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Allo studio l’adeguamento del codice fiscale numerico

L’Italia, per scongiurare errori dovuti all’autoproduzione del codice fiscale, sta valutando l’opportunità di inserire nel nostro sistema tributario l’esperienza adottata dai Paesi del nord-Europa dove, invece, il codice fiscale numerico sembra funzionare più efficacemente. In estrema sintesi, i tecnici della Sogei (dopo 40 anni) stanno varando l’ipotesi di sostituire l’attuale codice fiscale, formato da 16 caratteri alfa-numerici, collegato ai dati anagrafici del soggetto persona fisica, con caratteri solamente numerici. La ragione di tale cambiamento è diretta ad escludere eventuali inesattezze. In alcuni casi, infatti, il codice fiscale (italiano) che viene autogenerato (attraverso appositi programmi) crea delle identità non corrette e/o inesistenti per l’anagrafe tributaria.

Europa ed altri esempi nel mondo
Al riguardo, occorre osservare, infatti, che l’Italia è l’unico Paese europeo che possiede un codice fiscale alfanumerico "auto-generabile" (nel Regno Unito di Gran Bretagna, ad esempio, il codice fiscale, national insurance number, è formato, per l’appunto, da cifre numeriche). Il nuovo numero, in tal modo, potrebbe inglobare le funzioni proprie della partita Iva (indicando, ad esempio, la circostanza se l’interessato sia anche titolare di una attività soggetta ad imposta sul valore aggiunto). L’utilizzo del sistema numerico, in effetti, viene adottato pure in altri Paesi extraeuropei. In Brasile, ad esempio, il codice fiscale si chiama CPF (cadastro de pessoas fisicas), negli Stati Uniti SSN (social security number) ed in entrambi i casi tali codici identificativi personali sono formati esclusivamente da numeri.
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