Ci siamo. Dopo mesi di preparativi la data tanto attesa è giunta e in casa Ocse sono pronti a stappare la prima bottiglia di champagne. A settembre 2017, si era detto e ripetuto più volte, si taglia il primo traguardo della lunga corsa a ostacoli del Common Reporting Standard (CRS) e a settembre 2017 siamo giunti, con ormai 49 Stati che hanno preso l’impegno di utilizzare lo standard Ocse e avviare, durante il mese in corso, i primi scambi automatici di informazioni finanziarie (che saranno comunque bilaterali). Tra dodici mesi, inoltre, il numero complessivo delle giurisdizioni coinvolte arriverà a 102 (e il numero pare destinato a salire). Sono 53, infatti, i Paesi che entreranno in gioco a partire da settembre 2018. In ogni caso, al momento, sono oltre duemila le relazioni bilaterali che tra pochi giorni si concretizzeranno per rendere operativo lo scambio automatico di informazioni sin da quest’anno.
Per arrivare alla prima tappa sono stati necessari alcuni passaggi ineludibili. La corretta attuazione del Crs richiede innanzitutto l’adeguamento della legislazione nazionale dei singoli Stati partecipanti. Nell’ordinamento interno vanno previsti degli obblighi specifici che indirizzino le attività degli istituti finanziari: sono questi a dover identificare e segnalare correttamente alle Amministrazioni fiscali i conti detenuti dai (e intestati ai) non residenti. Dal punto di vista del quadro giuridico internazionale, invece, la strada maestra è data dall’Accordo multilaterale tra autorità competenti (MCAA), che definisce l'ambito, la tempistica, il formato e le condizioni per lo scambio di informazioni e trae origine dall’articolo 6 della Convenzionale multilaterale sulla mutua assistenza amministrativa in materia fiscale.
Attualmente sono 95 le giurisdizioni che hanno firmato la Convenzione multilaterale dell’Ocse. Tutte e 95 queste giurisdizioni partecipano al Forum globale sulla trasparenza e lo scambio di informazioni a fini fiscali. E, sempre di queste, 93 su 95 si sono impegnate a scambiarsi i dati finanziari utilizzando il Crs tra il 2017 e il 2019.
Per l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico la rete di relazioni bilaterali che sta per attivarsi in questi giorni (quelle previste tempo addietro per l’anno in corso) copre circa il 99% del numero totale dei possibili rapporti di scambio. Inoltre, 20 delle 53 giurisdizioni impegnate per il 2018, hanno già introdotto nel loro ordinamento i prerequisiti legali per avviare gli scambi il prossimo anno. Un ulteriore ciclo di attivazione è previsto tra due mesi (novembre 2017). A quel punto le restanti 33 giurisdizioni dovrebbero nominare i partner con cui intraprenderanno gli scambi automatici di informazioni a settembre del prossimo anno. All’Ocse, intanto, cantano già vittoria.
Ocse: su scambio informazioni
primo invio entro fine mese
Ai blocchi di partenza i primi 49 Stati pronti a utilizzare lo standard concordato
