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Sulle esenzioni Iva fioccano le procedure di infrazione

Questa volta nel mirino della Commissione europea sono finite Danimarca, Austria, Svezia e Finlandia. Una richiesta formale di chiarimenti è stata inviata a cura dell’esecutivo Ue sull’applicazione delle esenzioni Iva. Secondo l’organismo di Bruxelles, infatti, le legislazioni nazionali sull’Iva di questi Paesi contrastano in qualche modo con la direttiva comunitaria, creando così delle potenziali distorsioni all’interno del mercato europeo.

Danimarca
La Danimarca esenta le prestazioni di servizi e le forniture di beni eseguite dalle associazioni operanti nel settore no profit e della beneficenza e i beni venduti dai negozi di seconda mano nel caso in cui i guadagni ottenuti siano interamente utilizzati per scopi di beneficenza o interesse pubblico, che la merce sia stata donata al negozio e che vi lavori solo personale volontario non retribuito. La Commissione evidenzia che, nel primo caso si vada oltre quanto previsto dalla direttiva Iva (che prevede una descrizione dettagliata delle attività che possono essere esenti) e che il secondo caso non rientri tra le esenzioni previste dall’articolo 132.

Austria
Anche l’Austria, secondo la Ue, applica in modo estensivo l’esenzione Iva, sia sul fronte delle attività sportive che culturali. Secondo la normativa Iva nazionale, infatti, sono esenti da tutte le transazioni effettuate da associazioni di interesse pubblico che svolgono attività sportiva o che promuovono lo sport. Stesso discorso per le attività di teatri, musei, zoo, riserve naturali e giardini botanici. In entrambi i casi, per la Commissione Ue, si superano i limiti posti dalla direttiva Iva che stabilisce solo l’esenzione di “talune prestazioni di servizi strettamente connesse con la pratica dello sport o dell’educazione fisica” e di “talune prestazioni di servizi culturali e le forniture di beni loro strettamente connesse”.

Svezia e Finlandia
Le perplessità sulla Svezia dipendono dalla sostanziale divergenza sulla definizione di “attività economica” data dalla legislazione nazionale Iva e da quella comunitaria. Questo comporta, secondo la Ue, una discriminazione nei confronti delle organizzazioni no profit svedesi. La Commissione, infatti, sottolinea che nella maggior parte dei casi le associazioni senza scopo di lucro e le congregazioni religiose dovrebbero essere esenti da Iva, secondo quanto previsto dall’articolo 132 della direttiva europea. Per quanto riguarda la Finlandia, la Ue afferma che molti dei casi di esenzione previsti a livello comunitario per le organizzazioni di pubblico interesse non sono stati ancora recepiti nella legislazione nazionale finnica.
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