Clima e contribuenti in primo piano.
L’Islanda vara le nuove misure
Aumentano le tasse sull’emissione di inquinanti e sulle transazioni finanziare
Aumenta, invece, la tassazione sui redditi di natura finanziaria, che passa dal 20 al 22%. Questa è una delle novità adottate con l’obiettivo di generare introiti per le casse dello Stato. Secondo le stime del ministero delle Finanze, infatti, nel 2018 le entrate dovrebbero aumentare di 26 miliardi di corone, cioè circa 209 milioni di euro, grazie anche all’attuazione delle nuove misure fiscali. A questo proposito, nella Legge di Bilancio il governo mette nero su bianco in che modo sarà utilizzato il nuovo gettito. Una buona parte dovrebbe finanziare la spesa sanitaria. Più fondi in arrivo anche per incrementare le agevolazioni per i disoccupati e per le famiglie con figli, per le università e l’istruzione superiore. A beneficiare di nuove entrate anche il settore dei trasporti e delle comunicazioni.
Ampliati, infine, anche i fondi per il sostegno alle politiche ambientali. E l’ambiente rimane una delle principali priorità per il governo islandese. Reykjavik, infatti, ha deciso di utilizzare la leva fiscale per promuovere l’uso delle fonti alternative di energia e disincentivare l’adozione di quelle più inquinanti. Come? Aumentando a partire da quest’anno l’imposta sul petrolio e la carbon tax sul carburante, per la quale è previsto un incremento del 50%. Sulla stessa linea d’onda anche la decisione di continuare a non applicare l’Imposta sul valore aggiunto sulla vendita di macchine elettriche e a idrogeno.
Secondo una dichiarazione ufficiale rilasciata a inizio anno dal Ministro delle Finanze, infine, potrebbe aumentare anche la tassazione nel settore ittico, da sempre una delle voci più redditizie per l’economia islandese. Un’economia che, come rivelano i dati pubblicati dall’Ocse nel 2017, vanta la crescita più veloce tra i Paesi membri.