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Dal mondo

Ue: la gestione dei rischi doganali
condensata in sei punti chiave

Il rapporto pubblicato dalla Commissione fa il punto di quanto attuato e propone una serie di azioni coordinate

dogane e mezzi di trasporto
La Commissione risponde al Consiglio europeo sulla strategia Ue e sul piano di azione per la gestione dei rischi legati al sistema doganale con un report che fa il punto di quanto attuato sino ad ora.
 
Una strategia in sei punti e 22 azioni chiave
Migliorare la qualità dei metodi di inserimento dei dati, rafforzare il sistema di scambio di informazioni tra le autorità doganali sui rischi connessi alla catena di approvvigionamento, adottare nuove misure di controllo, promuovere la sinergia tra autorità doganali e istituzioni di altri settori, sia a livello nazionale che comunitario, migliorare la collaborazione con il settore del commercio, sfruttare il potenziale offerto dalla cooperazione doganale in ambito extra Ue.  Questi i punti cardine della strategia, che prevede ben 22 azioni, la cui realizzazione avviene sotto la supervisione della Commissione, supportata dal Gruppo di coordinamento per l’attuazione della strategia di gestione dei rischi, composto da rappresentanti di tutti gli Stati Ue.
 
Qualità dei dati e interscambio informazioni
Il documento sottolinea come il codice europeo doganale, entrato  in vigore il primo maggio scorso, abbia dato una spinta al miglioramento della qualità dei dati e dei metodi di inserimento. Il codice, infatti, fornisce il quadro normativo di riferimento in materia, con l’obiettivo di garantire una corretta gestione dei dati legati alla catena di approvvigionamento e di trasferimento delle merci.
Una delle priorità della strategia rimane l’implementazione dell’It (Import Control System), il sistema, messo appunto recentemente, che garantisce un inserimento e un interscambio efficace di informazioni e dati. Secondo le previsioni, grazie al nuovo sistema, il numero delle dichiarazioni doganali aumenterebbe da 40 milioni a 400 milioni.
 
Le misure antirischio
Per ciò che concerne le misure antirischio, le azioni intraprese riguardano principalmente le restrizioni sull’importazione e l’esportazione di prodotti extra-Ue. Cruciale anche la collaborazione tra autorità doganali e quelle vigilanti su altri settori.  Ad esempio, evidenzia il report, è stata sviluppata una metodologia per lo scambio di informazioni tra Amministrazioni doganali e autorità di sorveglianza sulla sicurezza dei prodotti.

Collaborazione internazionale e standard globale di sicurezza
L’esecutivo Ue analizza anche le azioni intraprese sul fronte internazionale. L’Unione sta cercando di utilizzare gli strumenti messi a disposizione dagli organismi internazionali tra cui l’Organizzazione mondiale della Dogana, che ha elaborato uno standard globale per la sicurezza e lo sviluppo. Numerosi progetti, inoltre, sono stati avviati per lo scambio di informazioni con partner non europei, come, ad esempio, la Cina.
 
Le conclusioni del Rapporto
Nella parte finale del testo, la Commissione traccia delle prime conclusioni, sebbene parziali, su quanto attuato fino ad ora e sugli sviluppi futuri. La principale sfida, secondo Bruxelles, rimane lo sviluppo dell’Import Control System. A riguardo, il documento Ue pone l’accento sul fatto che il budget a disposizione all’interno del Programma Dogane  2020, il progetto Ue che sostiene principalmente la cooperazione tra le autorità doganali, sia attualmente insufficiente per consentire l’attuazione dell’ICS. Insieme al report della Commissione, è stato pubblicato un documento redatto dal gruppo di coordinamento per l’attuazione della strategia di gestione dei rischi, che fornisce informazioni ancora più dettagliate sulle azioni intraprese. In particolare, il testo evidenzia come le azioni completate siano il 76% del totale, quelle pianificate ma non ancora avviate il 7% e quelle ancora in essere o che sono partite in ritardo rispetto alla pianificazione inziale fissata dalla strategia il 17%.
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