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Dal mondo

Uk, primo anno del fisco in byte.
L’Hmrc fa il punto su Making tax digital

Pubblicato il report sui mesi d’esordio della trasformazione digitale degli adempimenti tributari britannici

londra

Va avanti la rivoluzione inglese del fisco digitale. A poco meno di un anno dal debutto, le Entrate britanniche hanno pubblicato il primo report su Making tax digital (Mtd), il progetto governativo di digitalizzazione degli adempimenti tributari avviato il 1° aprile 2019. Lato business, il sistema prevede che a regime tutte le aziende adottino programmi gestionali digitalizzati per la tenuta della contabilità in grado di generare una compilazione automatizzata dei modelli fiscali e di dialogare con il sistema informatico dell’Hmrc, sia per il successivo invio di dichiarazioni e comunicazioni sia per effettuare e ricevere i pagamenti.

I numeri della fase uno
Il report, pubblicato il 19 marzo, contiene un primo bilancio dell’implementazione del programma, che è partito in una prima fase la scorsa stagione dichiarativa limitandosi all’Iva e coinvolgendo in modo obbligatorio solo le imprese con un fatturato superiore a 85mila sterline l’anno. Dal 1° aprile 2019, data del debutto, fino al 9 marzo 2020 le imprese che si sono adeguate approntando le modifiche gestionali necessarie per allacciarsi al sistema informatico del Fisco hanno superato la quota di 1,4 milioni. Di questi, fa sapere l’Amministrazione fiscale britannica, 1,2 milioni sono i soggetti obbligati per legge all’adesione al sistema, ma in aggiunta ci sono anche 270mila soggetti Iva - su una platea stimata di 900mila imprese – che si sono attrezzati per aderire spontaneamente al sistema digitale fin da subito, pur avendo un fatturato più basso della soglia obbligatoria. Il report precisa che oltre 4 milioni di dichiarazioni Iva sono state trasmesse attraverso software compatibili con il sistema Making tax digital, mentre dal punto di vista dei versamenti sono transitati tramite il sistema Mtd 41 miliardi di sterline e, con percorso inverso, 13 miliardi di rimborsi.

Perno del programma, la scelta del software
Il progetto Making tax digital tocca diversi aspetti della vita tributaria delle aziende. Si parte dalla tenuta della contabilità, che diventa digitalizzata per consentire il trasferimento dei dati dell’attività direttamente nei modelli fiscali in vista della fase successiva di invio alle Entrate. Contrariamente a quanto è avvenuto per la fatturazione elettronica italiana, il Fisco di Sua Maestà ha scelto di non offrire ai contribuenti programmi o servizi di propria costruzione, ma ha aperto sul proprio sito una pagina di comparazione tra i diversi prodotti disponibili sul mercato. All’interno del portale, gli operatori trovano l’elenco degli oltre 500 software compatibili con Making tax digital e possono filtrarli in base alle loro caratteristiche. I prodotti offerti da diversi provider privati presentano diversi livelli di performance: si va da quelli completamente gratuiti, che consentono una gestione delle realtà più semplici, a software gestionali più complessi in grado di dialogare con i processi interni dell’azienda, diversificati in base alla tipologia di attività e più performanti in base a esigenze specifiche, per esempio nel campo dell’accessibilità. In più ci sono i bridging products, ovvero i sistemi che consentono di connettere i vecchi software gestionali già in uso nelle imprese all’autostrada del Making tax digital, consentendo qualche risparmio.

La strada del digitale per ridurre il tax gap
A parte la semplificazione del rapporto fisco-utenti, le aspettative dell’Hmrc sulla trasformazione del Fisco in chiave digitale si concentrano soprattutto sulla riduzione del tax gap per la parte riguardante gli errori commessi dai contribuenti. Su questo punto calcoli concreti ancora non ce ne sono. C’è però la stima del gettito perso “aggredibile” dal funzionamento a regime del Making tax digital: secondo gli ultimi dati pubblicati, infatti, riguardanti all’anno d’imposta 2017/2018, solo gli errori in buonafede dei contribuenti di Sua Maestà costano ogni anno all’Erario quasi 10 miliardi di sterline. Una ricchezza “perduta” che l’Agenzia delle Entrate conta di recuperare proprio dando supporto digitale alle imprese nello svolgimento degli adempimenti fiscali, fino ad arrivare entro il 2024 al recupero di 1,2 miliardi di maggiori entrate.

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