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Ue: uno stimolo per la crescita
condensato in tre mosse

Sono le indicazioni contenute nell’ultimo Rapporto dell’Unione europea relativo alle priorità economiche 2016

analisi della crescita
Rilancio degli investimenti, riforme strutturali, efficienza delle politiche di bilancio. Queste le linee guida dell’analisi annuale della crescita 2016, presentata nei giorni scorsi a Bruxelles insieme alla raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, la relazione sul meccanismo di allerta, il progetto di relazione comune sull’occupazione della commissione e il programma di sostegno alle riforme strutturali.
 
I punti chiave della crescita
L’analisi annuale della crescita contiene le indicazioni dell’Unione europea sulle priorità economiche per l'anno successivo, a cui i Paesi membri devono attenersi nella formulazione delle politiche di bilancio.
Prima di indicare le linee guida per il futuro dell’Unione europea, il documento traccia un quadro dettagliato dell’economia comunitaria, sulla base delle previsioni d’autunno formulate dalla Commissione: il pil (prodotto interno lordo) dovrebbe aumentare dell’1,9% nel 2015, del 2% nel 2016 e del 2,1% nel 2017. Trend positivo anche per l’occupazione, che dovrebbe subire un aumento dell’1% nel 2015, dello 0,9% nel 2016 e nel 2017, accompagnato da una diminuzione del tasso di disoccupazione (9,5% nel 2015, 9,2% nel 2016 e 8,9% nel 2017).
Il documento della Commissione europea indica come priorità per il 2016 le stesse dell’anno precedente. Prima di tutto il rilancio degli investimenti secondo le regole stabilite dal piano, elaborato dalla Commissione un anno fa, che prevedeva la creazione di un “Fondo europeo per gli investimenti strategici” all’inizio del 2016. Sul fronte delle riforme strutturali, lo studio dell’Unione europea indica ancora come aree dove intervenire urgentemente quelle del mercato del lavoro e dell’occupazione giovanile.
Per quanto riguarda le finanze pubbliche, invece, il documento della Commissione sottolinea i progressi compiuti da numerosi Stati membri per stabilizzare l’indebitamento nazionale. È diminuito, infatti, il numero dei Paesi dell’Unione europea soggetti alla procedura di infrazione per i disavanzi pubblici elevati.
 
Fisco in primo piano
Migliorare l’efficienza e l’equità del sistema fiscale, rendendolo più favorevole alla crescita economica. Questo il filo conduttore delle raccomandazioni contenute nell’analisi per quanto riguarda il settore fiscale.  Gli Stati membri devono prima di tutto intervenire con agevolazioni fiscali a sostegno della creazione di nuovi posti di lavoro, soprattutto per le piccole e medie imprese, e dell’avvio di start up. Il documento dell’Unione europea punta i riflettori anche sulla tassazione del lavoro, raccomandando ai Paesi membri di diminuire il prelievo fiscale sui salari, soprattutto su quelli più bassi.
Il contrasto all’evasione fiscale, evidenzia l’analisi, deve rimanere una delle priorità assolute per gli Stati dell’Unione, con l’obiettivo di assicurare entrate tributarie maggiori nelle casse degli Erari nazionali, necessarie per poter ridurre la pressione fiscale sui cittadini. Evasione, elusione, frodi e pianificazione fiscale aggressiva rimangono, quindi, nel mirino delle autorità comunitarie. L’Analisi cita come documento programmatico il Piano d’azione presentato nello scorso giugno dalla Commissione e contenente una serie di indicazioni per combattere l’elusione, rafforzare la trasparenza fiscale e migliorare la tassazione delle imprese operanti nel mercato europeo con l’introduzione di una base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società (CCCTB).
Infine, l’Analisi sottolinea la necessità di modernizzare i sistemi contributivi nazionali, soprattutto in vista della sfida rappresentata dal progressivo aumento dell’età media.
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