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Dal mondo

Unione europea: da Eurostatgli ultimi trend sulla fiscalità

L’andamento delle tasse in Europa vigilato speciale nell’ultima pubblicazione edita da Eurostat e dalla Taxud

La pressione fiscale globale è diminuita nell’Unione europea dei 27, passando dal 39,3% del Pil nel 2008 al 38,4% nel 2009. I dati confermano che questo calo è dovuto essenzialmente alla diminuzione del 4,3% del Pil osservato tra il 2008 e il 2009 e non a un abbassamento delle tasse. Dall’inizio del decennio, la spesa fiscale ha perso 2,1 punti nell’Unione dei 27. Il Report è diviso in tre parti. La prima parte passa in rassegna i principali trend fiscali in Europa. La seconda parte presenta la classifica economica delle tasse. La terza parte contiene 29 schede paese che analizzano gli andamenti dello sviluppo del carico fiscale e che forniscono una visione d’insieme del sistema fiscale e dei più recenti cambiamenti strategici. Il tutto è corredato da statistiche descrittive per ogni Paese che raccolgono diversi dati come ad esempio l’impatto delle tasse in percentuale sul Pil. 
 
L’Eurostat monitora l’andamento delle tasse in Europa
Questi dati e informazioni provengono dall’ultima edizione della pubblicazione sui trend fiscali nell’Unione Europea realizzata dall’Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione Europea e dalla Direzione generale della fiscalità e delle dogane della Commissione europea. L’edizione di quest’anno, per la prima volta, include i dati sulle effettive pressioni fiscali per le corporazioni non finanziarie. Inoltre, il report contiene anche una dettagliata analisi dell’impatto della crisi economica e finanziaria sui sistemi fiscali di tutti gli Stati membri della Ue.
Nei confronti del resto del mondo, la pressione fiscale rimane generalmente alta e più di un terzo sopra i livelli registrati in America e Giappone.  Il peso fiscale, comunque, varia considerevolmente tra i diversi Stati membri nel 2009. Da meno del 30% in Lettonia (26,6%), Romania (27%), Irlanda (28,2%), Slovacchia (28,8%), Bulgaria (28,9%) e Lituania fino a più del 45% in Danimarca (48,1%) e in Svezia (46,9%).
 
L’Iva in aumento
Un settore in cui la crisi economica e finanziaria ha avuto un impatto visibile è stato quello dell’imposta sui consumi. Il tasso standard dell’Iva è aumentato di 1,3 punti dall’inizio della crisi economica. Dopo essere aumentato leggermente dal 2000 al 2008, il livello medio dell’Iva si è subito fortemente accresciuto nell’Unione Europea dei 27, passando dal 19,4% nel 2008 al 20,7% nel 2011. Circa la metà degli Stati membri ha aumentato l’Iva tra il 2008 e il 2011 come, ad esempio, l’Ungheria (dal 20% al 25%), la Romania (dal 19% al 24%), la Grecia (dal 19% al 23%) e la Lettonia (dal 18% al 22%).
 
Svezia, Belgio e Olanda in vetta alla classifica delle aliquote più alte sul reddito
La media delle aliquote fiscali sul reddito personale è diminuita nel 2011 nell’Unione Europea dei 27, in gran parte grazie alla diminuzione del 20% dell’aliquota in Ungheria. La Svezia con il 56,4%, il Belgio con il 53,7% e l’Olanda con il 52%, sono ai primi posti nella classifica con le più alte aliquote fiscali come si può vedere dalla tabella. 
 
