Entrate fiscali europee in aumento trainate dalle imposte sul lavoro e dai contributi, che insieme rappresentano la metà del gettito complessivo. È quanto emerge dal report della Commissione europea “Annual report on taxation 2023”.
Entrate in aumento
Il gettito fiscale europeo nel 2021 è stato pari al 41,7% del Prodotto interno lordo (Pil), 0,6 punti percentuali in più rispetto al 2020. La pressione fiscale del “Vecchio continente” è nettamente superiore a quella della media Ocse, ma, come sottolinea il report della Commissione, ciò è dovuto al fatto che i Paesi europei garantiscono maggiori servizi sociali ai cittadini, finanziati appunto con le imposte versate. Andando più nel dettaglio, la metà delle entrate fiscali deriva dalle imposte sul lavoro e dai contributi, il 27,5% dalle imposte sui consumi e il 21% dalla tassazione dei capitali.
Per quanto riguarda l’aumento, l’Iva è passata dal 6,9% al 7,4%, l’imposta sul reddito delle imprese dal 2,4% al 3%; stabili, invece, al 2,2% le imposte sulla tassazione ambientale.
Gli Stati europei dove le entrate sono aumentate maggiormente sono Cipro, Germania, Lituania e Spagna. In calo, invece in Ungheria, Croazia, Francia, Lettonia e Paesi Bassi.
Iva, obiettivo ridurre il tax gap
L’Iva rappresenta il 17,8% delle entrate fiscali, ma il report sottolinea come la quota potrebbe crescere dato che nel 2020, stando ai dati forniti dalla stessa Commissione nell’ultimo report sul tax gap Iva, 93 miliardi di Iva non sono stati versati. Cruciale, per il recupero dell’imposta, è l’introduzione del sistema elettronico centrale di informazioni sui pagamenti (Central electronic system of payment information), finalizzato a contrastare le frodi Iva tramite la fatturazione elettronica. Secondo le stime, il nuovo sistema porterebbe a circa 18 miliardi di entrate da Iva in più all’anno, a una riduzione dei costi di compliance per le imprese di 5 miliardi all’anno e a una riduzione dell’evasione e delle frodi per 11 miliardi all’anno.
Sul fronte della tassazione societaria, invece, il report sottolinea i passi in avanti compiuti per contrastare l’elusione fiscale internazionale, a partire dall’adozione di una direttiva europea sul secondo Pilastro Ocse sulla tassazione dei redditi delle multinazionali e dai lavori per aderire alla convezione multilaterale per l’attuazione del primo Pilastro.
Più progressività, più equità
Il report si sofferma anche sul ruolo che il fisco gioca nella distribuzione della ricchezza. Un sistema fiscale progressivo è anche più equo. Il documento sottolinea come in ambito europeo, negli ultimi anni, in quasi tutti gli Stati membri le aliquote fiscali delle imposte sui redditi più elevati siano diminuite e le ricerche dimostrano come ciò non promuova la crescita economica. Per aumentare la progressività del sistema fiscale, il report suggerisce di introdurre un ulteriore scaglione di reddito o di spostare il prelievo fiscale sui redditi da capitale.
Vecchie e nuove sfide
Crisi economica, pandemia, guerra, inflazione e aumento dei prezzi, sono alcuni dei fattori esterni che negli ultimi anni hanno condizionato i sistemi fiscali europei. Accanto a questi temi, il report prende in esame anche le sfide attuali e future che il fisco europeo deve affrontare: digitalizzazione, globalizzazione, transizione ecologica e cambiamento climatico. In quest’ambito, il documento della Commissione sottolinea l’importanza delle politiche fiscali. Tassare l’emissione delle sostanze inquinanti aiuta il clima, ma non solo, la leva fiscale può anche modificare i comportamenti di cittadini e imprese, come dimostrano strumenti come il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Carbon Border Adjustment Mechanism), che prevede dazi doganali ambientali sui prodotti contenenti elevate emissioni di gas serra.