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Dal mondo

Uk, record di dichiarazioni fiscali
entro il termine del 31 gennaio

Ne sono arrivate 10,7 mln, il 93,5% del totale atteso, di cui 9,9 mln online. Dal 1° febbraio al via le sanzioni.

Uk tax return campaign
Il Fisco di sua maestà brinda ai 10,7 milioni di cittadini che hanno presentato la dichiarazione dei redditi entro la deadline dello scorso 31 gennaio e soprattutto ai 9,9 milioni che lo hanno fatto online. “È veramente fantastico vedere che ogni anno sempre più persone giocano d’anticipo”, inviando la loro ‘tax return’ entro la scadenza, ha detto soddisfatta Angela MacDonald, direttore generale dei Servizi ai cittadini dell’Hm Revenue & Customs, l’Agenzia delle Entrate britannica, ringraziando coloro che hanno rispettato il termine e lanciando un appello ai ritardatari, circa 745mila, le cui dichiarazioni sono ancora in stand-by. Per loro, dal primo febbraio è scattata una prima sanzione fissa pari a 100 sterline, che si applica anche se non vi è alcuna imposta da pagare, o se quanto dovuto è pagato in tempo. “Davvero non vogliamo sanzioni, vogliamo solo dichiarazioni fiscali”, ha chiosato la MacDonald. Qualche anno fa, la stessa amministrazione aveva diffuso un elenco delle motivazioni più fantasiose addotte dai cittadini per evitare di pagare le sanzioni dovute in caso di invio oltre il termine: dal postino che non consegna la dichiarazione ai figli che la scarabocchiano, passando per la moglie malata e il cane ‘goloso’ di modelli. In effetti, i cittadini del Regno Unito che forniscono una motivazione ragionevole prima del 31 gennaio possono evitare di pagare le sanzioni. Ma servono argomentazioni più che fondate e, all’occorrenza, anche supportate da prove.
 
Oltre 9 cittadini su 10 puntuali all’appuntamento con il Fisco  
Delle 11,4 milioni di dichiarazioni attese, 10,7 milioni hanno tagliato il traguardo in tempo (93,5%). Di queste, 9,9 mln sono passate per il servizio disponibile sul sito del dipartimento. Ben 4,8 milioni sono relative al mese di gennaio, circa 759mila sono state spedite l’ultimo giorno utile e circa 60mila tra le 16 e le 17 del 31 gennaio, la fascia oraria “preferita” per i circa 60mila cittadini che hanno premuto click sul filo di lana: oltre mille dichiarazioni al minuto, 17 al secondo. Al fotofinish, tra le 23 e le 23:59, circa 30mila dichiarazioni. Sempre l’ultimo giorno utile sono state effettuate online quasi 390mila operazioni di pagamento. I dati mostrano un trend in costante ascesa: due anni fa, l’Hmrc ha raccolto 10,4 milioni di dichiarazioni, 300mila in meno di quest’anno e 150mila in più dell’anno prima. 
 
Obiettivo 100% dichiarazioni tempestive
L’Hmrc ha fornito anche i numeri relativi all’attività di assistenza: nel corso della giornata del 31 gennaio - ha fatto sapere con un comunicato stampa - sono state gestite 195.260 chiamate, ma i tempi di attesa sono stati mantenuti a soli 3 minuti e 6 secondi, “il che significa che centinaia di migliaia di clienti hanno ricevuto il supporto supplementare necessario per rispettare la scadenza”. “Ma non siamo soddisfatti - ha detto il responsabile dei servizi, Angela MacDonald - vogliamo che il numero dei ritardatari sia pari a zero e continueremo a migliorare il processo affinché sia sempre più facile e semplice per tutti i nostri clienti, fin quando tutte le dichiarazioni non arriveranno nei tempi e senza errori evitabili”.
 
Le sanzioni per i ritardatari
Nel Regno Unito, in caso di dichiarazione fiscale tardiva scatta subito una sanzione fissa di 100 sterline, a prescindere dal fatto che ci sia o meno un’imposta a debito e anche se il dovuto è pagato in tempo. Dopo 3 mesi, si applicano ulteriori sanzioni pari a 10 sterline al giorno, fino a un massimo di 900 sterline. Trascorsi 6 mesi, scatta un’ulteriore sanzione pari al 5% dell’imposta dovuta o a 300 sterline (l’importo maggiore), e dopo un anno occorre calcolare un ulteriore 5% (o 300 sterline, a seconda di quale sia l’importo maggiore). Ulteriori penalità si applicano a coloro che non versano nei tempi la sanzione pari al 5%.
 
La dichiarazione dei redditi? Era sul mio yacht… che ha preso fuoco
Ogni anno l’Hmrc riceve una serie di argomentazioni insolite da parte dei ‘ritardatari’. Quelle più curiose sono state diffuse a dicembre 2016, con un comunicato stampa, dallo stesso dipartimento. Eccone alcune: “La mia dichiarazione dei redditi era sul mio yacht… che ha preso fuoco”; “Mia moglie mi aiuta con la dichiarazione dei redditi, ma ha avuto mal di testa per dieci giorni”; “Il mio cane ha mangiato la mia dichiarazione dei redditi... e tutti i promemoria”; “Mio figlio ha scarabocchiato in tutta la dichiarazione dei redditi, quindi non sono stato in grado di inviarla”; “Lavoro in proprio, ma un collega ha preso in prestito la mia dichiarazione dei redditi per fotocopiarla e l’ha persa”; “Mio marito mi ha detto che la scadenza era il 31 marzo”; “Il postino non consegna a casa mia”.
Tutte ragioni addotte in altrettanti ricorsi contro le sanzioni dell’Hmrc, che non hanno avuto esito positivo sulla base del fatto che non erano giustificate in modo veritiero o sufficiente. “Accusare il postino, discutere con i familiari e gli insetti fastidiosi… - aveva commentato l’allora Direttore generale del Servizio clienti, Ruth Owen - è facile capire che alcune scuse per non aver completato una dichiarazione dei redditi in tempo possono essere più discutibili di altre”. Effettivamente, i cittadini che forniscono una motivazione ragionevole prima della scadenza del 31 gennaio possono evitare di pagare le sanzioni. Tuttavia, le ragioni rappresentate devono essere autentiche ed eventualmente supportate da prove, che il dipartimento si riserva di chiedere.
 
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