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Dal mondo

Ue: sulla thin capitalization
un Taxation Paper nuovo di zecca

La Commissione europea ha pubblicato uno studio sugli interessi passivi corrisposti sul capitale di debito

thin cap
La Commissione europea ha pubblicato il Taxation paper N 42Thin Capitalization Rules and Multinational Firm Capital Structure”, in cui gli autori presentano i risultati di uno studio che ha stimato l'impatto delle norme che limitano la deducibilità degli interessi passivi (ed oneri assimilati) sulla struttura finanziaria delle multinazionali con riferimento alle affiliate estere di multinazionali americane.
 
I Taxation Papers
I Taxation Papers elaborati dallo staff della Direzione generale della Fiscalità e Unione doganale della Commissione europea o da esperti che lavorano in collaborazione con la Commissione hanno la duplice finalità di:
  • facilitare la diffusione delle analisi condotte dalla Direzione generale della fiscalità e Unione doganale della Commissione;
  • contribuire al dibattito sulla fiscalità nell'Unione europea incoraggiando la discussione e l’invio di commenti e suggerimenti per ulteriori approfondimenti.
Le osservazioni preliminari dello studio
Come noto, gli interessi passivi corrisposti sul capitale di debito costituiscono normalmente un costo deducibile dal reddito d’impresa ai fini civilistici. Un primo problema, ai fini fiscali, si pone, tuttavia, quando il finanziamento viene erogato ad una società dai suoi soci (qualificati) o loro parti correlate in quanto l'operazione è potenzialmente idonea a trasformare la corresponsione di dividendi fiscalmente indeducibili  in interessi passivi deducibili per la società partecipata. Si consideri inoltre che in alcune giurisdizioni i soci finanziatori potrebbero altresì godere di un regime di imponibilità limitata o di esenzione per gli interessi attivi percepiti.
Il fenomeno in questione è noto con il nome di thin capitalization (capitalizzazione sottile) che si riferisce all’effetto di sottocapitalizzazione che una società determina  a causa  dell’eccessivo ricorso al finanziamento dai soci qualificati o loro parti correlate (cd. finanziamento interno ) per fini fiscali. L'utilizzo fiscale della capitalizzazione sottile viene contrastato ponendo dei limiti alla deducibilità quando l’indebitamento interno dell’impresa eccede un determinato livello fissato dal legislatore  (solitamente un prefissato  rapporto debt/equity  ovviamente con riferimento  alla quota di finanziamenti erogati dal socio ed al patrimonio netto di sua pertinenza). In numerose giurisdizioni il problema dell’indebitamento eccessivo è stato affrontato più a largo spettro dal punto di vista fiscale ponendo dei limiti alla deducibilità degli interessi passivi  in senso assoluto, a prescindere, quindi, dalla circostanza che il finanziatore sia un socio qualificato o una sua parte correlata.
 
La limitazione alla deducibilità degli interessi passivi
Il paper in discussione esamina differenti regimi di limitazione alla deducibilità degli interessi passivi, siano essi propriamente delle thin capitalization rule basate sulla fissazione di un tetto massimo di deducibilità degli interessi passivi ed oneri assimilati in relazione esclusivamente ai finanziamenti erogati o garantiti (direttamente o indirettamente) da un socio qualificato o da una sua parte correlata che regole di indeducibilità che prescindono dallo status (di socio) del finanziatore.
A tal proposito lo studio rileva in primo luogo che i diversi  regimi analizzati tendono a variare principalmente proprio nella definizione degli indici di indebitamento (debt ratio) oltrepassati i quali gli interessi  passivi eccedenti  non  sono considerati  fiscalmente deducibili.
Gli indici, come anticipato,  sono sostanzialmente riconducibili alle due categorie predette:
  • quelli che limitano la deducibilità degli interessi passivi  prendendo in considerazione il debito complessivo  qualunque sia la fonte del finanziamento (si tratterà dunque degli interessi passivi calcolati sul debito eccedente un prefissato rapporto debt/asset  o debt/equity o degli interessi passivi eccedenti una prefissata percentuale dell’EBIT o dell’EBITDA, etc…)
  • quelli che limitano esclusivamente la deducibilità degli interessi passivi  sui finanziamenti erogati da parti correlate (eccedenti un prefissato rapporto debt/equity riferibile al socio finanziatore).
 
Il trattamento fiscale e l’applicazione delle norme di limitazione
In secondo luogo, lo studio rileva che i regimi di limitazione alla deducibilità degli interessi passivi differiscono per il trattamento fiscale riservato agli interessi eccedenti  il limite previsto. In terzo luogo, nei vari Paesi presi a riferimento variano le modalità di applicazione delle norme di limitazione. In alcuni Paesi, si rileva infatti un disconoscimento automatico  della deduzione degli  interessi passivi che eccedono le soglie prefissate,  mentre  in altri Paesi si riscontra un certo margine di flessibilità. Del resto va evidenziato che alcuni Stati limitano la deduzione degli interessi passivi esclusivamente in applicazione del principio di libera concorrenza nei finanziamenti transnazionali tra parti tra correlate che, come noto, va applicato in relazione ai fatti ed alle circostanze specifiche del singolo caso concreto.
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