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Cina: il grande drago
punta sulla piccola impresa

Confermati dal governo sgravi e agevolazioni fiscali sino alla fine del 2016

dragone cinese
La Repubblica popolare cinese punta sulla spinta propulsiva delle medie e delle piccole aziende. Secondo quanto rivelato recentemente dall’amministrazione fiscale di Pechino nel 2014 le imprese di dimensioni ridotte hanno infatti beneficiato di sgravi fiscali per oltre 61,2 miliardi di renminbi, corrispondenti a 9,8 miliardi di dollari Usa. 

Finestra più ampia per gli sgravi fiscali - Un ammontare di tagli così consistente si spiega con l'allargamento della platea dei beneficiari. Dal primo gennaio 2014 possono infatti fruire di una riduzione del 50% del reddito tassabile non soltanto le piccole imprese con un reddito fino ai 60mila renminbi all'anno, ma anche quelle con un reddito che non supera i 100mila renminbi.  Quest’impegno è stato confermato fino al termine del 2016 e si inserisce in un quadro di crescita annuale di circa il 7% delineato nei giorni scorsi dal premier cinese Li Keqiang nel corso del Congresso annuale dell' Assemblea nazionale del popolo.

Piccola impresa, la spina dorsale del Paese – Ma qual è il motivo che spinge il governo della Repubblica popolare cinese a incentivare e a credere nella piccola e media impresa? Nonostante il fatto che sia la meta ambita e scelta da numerose multinazionali e tenuto anche conto del peso consistente e della centralità delle aziende di proprietà statale, in Cina le quelle medie e piccole rappresentano ancora oltre il 75% del totale delle imprese del Paese e forniscono posti di lavoro a quasi l'80% di lavoratori urbani. Inoltre, secondo gli ultimi dati diffusi dall'Ufficio nazionale di statistica cinese dal 2013 la maggioranza dei cinesi vive ormai nelle città.  Un traguardo storico per la Terra di Mezzo, in cui la classe contadina, dal rovesciamento delle dinastie imperiali alla rivoluzione maoista, è sempre stata, fino ad ora, perno del cambiamento sociale ed economico.

Il punto su Hong Kong – Anche la Regione amministrativa speciale della Cina, dotata come è noto di un alto grado di sovranità fiscale, sceglie di puntare sugli sgravi fiscali col duplice obiettivo di garantire la stabilità economica nel lungo periodo e di favorire la crescita nel breve periodo: + 1% di prodotto interno lordo è l’impatto stimato della manovra. Di questo tipo di riduzione della pressione fiscale, che includerà fra le altre le tasse sul lavoro, beneficeranno a Hong Kong quasi due milioni di contribuenti con una riduzione delle entrate fiscali di circa 16 miliardi di dollari locali.
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