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Schede Paese

Emirati Arabi Uniti

Il sistema fiscale è caratterizzato dalla presenza di regimi speciali e di favore, volti ad incentivare gli investimenti nel Paese

bandiera degli Emirati arabi uniti

Gli Emirati Arabi Uniti, con la loro posizione geografica strategica e le abbondanti riserve di combustibili fossili che ne hanno trainato la crescita economica, sono diventati nell’arco di mezzo secolo uno Stato moderno i cui cittadini godono di un elevato tenore di vita.
Abu Dhabi, Ajman, Dubai, Fujairah, Ras Al-Khaimah, Sharjah e Umm Al-Quwain sono i sette Stati che compongono la Federazione costituzionale degli Emirati Arabi Uniti. Situato nel sud-est della penisola arabica e costituito il 2 dicembre 1971, il Paese ha raggiunto l’attuale composizione nel 1972 quando, ai primi sei Emirati fondatori, si è aggiunto quello di Ras Al-Khaimah. 

Ordinamento e sistema fiscale
Gli Emirati Arabi Uniti hanno un'infrastruttura consolidata, un sistema politico stabile e uno dei regimi commerciali più liberali nella regione del Golfo. Rappresentano anche uno dei migliori esempi nella regione di un'economia che si è allontanata con successo dalla dipendenza dal settore energetico.
Ogni emirato è guidato da uno sceicco. I singoli Emirati, secondo la loro Carta costituzionale, conservano una considerevole autonomia politica, giuridica ed economica; pertanto il loro Parlamento, il Consiglio Federale Nazionale, è un organo che detiene il potere legislativo solo su alcune materie come difesa, affari esteri, educazione e salute, mentre ogni singolo Emirato mantiene una propria potestà su altri settori pubblici, compreso quello fiscale. Non esiste, infatti, una legislazione federale sulla tassazione e i singoli Emirati hanno, in materia fiscale, autonomia decisionale.

Persone fisiche: imposte sul reddito
Attualmente non esiste alcuna imposta sul reddito delle persone fisiche, né a livello federale né all’interno dei singoli Emirati. Di conseguenza, non esistono obblighi dichiarativi o di registrazione fiscale. Per vivere o lavorare negli Emirati Arabi Uniti è richiesto un visto o un permesso di soggiorno che possono essere ottenuti sulla base di un contratto di lavoro con un datore di lavoro locale, di investimenti, o della proprietà di un'azienda.
Le imprese che impiegano cittadini con passaporto emiratino sono obbligate a versare loro una quota del salario sotto forma di versamenti in appositi fondi pensione. Negli Emirati Arabi Uniti esiste, infatti, un regime di sicurezza sociale che si applica esclusivamente ai dipendenti nazionali del Consiglio di cooperazione del Golfo (compresi gli Emirati Arabi Uniti). I cittadini non appartenenti al GCC non sono soggetti alla sicurezza sociale negli Emirati Arabi Uniti. Nella maggior parte degli Emirati, i contributi di sicurezza sociale per i cittadini sono calcolati a un tasso del 17,5% (20% ad Abu Dhabi) della retribuzione del dipendente come stabilito nel contratto locale di lavoro. Il 5% è a carico del dipendente e il restante 12,5% (il 15% ad Abu Dhabi) è a carico del datore di lavoro. Per gli altri cittadini del GCC (non cittadini degli Emirati Arabi Uniti) che lavorano negli Emirati Arabi Uniti, i contributi di sicurezza sociale sono determinati in conformità con le norme di sicurezza sociale del loro paese d’origine.

Società: imposte sul reddito
Attualmente, gli Emirati Arabi Uniti non hanno un regime di imposta federale sul reddito delle società (CIT, corporate income tax); tuttavia, la maggior parte degli Emirati ha introdotto decreti sull'imposta sul reddito alla fine degli anni '60 e la tassazione è quindi determinata su base territoriale. In base ai decreti fiscali dei singoli Emirati, la CIT può essere imposta a tutte le società (comprese le filiali e le stabili organizzazioni), con aliquote fino al 55%.Tuttavia, in pratica, l’imposta è applicata solo nei confronti delle entità aziendali impegnate nella produzione di petrolio e gas o nell'estrazione di altre risorse naturali negli Emirati Arabi Uniti. Inoltre, alcuni degli Emirati hanno propri decreti fiscali bancari specifici, che impongono l’imposta alle filiali di banche estere con un'aliquota del 20%.L’imposta è tendenzialmente applicabile all’utile netto prodotto da tutti gli enti e le società - con o senza personalità giuridica - che svolgono attività commerciali o industriali. Sono soggetti a imposta anche gli utili prodotti da filiali e sedi secondarie (stabili organizzazioni) di società estere. Nella determinazione degli utili delle stabili organizzazioni di imprese italiane sono ammesse in deduzione le spese sostenute per gli scopi perseguiti dalla stessa stabile organizzazione, comprese le spese di direzione e le spese generali di amministrazione. Nessun utile può essere attribuito a una stabile organizzazione per il solo fatto che essa ha acquistato merci per l’impresa. 
Al momento non esistono regolamenti sul transfer pricing negli Emirati Arabi Uniti. Per quanto riguarda il country by country reporting (CbC), la normativa che regola il CbC è stata introdotta nell'aprile 2019 e modificata di recente per limitare i requisiti di rendicontazione alle sole società madri finali residenti ai fini fiscali negli Emirati Arabi Uniti.

