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Crescita e inflazione: lenta e bassa.
A indicarlo la Commissione

Rese note oggi dall’esecutivo le previsioni economiche d’autunno

commissione europea
L'1,3% nell'Unione europea e lo 0,8% nella zona euro nel 2014 per arrivare all'1,5% e all'1,1% nel corso del 2015. Sono le due indicazioni di rilievo sulla crescita del Pil contenute nella comunicazione delle previsioni d’autunno della Commissione europea.
L’innalzamento dei valori della crescita prevista nel 2015, secondo l’esecutivo Ue, è da attribuire all’aumento della domanda interna ed estera. Nel 2016, secondo quanto indicato nel documento, la previsione è di una accelerazione della crescita prodotta dal rafforzamento del settore finanziario e dai primi risultati sul fronte delle riforme strutturali.
 
La Commissione rileva poi che la ripresa economica, iniziata nel secondo trimestre del 2013, presenta ancora i caratteri di fragilità accompagnata da una debolezza del dinamismo economico rilevato in alcuni Stati membri dell’Unione. Il clima di fiducia, rileva ancora la Commissione, rispetto alla primavera è minato dai rischi geopolitici crescenti e dalle prospettive economiche mondiali meno favorevoli. La lentezza della ripresa economica prevista per il 2015, nonostante condizioni finanziarie propizie, è da attribuire al graduale venir meno delle conseguenze della crisi, con una disoccupazione ancora forte, un debito elevato e una scarsa utilizzazione delle capacità. Un capitolo a parte è interamente dedicato alla forbice di variazione che divide i tassi di crescita degli Stati membri. Secondo la Commissione dovrebbe rimanere ampia la forchetta dei tassi di crescita dal -0,7% della Croazia al +4,6% dell’Irlanda, ma le differenze in termini di crescita dovrebbero diminuire nei prossimi due anni.
 
Nel 2014, rileva la Commissione, è proseguita negli Stati membri dell'UE la tendenza al calo dell'inflazione grazie al calo dei prezzi delle materie prime e al sostanziale rallentamento dell'economia. Per quest’anno, secondo le ultime proiezioni, l'inflazione dovrebbe attestarsi allo 0,6% all'1,0% nel 2015 e all'1,6% nel 2016. Nella zona euro, l'inflazione IAPC, indice armonizzato dei prezzi al consumo, è prevista allo 0,5% quest'anno e allo 0,8% nel 2015, prima di tornare a salire all'1,5% nel 2016.
 
La ripresa economica dell’Unione europea, rileva poi il documento della Commissione, presenta ancora caratteri di debolezza se rapportata ad altre economie avanzate e rispetto agli esempi storici di riprese post crisi finanziarie. La politica monetaria, definita molto accomodante, e i progressi compiuti nel ridurre gli oneri del debito privato e dell'orientamento di bilancio globalmente neutro dovrebbero permettere un rilancio della domanda interna. Nel 2015 e nel 2016 il documento prevede, infatti, un aumento dei consumi privati sostenuti dal basso livello dei prezzi delle materie prime e dall'aumento dei redditi disponibili parallelo al graduale miglioramento del mercato del lavoro. Secondo le previsioni poi il vigore graduale della crescita economica dovrebbe favorire nell’immediato futuro miglioramenti più significativi del mercato del lavoro. Nel 2016 il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere al 9,5% nell'Unione europea e al 10,8% nell’area euro.
 
Un’ultima annotazione riguarda i disavanzi pubblici che, secondo la Commissione, dovrebbero diminuire ulteriormente sia nell'Unione europea che nella zona euro nei prossimi due anni, sull'onda di un rafforzamento dell'attività economica.
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