Uno strumento in più di casa Ocse per aiutare le amministrazioni fiscali a sfruttare al massimo il Country-by-Country reporting operando un’efficace analisi del rischio sul profilo fiscale dei grandi gruppi multinazionali. Si chiama Treat (Tax risk evaluation and assessment tool) e baserà il suo funzionamento sull’uso automatizzato dei dati raccolti grazie al Cbc reporting, la rendicontazione Paese per Paese relativa alle grandi imprese multinazionali prevista dall’azione 13 del progetto Beps di Ocse e G20. In pratica la nuova funzionalità, ancora in via di perfezionamento, rielaborerà le informazioni tratte dal CbC reporting per aiutare i funzionari del Fisco dei singoli Paesi a identificare importanti indicatori di rischio a fondo fiscale e a utilizzare quindi in maniera efficace e concreta la mole di dati a loro pervenuti grazie agli scambi con le amministrazioni fiscali estere. Lo scopo è quello di rendere la rete di trasparenza sulle informazioni fiscali basata sulla rendicontazione Paese per Paese uno strumento davvero operativo sul piano pratico per le attività di analisi da parte di tutte le amministrazioni finanziarie, rendendo più semplice l’uso e l’interpretazione delle informazioni oggetto di scambio.
La fonte dai dati, il Cbc reporting
Il Country-by-Country reporting è previsto dall’Azione 13 del progetto Beps di Ocse e G20 e ne costituisce uno dei quattro standard minimi di implementazione. Prevede che la giurisdizione fiscale aderente comunichi le informazioni riguardanti i grandi soggetti multinazionali con sede sul proprio territorio agli altri Paesi in cui il gruppo è presente, secondo i dati forniti obbligatoriamente dal soggetto stesso in un apposito report in cui sono richieste una serie di informazioni, tra cui utili prodotti, imposte versate, attività svolte nei diversi Paesi in cui si opera. L’obiettivo di fondo è far sì che tutte le giurisdizioni fiscali dei Paesi in cui la multinazionale è presente abbiano contezza del profilo fiscale complessivo del gruppo, in modo da poter individuare eventuali rischi di erosione di base imponibile complessiva di spostamenti a scopi elusivi dei profitti.
Da giugno 2018, 84 Paesi in linea con il pacchetto del CbC reporting, 2.200 gli scambi già realizzati
Recentemente, l’Ocse ha pubblicato la seconda di tre peer review programmate sull’implementazione del Cbc reporting. Il report contiene il monitoraggio di 116 giurisdizioni fiscali e i numeri aggiornati sugli scambi realizzati: al momento sono già stati effettuati 2.200 scambi di informazioni fiscali. In pratica, spiega l’Ocse, la rete degli scambi consente ora una copertura pressoché totale delle attività svolte dalle più grandi multinazionali operative a livello globale, grazie al fatto che, a seguito dell’adesione al pacchetto della rendicontazione Paese per Paese dell’azione 13 Beps, ben 84 giurisdizioni fiscali hanno già introdotto nel proprio ordinamento l’obbligo per i gruppi multinazionali di grandi dimensioni di comunicare al Fisco le informazioni sulla propria attività.
L’uso in concreto del Cbc reporting
La messa a punto di Treat non è l’unico progetto che si origina dallo sfruttamento della condivisione dei dati resa possibile dall’implementazione del Country-by-Country reporting, ma si somma all’Icap (International Compliance Assurance Programme), il progetto multilaterale tra amministrazioni fiscali inaugurato a gennaio 2018, che offre alle imprese multinazionali un piano di cooperative compliance su base internazionale e multilaterale che garantisca un maggiore grado di certezza rispetto a potenziali rischi fiscali e, il CoRA (Comparative Risk Assessment), l’iniziativa costruita appositamente per migliorare la comprensione da parte delle amministrazioni fiscali dei rischi elusivi.
Ocse, un nuovo programma
per interpretare il Cbc reporting
Si chiamerà Treat, Tax risk evaluation and assessment tool, e aiuterà le amministrazioni fiscali a migliorare l’analisi dei dati provenienti dalla rendicontazione Paese per Paese
