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Dal mondo

Ue: per le tasse universitarie
è il servizio che fa la differenza

Dalla gratuità alle forme di finanziamento e agevolazioni fiscali un viaggio all'interno dell’Europa dell’istruzione

tasse universitarie
La mappa delle tasse universitarie nell’Unione europea è particolarmente differenziata. Le diverse filosofie di fondo ruotano essenzialmente intorno al concetto di “servizio”. Così, per alcuni Paesi l’istruzione è gratuita, e l’università considerata un bene e un servizio di carattere pubblico (con pubbliche ricadute per l’intera società come ad esempio il miglioramento del livello culturale).
Per altri è a pagamento perché concepita come un servizio privato (legato alla logica tributaria della controprestazione, e, quindi, a carico dello studente). Anche i finanziamenti (borse di studio, sovvenzioni, prestiti) dipendono da diversi fattori.
 
Il principio della parità di trattamento
In ogni caso, in virtù del principio di parità di trattamento tra studenti, chi frequenta una università di un altro Paese europeo non deve pagare tasse più elevate ed ha diritto alle stesse borse di studio dei cittadini del Paese ospitante. Questo pari trattamento non si applica obbligatoriamente per i prestiti e le borse di sostegno o mantenimento. Tuttavia, lo studente straniero, residente da minimo 5 anni nel Paese in cui intende studiare ha diritto a una borsa di mantenimento alle stesse condizioni previste per lo studente cittadino.
 
La rete informativa europea
Sul portale Eurydice, la rete di informazione sull’istruzione in Europa istituita dalla Commissione europea e dagli Stati membri dell’Unione, è possibile confrontare i costi delle università europee e i benefici per gli studenti.
 
Le agevolazioni fiscali
Indipendentemente dalla logica sottesa, molti Stati “aiutano” indirettamente ad abbattere i costi delle tasse universitarie mediante la concessione di incentivi (per lo più fiscali) che prendono come presupposto il reddito individuale o quello familiare. In via del tutto esemplificativa, l’ordinamento italiano prevede (cfr. articolo 15 del Tuir) la detrazione del 19% a fronte delle spese di istruzione sostenute per la frequenza di corsi di istruzione secondaria di primo e secondo grado, universitaria, di perfezionamento e/o di specializzazione universitaria, tenuti presso università o istituti pubblici o privati, italiani o stranieri. Le spese possono riferirsi a più anni, compresa l’iscrizione fuori corso, e per gli istituti o università privati e stranieri non devono essere superiori a quelle delle tasse e contributi degli istituti statali italiani.
I titolari di partita Iva per le spese sostenute inerenti alla propria attività (cfr. articolo 54 del Tuir) possono dedurre dal reddito professionale il 50% delle spese.Peraltro, l’entità delle tasse universitarie, varia, anche in funzione del tipo di corso e dell’ateneo prescelto. Sempre in via esemplificativa, in Italia, la tassazione media si aggira intorno a 1.000 euro (con una differenza tra i 450 euro dell’università di Potenza e i 1.700 euro del Politecnico di Milano).
 
Reddito individuale o familiare
La tassazione del “servizio” universitario, connesso al reddito individuale o familiare è tipico (oltre che dell’Italia) del Belgio (vallone), Lettonia, Romania e Francia. Le tasse francesi variano da 200 a 1.000 euro all’anno (mentre alle Grandes Ecoles si viene pagati per studiare con una borsa di 1.500 euro al mese più vitto e alloggio). L’Estonia connette le tasse ai risultati degli studenti (così, al raggiungimento di un numero di crediti l’anno l’università è gratuita mentre se non si raggiungono gli obiettivi si può arrivare anche a 7.000 euro anno).
 
La gratuità dell’insegnamento universitario
Altri Paesi (Danimarca, Svezia, Finlandia, Austria, alcuni Lander Tedeschi e Scozia) garantiscono una università totalmente gratuita. Inoltre, lo studente degli atenei Danesi o Svedesi ha diritto ad una borsa di studio dal valore di circa 900 euro al mese.
Anche in Norvegia l’istruzione secondaria è gratuita mentre i master sono a pagamento.
Nei Paesi scandinavi pagano la retta solo gli studenti extra Ue. Anche in Polonia vige questo principio per cui le tasse per gli extra comunitari ammontano a circa 2.000 euro.
Free tax sono anche le università di Cipro, Malta, Repubblica Ceca, Grecia e Ungheria.
 
Alcuni e tutti
In Croazia, Lituania e Slovenia pagano solo i più abbienti. Mentre non c’è differenza, e pagano tutti, in Bulgaria, Islanda, Slovacchia e Belgio (fiammingo).
 
Regno Unito e Paesi Bassi
Il Regno Unito detiene il record per le tasse più alte (con la media di 3.500 euro in Inghilterra fino ad un picchio di oltre 10.000 euro e 35.000 euro per un master). L’apice degli atenei del Galles e Irlanda del Nord raggiunge, invece, i 4.500 euro. In Scozia gli studenti comunitari non pagano nulla. Secondo posto in classifica, come tasse più alte sono le università dell’Olanda. Qui, però, come in Inghilterra il sistema universitario offre ampi sostegni nella forme di servizi gratuiti e borse di studio.
 
Il Regolamento (UE) n. 1288/2013
Sul fronte universitario (e non solo), altresì, occorre segnalare il Regolamento (UE) n. 1288/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea dell’11 dicembre 2013 istitutivo di "Erasmus+": il programma dell’Unione per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport.
Attuato dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2020, contribuisce al conseguimento:
  • della strategia Europa 2020, compreso l’obiettivo principale in materia di istruzione;
  • del quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione ("ET2020");
  • dello sviluppo sostenibile dei Paesi partner nel settore dell'istruzione superiore;
  • del quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018);
  • dello sviluppo della dimensione europea dello sport (in particolare lo sport di base);
  • della promozione dei valori europei a norma dell’articolo 2 del trattato sull’Unione europea.
Il programma Erasmus
Ai fini strettamente universitari, il programma Erasmus+ (in vigore dall’anno accademico 2014-2015 e fino all’anno accademico 2020-2021) consente agli studenti degli Istituti di istruzione superiore titolari della Carta Universitaria Erasmus (Erasmus University Charter – EUC) di trascorrere un periodo di studi presso un Istituto titolare di EUC di uno dei Paesi partecipanti al Programma, che abbia firmato un accordo bilaterale con l’Istituto di appartenenza.
In estrema sintesi, lo studente può ricevere un contributo comunitario, seguire corsi, fruire delle strutture dell’Ateneo ospitante senza pagare altre tasse di iscrizione e con la garanzia del riconoscimento del periodo di studio effettuato all’estero.
 
 


Fonte
 
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