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Dal mondo

Ue: un’agenda fiscale fitta
di impegni e ricca di dossier

Ribadite in sede Ecofin le priorità fiscali del semestre che si è aperto con la presidenza maltese del Consiglio

lente di ingrandimento sulla tassazione
La presidenza maltese del Consiglio dell’Unione europea rappresenta il terzo e ultimo mandato dell’attuale trio di presidenza, seguendo le precedenti leadership olandese e slovacca  rispetto alle quali si muove coerentemente ribadendo la necessità di trovare soluzioni comuni, ma flessibili, a livello UE in accordo con le conclusioni dell’OCSE sul BEPS, individuando gli obiettivi da perseguire nell’ottica di un rafforzamento del mercato unico quale strumento di rilancio dell’economia europea. Il 27 gennaio scorso si è tenuta la prima riunione ECOFIN sotto la Presidenza maltese del Consiglio dell’Unione europea la cui agenda fiscale si inserisce nel quadro di riforme avviato dalla Commissione nell’autunno scorso, riprendendone a pieno ritmo i dossier in materia di imposte dirette e indirette.
 
I dossier fiscali UE nell’agenda della Presidenza maltese
Il Digital Single Market e la modernizzazione del sistema Iva
Nel programma della Presidenza particolare attenzione è rivolta allo sviluppo del mercato unico digitale (Digital Single Market), strettamente correlato ad interventi di modernizzazione del sistema Iva in un’ottica di lotta alle frodi. Si tratta di un’importante opportunità di crescita economica per i Paesi dell’Unione, al centro di un pacchetto di proposte presentate dalla Commissione il 1° dicembre 2016 (c.d. “pacchetto sull’Iva digitale”), nel quadro della “Strategia per il mercato unico digitale in Europa”  e del “piano d’azione Iva”, adottato ad aprile 2016. Tali proposte, volte ad agevolare gli adempimenti Iva per le imprese operanti nel commercio elettronico nell’UE, e che si prevede aiuteranno gli Stati membri a recuperare le perdite di gettito Iva, hanno come obiettivo di consentire alle imprese (in particolare le start-up e le piccole e medie imprese) ed ai consumatori di effettuare compravendite di beni e servizi on-line con maggiore facilità, estendendo l’ambito di applicazione dello “sportello unico” UE (c.d. MOSS – Mini One Stop Shop, oggi previsto soltanto per i pagamenti Iva relativi alle prestazioni di servizi di telecomunicazione, teleradiodiffusione ed elettronici) all’Iva dovuta per tutte le prestazioni di servizi B2C, per le vendite a distanza verso  consumatori stabiliti in altri Paesi dell’Unione e per le importazioni di modico valore (per un importo inferiore a 150 euro). Inoltre, relativamente alle pubblicazioni elettroniche, si prevede la possibilità di applicare la stessa aliquota Iva, prevista per gli equivalenti formati cartacei, attraverso la soppressione delle disposizioni che escludevano tali pubblicazioni dal trattamento fiscale favorevole riservato alle tradizionali pubblicazioni cartacee.
 
La proposta della Commissione europea
Sempre in materia di modernizzazione dei regimi Iva, la Commissione europea, lo scorso 21 dicembre, ha presentato una proposta di direttiva che modifica la direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto, con riguardo all’applicazione temporanea di un meccanismo generalizzato di inversione contabile alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi al di sopra di una determinata soglia, il General Reverse Charge Mechanism, in deroga ad uno dei principi generali della direttiva Iva, ossia il pagamento frazionato. Nello specifico, si prevede che il soggetto debitore dell’Iva sia il soggetto passivo destinatario di una cessione di beni o di una prestazione di servizi al di sopra di una soglia di 10.000 euro per fattura. La proposta fa seguito alla specifica richiesta formulata da alcuni Stati membri che ritengono tale meccanismo utile nel contrasto alle cosiddette frodi carosello, che traggono origine dall’esenzione prevista per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi intracomunitarie, che consente di ottenere beni in esenzione dall’Iva. La frode fiscale viene praticata da taluni operatori non versando alle autorità fiscali l’Iva percepita dai propri acquirenti di beni e servizi, i quali, essendo in possesso di fatture valide, continuano a mantenere il diritto alla detrazione fiscale. Gli stessi beni possono essere ceduti più volte, anche nell’ambito di cessioni intracomunitarie esenti, anche in caso di prestazioni di servizi. Individuando nell’acquirente dei beni o nel destinatario dei servizi il debitore dell’Iva, tale deroga avrebbe lo scopo di eliminare la possibilità di praticare questa forma di frode fiscale.
 
