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Ue: l'Italia e la strategia 2011.Economia e fisco in primo piano

Da quest'anno ha fatto il suo esordio la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea

Il 2011 è l'anno in cui ha fatto il suo esordio per la prima volta la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, in applicazione dell'articolo 15 della legge n. 11 del 4 febbraio 2005, modificato dalla legge n. 96 del 4 giugno 2010 (Legge comunitaria 2009).  Il documento, alla luce delle indicazioni presenti nel programma legislativo e di lavoro annuale della Commissione e di attuazione del Trattato di Lisbona, espone il contenuto degli  orientamenti programmatici del governo in materia di politica estera, sicurezza comune e strategie di comunicazione.

L'economia tra le priorità
Tra le priorità assumono necessaria centralità l'adesione dell'Unione alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo (secondo quanto previsto dall'articolo 6, paragrafo 2 del Trattato sull'Unione europea (TUE) il cui negoziato impegnerà l'anno corrente, il Servizio europeo di azione esterna (SEAE) e gli ammortizzatori salva crisi finanziaria. In questo ultimo ambito campeggia il meccanismo di stabilità finanziaria, il sistema di protezione voluto dal Consiglio europeo nel dicembre 2010 per salvaguardare la stabilità finanziaria dell'intera zona euro (meccanismo europeo di stabilità). Un sistema sostitutivo del fondo europeo di stabilità finanziaria (FESF) e del meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (EFSM), che resteranno in vigore fino al giugno 2013.

La Strategia Europa 2020 e il coordinamento europeo
La Strategia ?Europa 2020 da quest'anno diventa un elemento fondamentale della governance economica e sociale europea e impone uno stretto coordinamento delle politiche economiche degli Stati Membri nonchè una maggiore coerenza tra il PNR e il Programma di Stabilità. Tutti questi elementi culmineranno nella presentazione, nel gennaio 2012, da parte della Commissione del Rapporto annuale sulla crescita (Annual Growth Survey, AGS), che dovrà illustrare le principali criticità dell'economia europea che saranno prodromi che alla presentazione in aprile dei Programmi nazionali di riforma (PNR) e dei Programmi di stabilità (PSC). La valutazione di coerenza dei Pnr e dei Psc verranno valutati dalla Commissione, che proporrà al Consiglio l'adozione di raccomandazioni specifiche per ogni Stato membro, adottate dal Consiglio e validate dal Consiglio nel mese di giugno.

Le proposte legislative sul quadro finanziario
Particolarmente vivo è il dibattito sul riesame delle prospettive pluriennali di bilancio dell'Unione europea per il periodo 2013-2020 in merito alle quali l'Esecutivo europeo presenterà entro luglio 2011 le proposte legislative per il prossimo quadro finanziario che dovrebbe entrare in vigore dopo il 1° luglio 2012.
Sul punto la Commissione aveva evidenziato già nella Comunicazione del 19 ottobre scorso la necessità che il nuovo quadro finanziario sia rispondente alle novità del Trattato di Lisbona e alle finalità della Strategia-Europa 2020 e sia flessibile agli imprevisti nell'ottica di assicurare un maggior sostegno agli investimenti di lungo periodo ottimizzando e favorendo  lo sviluppo degli strumenti finanziari.

La richiesta dei mercati finanziari
I mercati finanziari, infatti, dopo la riforma finanziaria dell'Unione (il cui nucleo centrale è costituito dal pacchetto "vigilanza finanziaria", approvato nel settembre del 2010 dal Parlamento europeo e l'istituzione del Sistema europeo di vigilanza finanziaria (SEVIF), composto dal Comitato europeo per il rischio sistemico (CERS) e da tre nuove autorità europee di vigilanza per il settore bancario (EBA), assicurativo (EIOPA) e mobiliare (ESMA), richiedono il mantenimento di un'alta soglia di supervisione finanziaria, di gestione della crisi e di puntuale monitoraggio degli sviluppi nel settore finanziario.

