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Ue, la trasparenza fiscale cresce.
Dal 2026 tocca alle cripto-attività

Lo scorso 8 dicembre la Commissione ha presentato i contenuti della futura Dac 8

cripto-valute

Dal 2026 la rete dello scambio di informazioni fiscali tra Paesi si estenderà alle cripto-attività. Lo scorso 8 dicembre la Commissione ha infatti presentato la nuova proposta di modifica alla Direttiva sulla cooperazione fiscale amministrativa (detta “direttiva Dac”), che introduce un obbligo di comunicazione di dati alle amministrazioni fiscali europee in capo ai fornitori di servizi in cripto-attività e il successivo scambio tra i Paesi membri delle informazioni acquisite a livello nazionale. Lo scopo è ovviamente verificare il corretto trattamento fiscale di asset e redditi prodotti all’interno di un mercato ancora opaco.

Dac 8, un faro acceso sulle cripto-attività
Concretamente, la nuova legislazione andrà a integrare la direttiva n. 2011/16/Ue, assumendo la numerazione “otto” tra le direttive che negli anni hanno emendato l’originario testo legislativo, estendendone di volta gli obblighi di comunicazione e scambio dati a nuovi ambiti e settori economici (vedi articolo Ue, il punto sulle 6 Dac). L’ultima in ordine di tempo era stata la Direttiva n. 2021/514/Ue, che ha introdotto l’obbligo di rendicontazione e scambio delle informazioni anche per le transazioni di beni e servizi offerti attraverso le piattaforme digitali (vedi articolo Ue, Scambi di informazioni fiscali. Coinvolte le piattaforme digitali).   
Con la modifica appena proposta dalla Commissione saranno i fornitori di servizi connessi ad operazioni in cripto-attività, indipendentemente dalle loro dimensioni o da dove sono stabiliti, a dover comunicare al Fisco le operazioni nazionali o transfrontaliere riguardanti i clienti residenti nell’Unione europea. In alcuni casi, gli obblighi di segnalazione riguarderanno anche i non-fungible token (NFT).
Lo scopo, come d’altronde tutta la normativa legata alla cooperazione amministrativa in campo fiscale, punta ad aumentare la trasparenza nel mercato e a contrastare, di conseguenza, eventuali frodi e fenomeni di evasione ed elusione fiscale.

Gli altri contenuti della direttiva
La Commissione ha proposto inoltre di estendere gli obblighi di comunicazione delle istituzioni finanziarie alla moneta elettronica e alle valute digitali e l'ambito di applicazione dello scambio automatico di informazioni ai ruling preventivi transfrontalieri utilizzati da individui ad alto patrimonio netto (coloro che detengono un minimo di un milione di euro di patrimonio finanziario o investibile o di patrimonio gestito). Infine, la proposta stabilisce un livello minimo comune di sanzioni per i comportamenti non conformi più gravi, come la completa assenza di segnalazioni nonostante i solleciti amministrativi.

Le prossime tappe
La direttiva si aggiungerà al quadro di norme europeo stabilito dal regolamento relativo ai mercati delle cripto-attività (MiCA), su cui il Parlamento e il Consiglio hanno trovato un accordo lo scorso giugno. Inoltre, si muove in coerenza con il modello relativo alla comunicazione in materia di cripto-attività elaborato in ambito Ocse, il cosiddetto “Carf” (vedi articolo Criptovalute, cantiere di Ocse e G20 su scambio automatico di informazioni) ed è coerente con il Crs (Common reporting standard), lo standard comune, sempre Ocse, relativo allo scambio di informazioni fiscali tra Paesi.
Le nuove misure, una volta approvate, dovrebbero scattare dal 1° gennaio 2026. Il progetto di testo sarà presentato al Parlamento europeo per consultazione e al Consiglio per l’adozione.

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