Articolo pubblicato su FiscoOggi (https://fiscooggi.it/)

Notizie flash

Iran-Libia-Cuba, con Ubs relazioni pericolose

Il nodo cruciale di tutta la vicenda, piuttosto complessa, è successivo all'11 settembre 2001

il potere

L'affaire che ha visto confrontarsi in questi mesi il fisco statunitense con il colosso finanziario elvetico, la Ubs, non è affatto una novità, almeno per le agende delle autorità monetarie e fiscal-finanziarie di Washington, Tesoro, Fed e, naturalmente, l'Irs - Internal Revenue Service. È  sufficiente, infatti, lasciar scivolare il calendario indietro e fermarsi al 2004 per ricomporre il profilo e i contenuti d'un confronto più lontano nel tempo ma nient'affatto di minor rilievo, soprattutto se osservato dal versante della sicurezza della locomotiva mondiale.

Le relazioni pericolose di Ubs con Iran, Libia e Cuba
Il nodo cruciale della vicenda, piuttosto complessa, è successivo all'11 settembre 2001 e coincide con gli sforzi, tradotti in norme, leggi e divieti, che il governo statunitense mise in campo nel tentativo di bloccare i finanziamenti esteri destinati a rafforzare alcuni Paesi, tra i quali Iran in testa e, a seguire, Libia e Cuba, ritenuti una minaccia per la sicurezza Usa. L'obiettivo tecnico, quindi, della sovraproduzione normativa di cui il Congresso fece sfoggio nel corso del triennio 2002-2005, era esplicitamente rivolto a soffocare gli investimenti esteri diretti a rafforzare le esportazioni indirizzate verso quei Paesi, determinando, per una sorta di effetto domino, un venir meno della capacità di attrarre nuovi investitori e di convincerli a indirizzare capitali freschi e risorse ingenti per lo sviluppo di programmi, in particolare nei settori dell'energia, classificati come una potenziale minaccia agli interessi e alla sicurezza statunitense. In questo quadro, nel corso triennio considerato, ben 40 tra banche e istituti di credito risposero in modo affermativo alle richieste pressanti di Washington dirette a tagliare i finanziamenti orientati verso il mercato iraniano dell'energia. Tra queste il gota del sistema bancario mondiale a partire da Ubs e Credite Suisse, altro colosso finanziario elvetico, Hsbc, britannico e Commerzbank e Deutsche Bank, in rappresentanza della Germania, ovvero, nessuno escluso.

5miliardi di dollari per una multa da 100milioni
In particolare, per Ubs, le movimentazioni di circa 5miliardi di dollari di capitali destinati a Teheran, L'Avana e Tripoli, in genere utilizzando lo schema U-Turn, sorta di meccanismo ad elevato tasso di ingegneria finanziaria che consente a banche e istituti di utilizzare altre banche, non sospette, per riorientare e gestire i flussi di capitali destinati a Paesi iscritti in liste "nere", "criminali" o, comunque, indesiderati, risultarono al Tesoro Usa non conciliabili con le norme in vigore ed effettuate nonostante l'assenza di opportune richieste di autorizzazione. Il risultato fu una multa, pari a 100milioni di dollari, che il Tesoro indirizzò alla sede distaccata della Ubs attiva negli Stati Uniti. Peraltro, l'operazione diretta più in generale a convincere tutti gli istituti finanziari e le banche a prendere le distanze dai Paesi cosiddetti "canaglia" fu gestita e ideata all'epoca dal sottosegretario del Tesoro Stuart Levey, confermato nella sua carica nonostante il cambio di Amministrazione, da Bush a Obama.

 

URL: https://www.fiscooggi.it/rubrica/dal-mondo/notizie-flash/articolo/iran-libia-cuba-ubs-relazioni-pericolose