Ue: segnali di moderata ripresa
nelle previsioni di primavera
A indicarlo l’ultimo report realizzato dalla Direzione generale Affari economici e finanziari della Commissione
Mercato debole, disoccupazione forte
Domanda interna ancora debole. La Commissione prevede che le barriere alla crescita economica nel corso del 2013 continueranno a permanere. Gli ostacoli alla ripresa sono rappresentati in primis dalla difficoltà di accedere al credito per imprese e contribuenti, da bassi livelli di reddito e dall’incertezza sulle prospettive economiche future. Tutto ciò nonostante nell’ultimo anno la situazione dei mercati finanziari sia migliorata e siano diminuiti i tassi di interesse. Il problema principale rimane comunque l’alto livello di disoccupazione che, secondo le previsioni della Commissione, raggiungerà nel corso di quest’anno l’11% nell’Ue e il 12% nell’area euro (con sostanziali differenze tra gli Stati membri).
Da Berlino a Londra i segni della crisi
Il report della Commissione scatta, inoltre, una fotografia delle singole realtà nazionali. In Germania è prevista una netta ripresa della domanda interna, favorita da un solido mercato del lavoro e da una crescita costante dei salari. In Francia, il Pil dovrebbe rimanere stabile, così come i consumi privati, mentre gli investimenti dovrebbero a continuare a diminuire. In Spagna la crescita del Pil subirà quest’anno un’ulteriore battuta d’arresto e non è previsto un sostanziale aumento della domanda interna. Notizie non positive anche per i Paesi Bassi, dove i consumi sono ancora fermi anche se le esportazioni danno ottimi risultati. Tra gli Stati esterni all’area euro, spicca la Gran Bretagna, dove è previsto un aumento, seppure modesto, del Pil, anche se i consumi privati rimarranno ancora bassi, le esportazioni cresceranno lentamente e gli investimenti continueranno a calare.
Il Belpaese in ripresa?
Previsioni ancora fosche per l’Italia: il Pil, dopo essere calato del 2,4% nel 2012, continuerà la propria discesa nel 2013, con -1,3%. Tra le principali cause della recessione italiana, secondo i tecnici Ue, la forte contrazione dei consumi privati e la mancanza di investimenti, quest’ultima dovuta principalmente alla difficoltà incontrata da persone fisiche e imprese nell’accesso al credito. Se la domanda interna è crollata, tengono meglio le esportazioni, grazie alla forte richiesta dei prodotti made in Italy proveniente dai partner commerciali extra Ue.
Sul fronte del risanamento del bilancio, nel 2012 il debito pubblico è passato dal 3,8% del Pil nel 2011 al 3% e nel 2013 dovrebbe gradualmente diminuire, attestandosi al 2,9% del Pil. Gli economisti europei prevedono, inoltre, un aumento delle entrate tributarie, dovuto all’incremento dell’Iva e delle altre imposte indirette (in particolare, dell’imposta sulle transazioni finanziare).
I primi segnali positivi per l’economia italiana si avranno solo nel 2014, quando il lieve miglioramento delle condizioni finanziarie potrà in qualche modo stimolare la domanda interna e il Pil dovrebbe iniziare a subire un’inversione di tendenza, aumentando dello 0,7%, mentre il deficit dovrebbe diminuire, attestandosi al 2,5 % del Pil.
A preoccupare l’esecutivo comunitario è soprattutto l’alto livello di disoccupazione presente nel nostro Paese, passato dall’8,4% del 2011 al 10,7 % del 2012. L’emorragia dei posti di lavoro continuerà per tutto il 2013, e, secondo le previsioni, l’anno prossimo il tasso di disoccupazione dovrebbe raggiungere quota 12,2 %.