Tre clausole, la prima per evitare l’impiego abusivo delle convenzioni, la seconda per contrastare l’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili e la terza per aumentare la certezza del diritto per i contribuenti. Sono i tre punti saldi su cui si fonda il protocollo di modifica della Convenzione per evitare le doppie imposizioni (CDI) in materia d’imposte sul reddito e sul patrimonio firmato da Svizzera e Lettonia.
Il protocollo è intervenuto introducendo una clausola di assistenza amministrativa in materia di scambio di informazioni su domanda secondo l’attuale standard internazionale. Seguono alcune disposizioni contenute nel progetto Beps dell’OCSE e del G20 per contrastare l’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili. Tra le novità normative vi è poi la riduzione dell’aliquota d’imposta prelevata sugli utili distribuiti di partecipazioni qualificate e sui canoni.
Il protocollo di modifica della Convenzione, che è stato firmato a Riga il 2 novembre scorso, passa ora all’esame dei due Parlamenti, elvetico e lettone, per la definitiva approvazione. Nella Confederazione elvetica il documento ha già superato il vaglio dei Cantoni e degli ambienti economici.
Allo stato la Confederazione elvetica ha firmato 54 convenzioni sulle doppie imposizioni che soddisfano lo standard internazionale in materia di scambio d’informazioni su domanda e di queste 47 sono già entrate in vigore.
Beps e clausole antiabuso
nell’intesa Svizzera-Lettonia
Firmato il protocollo di modifica della convenzione sulle doppie imposizioni
