Ue: la Commissione propone di abolire
l’unanimità per le decisioni sul Fisco
Al via il confronto sulla riforma del processo decisionale in alcuni settori della politica tributaria
La politica fiscale dell’Ue, per stare al passo con una società che sta cambiando sempre più velocemente, deve essere in grado di reagire e adattarsi rapidamente: questo non è possibile quando l’unanimità è la regola. La tassazione è l'ultimo ambito politico della Ue in cui viene presa una decisione facendo esclusivamente affidamento su questa regola. Attraverso successive modifiche del trattato della Ue negli ultimi 30 anni, i processi decisionali in altri settori si sono evoluti per adattarsi a nuovi problemi economici, ambientali, sociali e ai cambiamenti tecnologici e il voto a maggioranza qualificata è ora la regola standard. Secondo il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, la regola dell’unanimità in materia fiscale appare sempre più politicamente anacronistica, giuridicamente problematica ed economicamente controproducente.
La “clausola passerella”
Secondo la proposta della Commissione la decisione da parte degli Stati membri di passare al voto a maggioranza qualificata sulla fiscalità dovrebbe essere adottata all’unanimità attraverso la cosiddetta “clausola passerella” prevista dal Trattato sull’Unione Europea. Questa clausola consente di discostarsi dalla procedura legislativa prevista inizialmente dai trattati e a certe condizioni, di passare da una procedura legislativa speciale alla procedura legislativa ordinaria per l’adozione di un atto in un determinato settore e di passare da un voto all’unanimità ad un voto a maggioranza qualificata per l’adozione di un atto in un determinato settore.
La roadmap verso il voto a maggioranza qualificata
Nella comunicazione, la Commissione chiede ai leader europei, al Parlamento europeo e alle altre parti interessate di valutare la possibilità di effettuare una transizione graduale suddivisa in quattro fasi verso un sistema decisionale basato sul voto a maggioranza qualificata. Nella prima fase gli Stati membri potrebbero concordare di ricorrere al voto a maggioranza qualificata nel caso di misure intese a migliorare la cooperazione e l’assistenza reciproca fra Stati membri nella lotta all’evasione e alla frode fiscale. La seconda fase, invece, potrebbe introdurre il voto a maggioranza qualificata come strumento per spingere sulle misure nelle quali l’imposizione sostiene altre finalità strategiche, come ad esempio la lotta ai cambiamenti climatici, la protezione dell’ambiente o il miglioramento della salute pubblica. Nella terza fase, il ricorso al voto a maggioranza qualificata potrebbe servire per modernizzare le norme dell’Ue già armonizzate, come quelle in materia di Iva e di accise. Un processo decisionale più rapido in questi settori consentirebbe agli Stati membri di stare al passo con gli sviluppi tecnologici e i cambiamenti più recenti del mercato, a beneficio dei Paesi e delle imprese dell’Ue. La quarta e ultima fase potrebbe consentire di passare al voto a maggioranza qualificata per i grandi progetti fiscali, quali per esempio la base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società (CCCTB) e il nuovo sistema per l’imposizione dell’economia digitale.
La comunicazione della Commissione, infine, propone che gli Stati membri prendano in considerazione entro la fine del 2025 l’elaborazione della terza e della quarta fase.