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Australia, in rete la trasparenza.
L’Ato aggiorna i dati sui big payers

Pubblicato il Rapporto sulla trasparenza fiscale societaria del Fisco australiano

Sidney
Dicembre è tempo di trasparenza. Anche quest’anno l'Agenzia delle Entrate australiana (l’Ato, Australian Taxation Office) ha provveduto ad aggiornare le informazioni finanziarie e i dati fiscali delle oltre 2mila grandi aziende operanti nel Paese. Il report pubblicato sul sito dell’Ato è il terzo da quando è diventato obbligatorio per legge e analizza il biennio 2015-2016.
 
Cosa c’è nell’elenco
Una volta all’anno il Fisco australiano rende disponibili, in un comodo file excel, i dati relativi a tutte le imprese con più di 100 milioni di dollari australiani di fatturato. Una volta aperto il report sul proprio computer, il cittadino può vedere con i propri occhi i dati più importanti (quantomeno dal punto di vista fiscale) relativi ai grandi contribuenti del continente australiano. E stabilire da sé (non per forza a ragione) chi è un buon contribuente e chi no.
Nel lungo elenco sono riportati il nome e il numero di Abn (Australian Business Number) di ciascuna società, il reddito complessivo, il reddito imponibile, e l’imposta sul reddito dovuta. I dati contenuti nella relazione derivano dalle dichiarazioni dei redditi presentate entro il primo settembre 2017. Quest’anno le società inserite nella lista toccano quota 2.043.
 
Versamenti spontanei e promozione della compliance
Il dato più significativo, dicono dalle Entrate del Commonwealth dell'Australia, è questo: nell’arco temporale 2015-2016 l’insieme delle imposte dovute dalle società comprese nell’elenco rappresenta il 60% di tutte le imposte sul reddito delle società dovute. Non solo, nel biennio precedente (per il quale i dati sono già definitivi), i grandi gruppi societari hanno pagato spontaneamente il 91% delle imposte dovute, mentre un ulteriore 3% è stato versato in seguito alle attività di promozione della compliance realizzate dall'Ato.

Luci e ombre del rapporto
Contestualmente alla pubblicazione della nuova lista, il Fisco australiano ha voluto precisare alcuni punti per evitare che i professionisti della polemica potessero partire in quarta contro l’operazione.
Punto uno, se alcuni dati sono negativi è, in parte, perché le informazioni pubblicate riflettono lo stato dell'economia del biennio, in cui si è verificato un calo significativo della redditività delle società operanti nel mercato dell’energia e dello sfruttamento delle risorse naturali.
Punto due, dice l’Ato, siamo a conoscenza del fatto che la maggiore criticità dell’operazione trasparenza è sempre la stessa. Quest’anno sono 732 i grandi contribuenti che non verseranno un dollaro alle casse dello Stato, 53 in più rispetto all’elenco dell’anno passato. In pratica, il 35% della platea considerata. Il rapporto sulla trasparenza delle imposte sulle società si porta questo neo sin dall’inizio. E ogni volta l’Ato è costretta a ricordare che le imposte si pagano sugli utili (non sul reddito lordo), e che gli utili sono erosi dalle perdite e dai costi sostenuti dalle società. Sulla pianificazione fiscale delle aziende, insomma, stiamo lavorando. Per i miracoli ci stiamo attrezzando.
 
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