Sui dividendi in uscita Italia, Finlandia, Austria e Germania nel mirino Ue

Nuova presa di posizione della Commissione europea sulla imposizione dei dividendi in uscita. Nel mirino oltre all’Austria e alla Germania anche Italia e Finlandia. Per le ultime due le richieste di informazioni da parte dell’organismo comunitario sono state inviate in forma di lettere di costituzione in mora (prima fase della procedura d'infrazione prevista dall'articolo 226 del trattato CE). Oggetto di interesse, si legge in una nota della Commissione, sono le normative in vigore in questi due Paesi, secondo cui i dividendi versati a fondi pensione esteri possono essere sottoposti a una imposizione più elevata rispetto ai dividendi versati a fondi pensione nazionali. Italia e Finlandia sono invitate a rispondere entro due mesi. Per quanto concerne invece Austria e Germania la Commissione europea ha chiesto di modificare la legislazione fiscale per quanto riguarda i pagamenti di dividendi in uscita alle imprese. Entrambi gli Stati membri, prosegue la nota, tassano in modo più gravoso i dividendi versati ad imprese estere che non quelli versati ad imprese stabilite sul loro territorio. Le richieste sono presentate in forma di parere motivato, la seconda fase della procedura d'infrazione prevista dall'articolo 226 del trattato CE. Se le legislazioni nazionali rilevanti non dovessero essere modificate per conformarsi al parere motivato, la Commissione può decidere di ricorrere alla Corte di giustizia dell’Unione.