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Giappone: Abenomics alla prova
delle urne sul nuovo aumento Iva

I cittadini al voto per decidere sul sì o sul no alla proposta di aumento dell'imposta

urna
L’imposta sui consumi rimane il tema centrale della politica economica giapponese. I cittadini-contribuenti del Sol Levante andranno alle urne domenica prossima, chiamati dal premier Shinzo Abe alle elezioni politiche anticipate che si sono sostanzialmente trasformate in un doppio referendum sul rinvio di due anni dell’aumento dell’Iva dall’8 al 10% inizialmente programmato per l’ottobre 2015 e sull’Abenomics nel suo complesso.
 
Aumento Iva, la promessa di un rinvio di due anni - La flessione del prodotto interno lordo (un calo stimato dell'1,9% su base annua e dello 0,5 nel terzo trimestre) e il peggioramento di alcuni indicatori economici dopo l'aumento dell'imposta dei consumi dal 5 all'8% dello scorso aprile, hanno spinto il premier Abe a convocare nuove elezioni politiche per il 14 dicembre, con un programma tutto incentrato su una promessa: rinviare di due anni, dall'ottobre 2015 al 2017, il nuovo incremento dall'8 al 10% dell'imposta sui consumi. Ulteriore aumento dell'Iva che il governo guidato dall’esponente del partito liberaldemocratico aveva programmato col duplice obiettivo di mantenere la stabilità del Welfare State (in una società in rapido invecchiamento come quella nipponica) e garantire la tenuta dei conti pubblici nel contesto di una politica economica "espansiva".
 
Breve storia di un'imposta non gradita ai nipponici - Non è la prima volta che l'imposta sui consumi conquista il centro dello scenario politico ed economico del Giappone, paese in cui molti dei negozi e dei centri commerciali riportano sugli scaffali i prezzi senza l’applicazione di questa imposta. Introdotta alla fine degli anni '80, l'Iva nel Sol Levante è sempre stata poco popolare. E infatti l' aumento di questo aprile è giunto a 17 anni di distanza da quello del 1997, anno in cui all'aumento dell'Iva dal 3 al 5% seguì un blocco della ripresa economica, nel contesto di quella che allora fu chiamata "crisi delle tigri asiatiche". Anche oggi, col senno di poi, tutti gli osservatori più importanti riconoscono la connessione fra l'aumento dell'Iva dal 5 al 8% dello scorso aprile e un rallentamento dell'economia del Sol Levante, legato anche al calo spese quotidiano della famiglia media giapponese (con una flessione del 5,9% nello scorso luglio).
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