Il tax gap per imposta
Il Rapporto traccia anche una analisi percentuale del divario fiscale, per tributo e per tipo di contribuente. Se le imposte sul reddito, i contributi assicurativi e le imposte sui guadagni in conto capitale rappresentano il 40% della torta, l’Iva e la corporate tax arrivano rispettivamente al 37% e al 10% del tax gap. In particolare, nel periodo considerato, il divario fiscale dell’imposta sul valore aggiunto è stimato in 12,6 miliardi di sterline. Fra il 2005-2006 e il 2015-2016 il tax gap Iva è diminuito considerevolmente, passando dal 13,6 al 9,8%.
Il divario fiscale per contribuente e per comportamento
Negli ultimi anni la suddivisione del divario tributario tra i differenti gruppi di contribuenti è rimasta sostanzialmente stabile. Quasi la metà del gap (il 46%) è attribuibile alle piccole e medie imprese, mentre le grandi imprese raggiungono il 29%. Il resto si divide fra le attività criminali (15%) e “individui” (11%). I comportamenti che generano il divario fiscale sono molteplici e il rapporto li definisce con precisione e li quantifica. Ecco la classificazione messa a punto dall’Hmrc:
- mancanza di una ragionevole attenzione da parte del contribuente (18% per un importo di 6,1 miliardi)
- interpretazione legale (18% per 6 miliardi)
- evasione fiscale (15% per 5,2 miliardi)
- attacchi criminali al sistema fiscale (15% per 5,1 miliardi)
- errori (10% per 3,5 miliardi)
- mancati pagamenti (9% per 3,1 miliardi)
- elusione (5% per 1,7 miliardi)
Gli studi sul tax gap consentono di valutare anche la dimensione dell’economia sommersa nel Regno Unito, una cifra stimata in 3,5 miliardi di sterline (il 10% del tax gap complessivo).