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Ue: via libera Ecofin alla seconda
direttiva anti-elusione

Raggiunto oggi l’accordo e il consenso tra i rappresentanti riuniti a Bruxelles

Ulteriore stretta sui bilanci, sulle transazioni e movimentazioni poste in atto dalle grandi multinazionali, in particolare dai giganti dell’informatica e dell’high-tech classificati dall’Unione europea all’interno della categoria dei soggetti, o entità, ibride.
 
In pratica, i rappresentanti dei diversi Paesi membri, seppur partendo da posizioni spesso distanti, hanno approvato di comune accordo il pacchetto di nuove regole mirato a togliere ulteriore spazio per la realizzazione e la messa in pratica effettiva dei cosiddetti “disallineamenti ibridi", ovvero, meccanismi sofisticati di elusione fiscale orchestrati sfruttando, anzi, abusando, di determinate differenze largamente contraddittorie esistenti tra i sistemi fiscali dei paesi terzi, cioè non europei o comunque, al di fuori dei confini dell’Unione.
 
Questa proposta di direttiva è l'ultimo tassello di una serie di misure volte a prevenire l'elusione fiscale che vede come attori principali le grandi multinazionali. Essa, infatti, cerca di impedire loro di sfruttare le disparità tra due o più giurisdizioni fiscali per ridurre il loro debito d'imposta complessiva generalmente a discapito del Paese con un livello di tassazione maggiore. Tali pratiche, infatti, possono comportare una sostanziale erosione delle basi imponibili di società soggette a tassazione all’interno dei confini dell’Unione europea. In questo quadro, obiettivo della direttiva è di contribuire alla realizzazione delle raccomandazioni OCSE del 2015 che, già due anni fa, affrontarono le problematiche dell'erosione della base imponibile e dello spostamento dei profitti da giurisdizioni con un elevato livello di tassazione verso giurisdizioni spesso rientranti tra i cosiddetti paradisi fiscali o entità offshore.
 
Il punto nodale, la novità in altre parole, sta nel fatto che la proposta avanzata dal Consiglio Affari economici e finanziari affronta finalmente i disallineamenti cosiddetti “ibridi” ponendo l’accento sui Paesi non-UE, dato che le disparità intra-UE sono già coperte dalla “direttiva anti-elusione” adottata nel luglio 2016. Dunque, il nuovo testo integra e, al contempo, modifica anche quest'ultima.
 
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