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Repubblica Ceca, ok dell’Ue
al reverse charge generalizzato

La misura, prevista dalla direttiva 2018/2057, ha carattere temporaneo e mira a contrastare le frodi e a ridurre il tax gap Iva

praga

Via libera europeo all’applicazione temporanea del reverse charge in modo generalizzato in Repubblica Ceca. Con una decisione dello scorso 8 novembre, il Consiglio dell’Unione europea ha accolto la richiesta inviata dal paese est europeo a gennaio scorso di poter istituire temporaneamente l’applicazione del reverse charge per tutte le operazioni Iva al di sopra di 17.500 euro. Si tratta di una misura straordinaria di carattere temporaneo, con validità dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2022, mirata a contrastare le frodi e a ridurre il tax gap Iva. Secondo le stime, l’introduzione del regime straordinario dovrebbe portare alle casse dello Stato 10 miliardi di corone in più, all’incirca 400 milioni di euro pari cioè al 20% dell’ammanco Iva registrato dal Paese nel 2017, 2 miliardi di euro.  

Che cos’è il GRCM, il meccanismo generalizzato di inversione contabile
La direttiva Ue n. 2018/2057 del 20 dicembre 2018 ha introdotto la possibilità per gli Stati membri di richiedere al Consiglio dell’Unione europea il via libera ad applicare temporaneamente nel proprio ordinamento, in deroga al regime ordinario, un reverse charge generalizzato per tutte le operazioni Iva interne di importo superiore a 17.500 euro. Si tratta di una misura straordinaria volta espressamente a contrastare le frodi nei Paesi più colpiti da questi fenomeni e dove il tax gap Iva si presenta superiore alla media europea: secondo le regole previste dalla direttiva, infatti, possono accedere al GRCM (Generalised reverse charge mechanism) solo i Paesi membri che presentano stringenti requisiti, tra cui un tax gap Iva (riferito al 2014) superiore di almeno 5 punti percentuali rispetto alla media europea e derivante per oltre il 25% da fenomeni associabili alle frodi carosello e che possano dimostrare l’inefficacia di altre misure di controllo. Una volta ottenuto il via libera da parte dell’Ue, il Paese può quindi introdurre il meccanismo, ma per ora solo limitatamente al periodo dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2022.  

Il caso della Repubblica Ceca
La Repubblica Ceca è uno dei Paesi europei che presentano un tax gap Iva superiore alla media Ue. Nell’ultimo report pubblicato in materia, riguardante il 2017, la percentuale dell’Iva sottratta all’Erario ceco si è attestata al 12,4% a fronte di un dato complessivo dell’Unione pari al 11,2% e a una media del 10,1%. Il via libera del Consiglio dell’Unione europea tiene conto però dei dati al 2014, in cui il tax gap ceco si attestava al 16,14% a fronte di una media europea del 10,4%. Dalla misura le autorità ceche si aspettano di ottenere un maggiore gettito di circa 10 miliardi di corone (391 milioni di euro) a fronte di maggiori costi derivanti dall’adeguamento al nuovo sistema stimato, tra operatori e Fisco, in 604 milioni di corone.  Maggiori introiti che, se raggiunti, potranno far recuperare al Paese circa il 20% del proprio ammanco Iva, stimato intorno a 2 miliardi di euro.

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