Il libro verde sulla politica di sviluppo dell'Unione europea
Nel 2011 l'Unione europea dovrebbe canalizzare nuove iniziative di politica di sviluppo e di efficacia degli aiuti, sulla base della consultazione pubblica lanciata dalla Commissione europea a seguito della pubblicazione del libro verde sulla politica di sviluppo dell'Unione europea a sostegno della crescita inclusiva e dello sviluppo sostenibile in vista del Vertice sull'aid effectiveness, in programma a Busan (Corea del Sud) a fine 2011. Da parte italiana, l'impegno per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015 dovrebbe comportare l'affinamento di una metodologia nazionale per l'attuazione degli impegni europei in materia di coerenza delle politiche per lo sviluppo consolidando l'attuazione delle misure previste nel Piano nazionale per l'Efficacia dell'Aiuto.

La pianificazione e il ruolo dell'Italia
L'Italia in tale pianificazione strategica punta a migliorare il saldo netto e avviare tavoli negoziali con i principali partner europei (in particolare Francia, Germania e Polonia, cui spetterà la presidenza di turno del Consiglio dell'Unione durante la seconda metà del 2011 e, più avanti, con la Danimarca (presidente di turno nel primo semestre 2012).
In coerenza con quanto evidenziato nel rapporto di Mario Monti "Una nuova strategia per il mercato unico al servizio dell'economia e della società europea", e nell' Atto per il mercato unico (Single Market Act - SMA) della Commissione europea sarà fondamentale agire sulla competitività nei settori  di intervento, prioritari per l'Italia: proprietà intellettuale, anticontraffazione, controlli doganali interni ed esterni; piccole e medie imprese; infrastrutture (materiali e immateriali); concessioni di servizi e concorrenza, semplificazione negli appalti, diritto societario. 
 
Corporate governance, società quotate e istituzioni finanziarie
I lavori finalizzati all'armonizzazione del diritto societario vedono l'Unione europea segnatamente attiva nella elaborazione di un nuovo Piano d'azione in materia che contempli l'opportunità di nuove misure dell'Unione in materia di corporate governance delle società quotate e delle istituzioni finanziarie. Tra gli obiettivi da perseguire entro il 2011, su indicazione della Commissione europea, va evidenziata la riduzione dei costi connessi all'informativa finanziaria delle società di capitali. A tal fine ha preso avvio, presso l'Accounting Regulatory Committee (ARC), un confronto tra gli Stati membri volto a individuare quali modifiche apportare alle direttive in materia di conti annuali e consolidati e una serie di iniziative dirette a semplificare gli obblighi e ridurre i costi relativi alla redazione dei bilanci annuali e consolidati.

La politica fiscale: l'Iva
La parte più spinosa è quella concernente la  politica fiscale in materia di Iva. Come evidenziato dal Libro Verde della Commissione sull'avvenire dell'Iva "Verso un sistema Iva più semplice, più solido e resistente alle frodi, più efficace? (COM(2010)695)" del 1° dicembre 2010 negli scambi commerciali tra soggetti passivi d'imposta appartenenti a due Stati membri diversi si possono verificare distorsioni di concorrenza. È noto che la normativa comunitaria fissa una aliquota ordinaria fra un minimo del 15% ed un massimo del 25%, lasciando che ogni Stato membro applichi, a una determinata lista di beni e servizi, una o due aliquote ridotte non inferiori al 5%. La diversità di aliquote produce ulteriori distorsioni di concorrenza sul mercato interno. A ciò va aggiunto che è possibile, grazie a una clausola di stand still, che ogni Stato membro possa continuare ad applicare aliquote inferiori al 5% (compresa l'aliquota zero) su beni e servizi che già godevano di tale beneficio alla data del 1° gennaio 1991 (circostanza che aggrava ulteriormente le distorsioni concorrenziali). La situazione è particolarmente critica e necessita di immediato intervento in quanto l'attuale sistema, consentendo alle merci di circolare liberamente fra gli Stati membri dell'Unione senza l'applicazione dell'Iva, determina il proliferarsi di fenomeni di frode a livello transfrontaliero.

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