le autorità competenti a recuperare tra i 6 e i 10 miliardi di euro l’anno. E questo solo nel settore delle frodi e degli illeciti interni alle entità pubbliche o private. Insomma, la norma avrebbe un ritorno estremamente favorevole, sia in termini di percezione sociale sia puramente numerici.

Dentro la norma
In dettaglio, le nuove norme mirano a creare un sistema di canali di comunicazione sicuri tramite i quali effettuare segnalazioni sia all'interno di un'organizzazione che all'esterno, rivolgendosi in tal caso ad un'autorità pubblica. Naturalmente, la normativa prevede la protezione degli informatori, ad esempio impedendone il licenziamento o la retrocessione di grado e altre forme di ritorsione. Gli informatori saranno protetti anche nel corso degli eventuali procedimenti giudiziari. Rafforzare la protezione degli informatori concretizza fra l'altro l'impegno della Commissione. Nel corso delle rilevazioni svolte su mandato della Commissione nel corso del 2017, più della metà  dei cittadini europei interpellati ha affermato di non conoscere affatto la normativa del Whistleblowing e più dell’80% di essere sì a conoscenza di illeciti condotti all’interno delle aziende o delle strutture pubbliche in cui lavora ma di non avere le garanzie sufficienti di protezione e di tutela per rivelarne pubblicamente i contenuti. Troppi? 

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