Tassi d’imposizione legale massima sui redditi in % 

 
Imposte sui  redditi delle persone fisiche
Imposte sui redditi delle società
2000
2010
2011
Differenza 2000-2011
2000
2010
2011
Differenza 2000-2011
UE27*
44,7
37,6
37,1
-7,6
31,9
23,3
23,2
-8,7
Belgio
60,6
53,7
53,7
-6,9
40,2
34,0
34,0
-6,2
Bulgaria
40,0
10,0
10,0
-30,0
32,5
10,0
10,0
-22,5
Rep. Ceca
32,0
15,0
15,0
-17,0
31,0
19,0
19,0
-12,0
Danimarca
59,7
51,5
51,5
-8,2
32,0
25,0
25,0
-7,0
Germania
53,8
47,5
47,5
-6,3
51,6
29,8
29,8
-21,8
Estonia
26,0
21,0
21,0
-5,0
26,0
21,0
21,0
-5,0
Irlanda
44,0
41,0
41,0
-3,0
24,0
12,5
12,5
-11,5
Grecia
45,0
45,0
45,0
0,0
40,0
24,0
23,0
-17,0
Spagna
48,0
43,0
45,0
-3,0
35,0
30,0
30,0
-5,0
Francia
59,0
45,8
46,7
-12,3
37,8
34,4
34,4
-3,4
Italia
45,9
45,2
45,6
-0,3
41,3
31,4
31,4
-9,9
Cipro
40,0
30,0
30,0
-10,0
29,0
10,0
10,0
-19,0
Lettonia
25,0
26,0
25,0
0,0
25,0
15,0
15,0
-10,0
Lituania
33,0
15,0
15,0
-18,0
24,0
15,0
15,0
-9,0
Lussemburgo
47,2
39,0
42,1
-5,0
37,5
28,6
28,8
-8,7
Ungheria
44,0
40,6
20,3
-23,7
19,6
20,6
20,6
1,0
Malta
35,0
35,0
35,0
0,0
35,0
35,0
35,0
0,0
Paesi Bassi
60,0
52,0
52,0
-8,0
35,0
25,5
25,0
-10,0
Austria
50,0
50,0
50,0
0,0
34,0
25,0
25,0
-9,0
Polonia
40,0
32,0
32,0
-8,0
30,0
19,0
19,0
-11,0
Portogallo
40,0
45,9
46,5
6,5
35,2
29,0
29,0
-6,2
Romania
40,0
16,0
16,0
-24,0
25,0
16,0
16,0
-9,0
Slovenia
50,0
41,0
41,0
-9,0
25,0
20,0
20,0
-5,0
Slovacchia
42,0
19,0
19,0
-23,0
29,0
19,0
19,0
-10,0
Finlandia
54,0
49,0
49,2
-4,8
29,0
26,0
26,0
-3,0
Svezia
51,5
56,4
56,4
4,9
28,0
26,3
26,3
-1,7
Regno Unito
40,0
50,0
50,0
10,0
30,0
28,0
27,0
-3,0
Norvegia
47,5
40,0
40,0
-7,5
28,0
28,0
28,0
0,0
Islanda
:
 
46,1
46,1
:
30,0
18,0
20,0
-10,0

Fonte: Eurostat

L’impatto della crisi sul bilancio
L’impatto della crisi sulle finanze pubbliche è stato più forte dal punto di vista della spesa che dal punto di vista fiscale. In media, dal 2008 al 2009, la contrazione delle entrate fiscali ha contribuito soltanto per mezzo punto al peggioramento del deficit pubblico. La spesa, per contrasto, è aumentata molto di più, all’incirca di 4 punti del PIL. Inoltre, mentre le spese in rapporto al PIL hanno subito un incremento significativo in quasi tutti i paesi, la situazione sul fronte delle entrate fiscali è stata molto più contrastata in quasi un quarto dei paesi. Infatti la diminuzione delle entrate è stata rilevante, arrivando a quasi il 2% del PIL o più, invece più di un terzo dei paesi, di fatto, ha aumentato le entrate fiscali come una percentuale del PIL.

Alte tasse sul lavoro in Italia, sul consumo e sul capitale in Danimarca
La più grande fonte delle entrate fiscali nella UE dei 27 è costituita dalle tasse sul lavoro, rappresentando quasi la metà delle totali, seguita dalle tasse sul consumo, approssimativamente ad un terzo e dalle tasse sul capitale a quasi sotto un quinto.
La media dell’imposizione fiscale sul lavoro, che fornisce una misura globale del peso fiscale medio che incide sui redditi da lavoro, è diminuita nella Ue a 27. L’imposta è passata dal 33,8% della base d’imposizione potenziale nel 2008 al 32,9% nel 2009.
Il livello medio d’imposizione sul consumo nella Ue a 27 che era aumentato tra il 2001 e il 2007 è subito diminuito passando dal 21,4% nel 2008 al 20,9% nel 2009.
Per quanto riguarda il livello medio d’imposizione implicita del capitale è stato del 24,7% nel 2009 contro il 25,2% nel 2008.
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