Una convenzione multilaterale per l’attuazione del primo pilastro e un piano di azione promosso dall’Ocse per supportare la realizzazione del secondo pilastro. Questi alcuni degli elementi più importanti contenuti nella dichiarazione dei risultati presentata ieri dai 138 membri dell’OECD/G20 Inclusive Framework on Base Erosion and Profit Shifting (BEPS).
Il documento riassume venti mesi di lavori e negoziati avviati dall’ottobre del 2021, quando fu sottoscritta dai membri dell’Inclusive Framework la soluzione a due pilastri, una strategia che prevede un sistema di regole fiscali internazionali comuni a tutti Paesi aderenti al Framework per la tassazione delle multinazionali. Due i pilastri della soluzione proposta dall’Ocse: il primo prevede che una quota dei profitti delle multinazionali venga tassata dove sono effettivamente realizzati indipendentemente da dove ha sede la casa madre dell’impresa. Il secondo pilastro, invece, prende l’applicazione di un'aliquota minima comune effettiva dell'imposta sulle società.
Quattro i punti chiave della dichiarazione Ocse
Sono quattro le aree di intervento su cui si è concentrato il documento sottoscritto ieri. La più importante è la stesura di un testo di una convenzione multilaterale che dà attuazione al primo pilastro della soluzione permettendo agli Stati di tassare una parte dei profitti delle multinazionali nella giurisdizione-mercato in cui sono stati prodotti. La convezione definisce in modo puntuale vari elementi di contesto per l’attuazione del primo pilastro, come i meccanismi per alleviare la doppia imposizione e quelli per garantire la certezza fiscale. La road map per la convenzione prevede adesso la sua firma entro la fine dell’anno e l’entrata in vigore nel 2025, nonostante alcune giurisdizioni abbiano espresso durante i lavori dei giorni scorsi alcune perplessità su alcuni punti specifici della convenzione.
Il secondo punto riguarda un aspetto fondamentale del primo pilastro e cioè l'applicazione semplificata e razionale del principio di libera concorrenza alle attività di marketing e distribuzione di base nei singoli Paesi. Su questo punto, la prossima settimana sarà lanciata una consultazione per gli stakeholder interessati, aperta fino al primo settembre.
Il terzo punto riguarda la cosiddetta “Subject-to-Tax Rule (STTR)”, che ha l’obiettivo di permettere ai Paesi in via di sviluppo di aggiornare le convenzioni fiscali bilaterali per "tassare nuovamente" il reddito di alcuni redditi infragruppo quando è soggetto a una tassazione bassa o nominale nell'altra giurisdizione.
Infine, la dichiarazione prevede l’attuazione di un piano di azione che, anche con la collaborazione delle organizzazioni nazionali e internazionali, supporti in particolar modo i Paesi in via di sviluppo.