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Dal mondo

Ue: segnali di moderata ripresa
nelle previsioni di primavera

A indicarlo l’ultimo report realizzato dalla Direzione generale Affari economici e finanziari della Commissione

sede della commissione europea
Dopo la fase recessiva che si è protratta per tutto il 2012, a metà 2013 l’economia Ue dovrebbe raggiungere una certa stabilità, la crescita del prodotto interno lordo dovrebbe raggiungere quota -01,1 nell’Ue e -0,4 nell‘area euro. L’attività  economica, invece, dovrebbe crescere del +1,4% nell’Ue e dell’1,2% nell’eurozona, mentre i disavanzi pubblici inizieranno a diminuire, scendendo al 3,4% nell’Ue. Queste le previsioni “primaverili” sull’economia europea formulata dalla Commissione nei giorni scorsi. Le analisi, basate su ipotesi macroeconomiche che prendono in considerazione un totale di 180 variabili, sono elaborate dalla Direzione generale Affari economici e finanziari.
 
Mercato debole, disoccupazione forte
Domanda interna ancora debole. La Commissione prevede che le barriere alla crescita economica nel corso del 2013 continueranno a permanere. Gli ostacoli alla ripresa sono rappresentati in primis dalla difficoltà di accedere al credito per imprese e contribuenti, da bassi livelli di reddito e dall’incertezza sulle prospettive economiche future. Tutto ciò nonostante nell’ultimo anno la situazione dei mercati finanziari sia migliorata e siano diminuiti i tassi di interesse. Il problema principale rimane comunque l’alto livello di disoccupazione che, secondo le previsioni della Commissione, raggiungerà nel corso di quest’anno l’11% nell’Ue e il 12% nell’area euro (con sostanziali differenze tra gli Stati membri).
 
Da Berlino a Londra i segni della crisi
Il report della Commissione scatta, inoltre, una fotografia delle singole realtà nazionali. In Germania è prevista una netta ripresa della domanda interna, favorita da un solido mercato del lavoro e da una crescita costante dei salari. In Francia, il Pil dovrebbe rimanere stabile, così come i consumi privati, mentre gli investimenti dovrebbero a continuare a diminuire. In Spagna la crescita del Pil subirà quest’anno un’ulteriore battuta d’arresto e non è previsto un sostanziale aumento della domanda interna. Notizie non positive anche per i Paesi Bassi, dove i consumi sono ancora fermi anche se le esportazioni danno ottimi risultati. Tra gli Stati esterni all’area  euro, spicca la Gran Bretagna, dove è previsto un aumento, seppure modesto, del Pil, anche  se i consumi privati rimarranno ancora bassi, le esportazioni cresceranno lentamente e gli investimenti continueranno a calare.
 
Il Belpaese in ripresa?
Previsioni ancora fosche per l’Italia: il Pil, dopo essere calato del 2,4% nel 2012, continuerà la propria discesa nel 2013, con -1,3%. Tra le principali cause della recessione italiana, secondo i tecnici Ue, la forte contrazione dei consumi privati e la mancanza di investimenti, quest’ultima dovuta principalmente alla difficoltà incontrata da persone fisiche e imprese nell’accesso al credito. Se la domanda interna è crollata, tengono meglio le esportazioni, grazie alla forte richiesta dei prodotti made in Italy  proveniente dai partner commerciali extra Ue.
Sul fronte del risanamento del bilancio, nel 2012 il debito pubblico è passato dal 3,8% del  Pil nel 2011 al 3% e nel 2013 dovrebbe gradualmente diminuire, attestandosi al 2,9% del Pil. Gli economisti europei prevedono, inoltre, un aumento delle entrate tributarie, dovuto all’incremento dell’Iva e delle altre imposte indirette (in particolare, dell’imposta sulle transazioni finanziare). 
I primi segnali positivi per l’economia italiana si avranno solo nel 2014, quando il lieve miglioramento delle condizioni finanziarie potrà in qualche modo stimolare la domanda interna e il Pil dovrebbe iniziare a subire un’inversione di tendenza, aumentando dello 0,7%, mentre il deficit dovrebbe diminuire, attestandosi al 2,5 % del Pil.
A preoccupare l’esecutivo comunitario è soprattutto l’alto livello di disoccupazione presente nel nostro Paese, passato dall’8,4% del 2011 al 10,7 % del 2012. L’emorragia dei posti di lavoro continuerà per tutto il 2013, e, secondo le previsioni, l’anno prossimo il tasso di disoccupazione dovrebbe raggiungere quota 12,2 %.
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