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Francia, pronta la black list in lingua nazionale

Sono diciotto i paradisi fiscali inclusi nell'elenco elaborato dalle autorità fiscali

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Continua la lotta ai tax haven. Ora è la volta della Francia che ha reso pubblica, lo scorso fine settimana, la propria black list, costituita da 18 Paesi non collaborativi in ambito fiscale, concentrati nel triangolo Asia-America Centrale-Caraibi.
Anguilla, Belize, Brunei, Costa Rica, Repubblica dominicana, Grenada, Guatemala, Isole Cook, Isole Marshall, Liberia, Montserrat, Nauru, Niue, Panama, Filippine, Saint Kitts e Nevis, Sainte-Lucie, Saint-Vincent e le Grenadine: questi i Paesi inclusi nell'elenco stilato dai ministri dell'Economia, Christine Lagarde e del Bilancio, Eric Woerth. In base alle norme approvate lo scorso dicembre dal Governo d'oltralpe, la tassazione sui dividendi, interessi e rendite versati da società francesi nei confronti di residenti domiciliati in quei territori passa da un massimo precedentemente fissato al 33% al 55%. Ogni anno, inoltre, la lista sarà aggiornata in base alla firma di nuovi accordi e alla verifica del rispetto delle convezioni vigenti. La Svizzera, per un soffio, è rimasta fuori dalla black list, grazie al riavvio delle procedure di ratifica dell'accordo bilaterale con la Francia contro le doppie imposizioni, riprese lo scorso settimana. 
Gli Stati inclusi nella lista francese fanno già fanno parte della grey list elaborata dall'Ocse, che include in totale 23 nazioni che non rispettano i parametri di trasparenza e cooperazione in materia fiscale e che possono "uscire" dalla lista solo dopo aver firmato almeno 12 accordi bilaterali di collaborazione fiscale.

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