Le free zone
Gli Emirati hanno goduto di una favorevole crescita economica anche grazie alla creazione delle free zone. Queste aree, prima fra tutte la Jebel Ali Free Zone di Dubai, sono state create allo scopo di facilitare gli investimenti stranieri. Di conseguenza le procedure per insediarsi nelle zone franche sono relativamente semplici e veloci. In queste zone non c'è alcuna restrizione al trasferimento dei profitti o rimpatrio del capitale. Le aziende costituite possono essere detenute interamente da investitori stranieri e  beneficiare di un’esenzione fiscale (corporate tax) per 50 anni. La concessione può essere rinnovata dalle autorità fiscali degli Emirati e non è esposta ad alcuna pressione fiscale sui dividendi distribuiti ai soci, persone fisiche o giuridiche.
L’investitore straniero deve rispondere ai requisiti imposti dalla legislazione municipale e federale applicabile nella free zone ed è tenuto a chiedere il rilascio da parte delle autorità della free zone di una licenza a operare emessa in base alla tipologia delle attività esercitate. La funzione della licenza sta nel consentire le attività dichiarate soltanto all’interno della zona franca. All’interno del territorio vi sono più di 30 free zone, alcune delle quali sono “generaliste”, quelle che permettono lo svolgimento di qualsiasi attività economica o commerciale, altre invece sono “specialistiche”, poiché permettono lo svolgimento soltanto di determinate attività economiche.
Le principali free zone  sono:

  • Jebel Ali Free Zone (JAFZ)
  • Dubai Airport Free Zone
  • Dubai Technology
  • E-Commerce e Media Free Zone
  • Dubai Cars and Automotive Free Zone
  • Dubai Gold and Diamond Park


Nelle free zone non sono, inoltre, previste tasse sulle società per non meno di 15 anni rinnovabili per uguale periodo, restrizioni di carattere valutario e dazi doganali. Al di fuori delle zone franche esistono altri regimi di favore accordati agli investimenti. Meritano di essere citate le cosiddette società miste, realtà giuridiche localizzate al di fuori delle zone franche, la cui costituzione prevede alcune limitazioni per gli investitori stranieri. A differenza delle società operanti nelle free zone, il capitale sociale di quelle miste deve, infatti, essere controllato per il 51% da soggetti residenti. Tale limitazione che non offre garanzie di stabilità societaria a investitori stranieri che, ovviamente, preferiscono optare per le zone franche.
 
Successione e donazione
Negli Emirati Arabi Uniti non sono in vigore  imposte su successioni e donazioni.

L’Imposta sul valore aggiunto
Nel 2018 tutti gli Stati membri del Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC), ossia Eau, Arabia Saudita, Qatar, Bahrein, Kuwait ed Oman, hanno previsto di introdurre  l’Iva, basandosi su uno schema di applicazione comune della nuova imposta, concordando sulla necessità di introdurre il tributo per sopperire al calo delle entrate statali legate all’abbassamento del costo del petrolio e all’innalzamento dei servizi forniti alla collettività. Pertanto, a partire dal 1° gennaio 2018, gli Emirati Arabi Uniti hanno introdotto l’imposta sul valore aggiunto (Value Added Tax, Vat) con una aliquota del 5% sul valore del bene o servizio scambiato. Dalla tassazione sono esentati diversi beni di prima necessità nell’ambito del settore alimentare e dei servizi sociali.
L’imposta non si applica inoltre ai trasporti internazionali di passeggeri, alla fornitura di petrolio greggio e gas naturale e ad alcuni settori specifici, come l'assistenza sanitaria e l'istruzione. Esistono requisiti documentali e di registrazione specifici, come l'obbligo di emettere fatture fiscali e presentare dichiarazioni Iva su base trimestrale o mensile.
Negli Emirati Arabi Uniti, per le imprese residenti, la soglia di registrazione Iva obbligatoria è 375mila dirham (AED), mentre quella di registrazione volontaria è pari a 187.500 dirham. Nessuna soglia di registrazione si applica alle imprese non residenti che effettuano forniture soggette ad imposta. Vi sono specifici requisiti documentali e di tenuta dei registri, come l’emissione di fatture fiscali e la presentazione di dichiarazioni Iva (su base trimestrale o mensile a seconda che il soggetto passivo si qualifichi come un “grande contribuente” o meno). L’imposta in eccesso può, in linea di principio, essere portata in compensazione con l’Iva futura. Le aziende registrate devono pagare l’Iva e le accise elettronicamente tramite il sito web della Federal Tax Authority.