Imprese: trasparenza, risoluzione delle controversie sulle doppie imposizioni, stabilità, certezza giuridica e semplificazione amministrativa
L’attuale presidenza prosegue la sua azione nel percorso tracciato dalla precedente Presidenza slovacca, inserendosi nel solco dei progressi significativi raggiunti, in particolare, con l’adozione da parte del Consiglio, il 6 dicembre 2016, della direttiva che autorizza le autorità fiscali ad accedere alle informazioni in possesso delle autorità responsabili della prevenzione del riciclaggio e che imporrà agli Stati membri di fornire l’accesso alle informazioni sulla titolarità effettiva delle società (direttiva 2016/2258/UE), nonché nel pacchetto di riforme, annunciato dalla Commissione con la Comunicazione del 25 ottobre 2016 “Creare un sistema equo, competitivo e stabile di tassazione delle imprese nell’UE”, volto a rivedere il modo in cui le società sono tassate nel mercato unico.
Il pacchetto legislativo, volto a favorire la crescita, la competitività e l’equità all’interno dell’Unione europea, è stato oggetto di un primo scambio di vedute nel corso dell’ECOFIN dell’8 novembre 2016. In questo contesto, la Commissione prevede il rilancio del progetto sulla base imponibile comune e consolidata delle imprese e l’introduzione di una disciplina più dettagliata in tema di disallineamenti ibridi.
È inclusa anche la proposta di direttiva sui meccanismi di risoluzione delle controversie in materia di doppia imposizione nell’Unione europea, che affronta uno dei principali problemi riscontrati dalle società che operano a livello cross-border.
Il Consiglio, nelle conclusioni formulate il 6 dicembre scorso, in sede ECOFIN, relative alla Comunicazione della Commissione del 25 ottobre 2016, sottolineando l’importanza di disporre di norme in materia di tassazione delle imprese in grado di assicurare stabilità, certezza giuridica e semplificazione amministrativa alle imprese, e appoggiando la prosecuzione delle discussioni sulla Proposta relativa a una base imponibile comune dell’imposta sulle società (CCTB) e a una base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società (CCCTB), ha invitato le presidenze entranti a organizzare i lavori al riguardo, specificando le priorità degli Stati membri negli interventi normativi.
In tema di codice di condotta, il Consiglio ECOFIN, nella sessione dell’8 novembre 2016, ha approvato le conclusioni sui criteri e sul processo in vista della creazione della lista UE delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali, la cui approvazione, da parte del Consiglio, dovrà avvenire entro il 2017.
 
Prospettive negoziali
La presidenza maltese eredita così nella propria agenda i dossier fiscali già definiti nelle proposte che intende esaminare e rilanciare, come annunciato nella prima riunione ECOFIN dello scorso mese di gennaio, dove, oltre a ribadire il proprio impegno a portare avanti le proposte di direttive in materia di imposte dirette e indirette dell’autunno 2016, rafforza l’impegno nella lotta alle frodi e si impegna a concludere le negoziazioni relative alla proposta di modifica della IV direttiva antiriciclaggio, attraverso l’adozione di ulteriori misure volte ad aumentare la trasparenza su legal entities e transazioni finanziarie.
 
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