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Dal mondo

Ue: una clausola anti-abuso
nella direttiva madre-figlia

Il Consiglio dell’Unione europea ha raggiunto l’accordo politico finalizzato a prevenire l’evasione fiscale aggressiva

accrdo politico
Il Consiglio dell’Unione europea nella sessione del 9 dicembre del Consiglio Ecofin (Economic and Financial Affairs Council) ha raggiunto l’accordo politico in merito all’introduzione di una clausola generale anti-abuso nella direttiva c.d. madre-figlia (direttiva n. 90/435/CEE, poi rifusa nella direttiva n. 2011/96/UE).
 
Obiettivo della modifica
L’accordo del Consiglio Ecofin ha come scopo quello di prevenire l’evasione fiscale aggressiva da parte dei gruppi societari. La direttiva madre-figlia è stata, infatti, concepita per garantire la libertà di stabilimento e favorire la circolazione dei capitali in ambito comunitario. La direttiva impone, infatti, agli Stati membri, di evitare tanto la doppia imposizione economica che giuridica nella tassazione dei dividendi comunitari. A tal fine, i meccanismi previsti dalla direttiva, al ricorrere di una serie di condizioni oggettive e soggettive nella distribuzione di dividendi da una società figlia ad una società madre comunitaria, sono la non imposizione di ritenute sui dividendi “in uscita” (articolo 4 direttiva 2011/96/EU) e l’esenzione dei dividendi in “entrata” o il riconoscimento di un credito di imposta indiretto (articolo 5 direttiva 2011/96 EU).
 
La posizione della Commissione europea
La Commissione europea, nella sua proposta di modifica, ha però evidenziato come tali meccanismi siano  stati talvolta sfruttati per ottenere una situazione di doppia non imposizione.
L’introduzione di una clausola anti-abuso, quale regola de minimis, vuole prevenire tali fenomeni di abuso assicurando, nel contempo, uniformità di applicazione in ambito comunitario.  In ambito comunitario, la Commissione europea ha esplicitato la propria strategia contro l’evasione internazionale in vari documenti quali la Comunicazione COM (2012) 722 “An action Plan to strenghten the fight against tax fraud and tax evasion”, la Raccomandazione C (2012) 8806 sulla pianificazione aggressiva, la raccomandazione C (2012) 8805 concernente misure destinate a incoraggiare i paesi terzi ad applicare norme minime di buona governance in materia fiscale.
In questo contesto di riferimento, la Commissione europea ha presentato ancora in data 25 novembre 2013 la propria proposta di modifica della direttiva madre-figlia 2011/96/EU che aveva due oggetti principali:
  • la neutralizzazione dei c.d. Hybrid Mismatch Arrangements
  • l’introduzione di una clausola antiabuso generale
 
Il percorso normativo
L’evasione fiscale internazionale è questione quanto mai attuale e al centro del dibattito non solo comunitario ma anche internazionale. L’Ocse, per esempio, come noto, sta lavorando sul progetto BEPS (Base Erosion Profit Shifting) avviato su impulso del G20, e specificamente finalizzato ad ostacolare il fenomeno dell’evasione internazionale e dell’erosione della base imponibile. Lo stesso Consiglio Ecofin aveva concordato nel maggio 2014 di dividere la proposta e affrontare separatamente le due problematiche.
 
L’essenza dell’accordo politico
L’accordo politico, per la parte relativa agli Hybrid Mismatch Arrengements, è stato raggiunto nella riunione Ecofin dell’8 luglio 2014 (vedi articolo del 28 agosto 2014) mentre, al termine del semestre di presidenza italiano, nella riunione Ecofin del 9 dicembre 2014 è stato raggiunto anche l’accordo sull’introduzione della clausola antiabuso generale.
 
La modifica apportata
Il testo sui cui è stato raggiunto l’accordo in seno al Consiglio Ecofin del 9 dicembre 2014 prevede che il paragrafo 2 dell’articolo 1 della direttiva 2011/96/EU sia sostituito con l’introduzione di 3 nuovi paragrafi. 
In pratica secondo la formulazione dell’accordo, gli Stati membri non dovranno concedere i benefici della direttiva agli accordi (arrangements) posti in essere con lo scopo principale di ottenere vantaggi fiscali (for the main purpose or one of the main purposes of obtaning a tax advantage) contrari allo scopo della direttiva (which defeats the object or purpose of this Directive) e che non sono genuini (are not genuine) in quanto non riflettono una valida realtà economica (are not put into place for valid commercial reasons which reflect economic reality).
Il ministro dell’Economia italiano, Pier Paolo Padoan, ha dichiarato che tale accordo indurrà gli Stati membri a fornire un livello di protezione minima contro gli abusi della direttiva e consentirà di meglio combattere i tax planning aggressivi dei gruppi multinazionali
L’accordo sarà ratificato, senza ulteriori discussioni, dal prossimo Consiglio Ecofin e gli Stati membri avranno tempo fino al 31 dicembre 2015 per adeguare le normative nazionali.
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