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Il Fisco romeno a caccia di Iceberg.
Al via audit contro operazioni elusive

Per il 2019, l’Anaf ha annunciato una task force per svolgere controlli su 487 imprese medio-grandi

controlli

Un piano di controlli mirato specificamente alla prevenzione di fenomeni elusivi e in generale al contrasto delle frodi. Il Fisco romeno ha scelto di chiamare “operazione Iceberg” il piano speciale di verifiche fiscale messo a punto per il 2019, che interesserà quasi 500 soggetti tra imprese di grandi e medie dimensioni, attive in particolare sul fronte delle operazioni infragruppo, ma anche quelle che, in base a una preventiva analisi del rischio, sono risultate più potenzialmente esposte a operazioni sospette. Il nome è senz’altro evocativo e fa subito pensare alla volontà, da parte delle Entrate romene, di scoprire che cosa si nasconde realmente “sotto la superficie dell’acqua”. In effetti, tra gli obiettivi dichiarati c’è proprio quello di andare a scandagliare intrecci e relazioni tra società collegate al fine di verificare la correttezza dei comportamenti dal punto di vista tributario ed evitare in questo modo dispersioni elusive di base imponibile. L’annuncio è arrivato dalla stessa Anaf, (Agenzia nazionale dell'amministrazione fiscale) romena, con un comunicato diffuso a fine gennaio. Altri dettagli sono stati poi chiariti da Virgil Pirvulescu, vicepresidente dell’Anaf, a margine di un convegno a metà febbraio.

Un piano contro le operazioni elusive
L’operazione Iceberg riguarderà 487 società di grandi e medie dimensioni attive in ogni settore economico e situate in diverse zone della Romania. Non solo Bucarest, quindi, ma anche altri centri economici importanti, come Costanza, il porto sul Mar Nero, la città di lasi e Cluj, polo economico della parte nord-occidentale dei Paese. A svolgerli sarà una task force di 250 funzionari reclutati ad hoc, che condurranno gli audit fiscali lungo tutto il 2019. I soggetti da verificare sono stati selezionati tramite specifiche analisi dei dati a disposizione del Fisco, orientate a mirare i controlli soprattutto sulle operazioni intragruppo per verificarne autenticità e correttezza. Altro filone, l’intercettazione di possibili frodi, in un Paese in cui, secondo le ultime stime della Commissione europea, il tax gap è pari a 6,1 miliardi di euro, pari al 35,88% dell’imposta potenziale. La prima tranche delle operazioni è già iniziata a febbraio, con l’avvio di 80 controlli, di cui l’Anaf ha già diffuso i primi risultati. Si tratta di 13 controlli nei confronti di grandi imprese e 67 su soggetti di medie dimensioni. Il recupero finora stimato, fa sapere l’Amministrazione fiscale, si aggira già su 260 milioni di leu, pari a circa 55 milioni di euro.

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