La tassazione sugli immobili
La maggior parte degli Emirati impone una tassa municipale sugli immobili, principalmente in riferimento al valore locativo annuale. In genere è obbligo degli inquilini pagare l'imposta. In alcuni casi, gli inquilini e i proprietari di immobili devono pagare commissioni separate. Ad esempio, nell'Emirato di Dubai, la tassa municipale sulla proprietà è a carico dei proprietari per gli immobili commerciali (2,5% sul valore locativo annuo), mentre per gli immobili residenziali la tassa è a carico degli inquilini (5% sul valore locativo annuo).
Una tassa di registrazione può essere riscossa sul trasferimento della proprietà di terreni o proprietà immobiliari. Ad esempio, una tassa di registrazione viene riscossa nell'Emirato di Dubai a un’aliquota del 4% del valore equo di mercato della proprietà (un costo generalmente condiviso tra l'acquirente e il venditore), da versare al Dubai Land Department.

Altre imposte
Accise
Dal 1° ottobre 2017 gli Emirati Arabi Uniti hanno applicato un’accisa su beni specifici che sono tipicamente dannosi per la salute o l'ambiente, come:

  • bevande gassate - includono qualsiasi bevanda gassata ad eccezione dell'acqua gassata non aromatizzata. Sono considerate bevande gassate anche qualsiasi concentrazione, polvere, gel o estratto destinato a essere trasformato in una bevanda gassata
  • energy drinks - includono tutte le bevande commercializzate o vendute come bevanda energetica e contenenti sostanze stimolanti che forniscono stimolazione mentale e fisica, che include senza limitazioni: caffeina, taurina, ginseng e guaranà. Ciò include anche qualsiasi sostanza che abbia un effetto identico o simile alle sostanze sopra menzionate
  • tabacco e prodotti derivati

La tassa si applica sia alle merci prodotte localmente che alle merci importate. È previsto un dazio doganale sul valore delle importazioni, comprensivo di costo, assicurazione e trasporto. La tassa di importazione è pari mediamente al 5% su tutte le merci, escluse quelle sottoposte a regime di restrizione, come il tabacco (100%) e vini ed alcolici (50%). Ai fini dello sdoganamento sono necessari i seguenti documenti: documento di trasporto (Cargo Bill), buono di consegna (Delivery Order), distinta dei colli (Packing List), certificato di origine dei prodotti (Certificate of Origin), lettera di autorizzazione (Authorization Letter), Customs Card.

Dal 1° dicembre 2019 vengono applicate le accise anche su:

  • dispositivi e strumenti elettronici per fumare
  • liquidi utilizzati in tali dispositivi e strumenti
  • bevande zuccherate

Le aliquote sono le seguenti:

  • 50% sulle bevande gassate
  • 100% su tabacco e prodotti derivati
  • 100% sugli energy drinks
  • 100% su dispositivi e strumenti elettronici per fumare
  • 100% su liquidi utilizzati in tali dispositivi e strumenti
  • 50% sulle bevande zuccherate


La Federal Tax Authority ha il potere di condurre verifiche sulle società soggette all’imposta e successivamente di imporre misure sanzioni a quelle che non rispettano gli adempimenti loro prescritti.

Turismo
La maggior parte degli Emirati impone una tassa di soggiorno del 5% al 10% che si applica sul valore dei servizi alberghieri e dell'intrattenimento. Questi prelievi sono imposti e amministrati in modo diverso da ogni Emirato. In particolare, nell’'Emirato di Abu Dhabi per i soggiorni in hotel è prevista una tassa turistica del 3,5% e una tariffa municipale del 2% da applicare sul valore totale della fattura.

Trattati fiscali
I cittadini residenti negli Emirati Arabi Uniti hanno accesso a una rete di trattati fiscali estesa e in crescita. Gli Eau hanno concluso più di 70 trattati fiscali.

Gli accordi per evitare la doppia imposizione sono finalizzati a:

  • promuovere gli obiettivi di sviluppo del paese
  • eliminare gli ostacoli legati al commercio transfrontaliero e ai flussi di investimento
  • fornire protezione ai contribuenti dalla doppia imposizione, diretta o indiretta
  • promuovere lo scambio di beni e servizi e la libera circolazione dei capitali.

Accordi con l’Italia
Convenzione contro le doppie imposizioni firmata ad Abu Dhabi il 22 gennaio 1995 e ratificata con legge n. 309 del 28 agosto 1997. In vigore dal 5 novembre 1997.

Capitale: Abu Dhabi
Lingua ufficiale: arabo
Moneta: dirham degli Emirati Arabi Uniti (AED)
Forma istituzionale: oligarchia federale (ereditaria)

Fonti
Sito ufficiale degli Emirati Arabi Uniti
Associazione delle Camere di commercio italiane all’estero
Pwc (pagina dedicata agli Eau)

La presente Scheda ha scopi esclusivamente informativi, non impegna in alcun modo né la direzione del giornale né l’Agenzia delle Entrate

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