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Emilia Romagna

Fisco-contribuente: sistemi cinese e italiano a confronto

A Bologna un seminario formativo sulla dialettica fra cittadini e amministrazione fiscale

Oltre duecento partecipanti nell’Aula Magna della Facoltà di Economia di Bologna per mettere a confronto i sistemi cinese e italiano sulla dialettica Fisco-contribuente. Il seminario, organizzato dalla Facoltà di Economia dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, si è concentrato sulla comparazione fra gli strumenti di partecipazione dei contribuenti al procedimento tributario nei due diversi sistemi fiscali. Dopo i saluti di Francesco Tundo, docente di diritto tributario e coordinatore dell’incontro, Ciro De Sio, direttore regionale dell’Agenzia Entrate Emilia-Romagna, ha evidenziando i diversi passaggi che hanno scandito l’evoluzione normativa dell’istituto in Italia. Nel caso della Cina, il profilo evolutivo è stato tracciato da Liu Zuo, direttore generale Istituto di Ricerche Tributarie dell’Amministrazione Fiscale della Repubblica Popolare Cinese. Secondo Liu Zuo è necessario innanzitutto avere una legislazione fiscale che ponga al centro i diritti dei contribuenti.
A questo proposito è stata evidenziata l’importanza di un intervento dell’opinione pubblica in merito alla validità e all’efficacia della legge, contestualmente all’approvazione della stessa. Nella fase successiva all’emanazione è invece necessario che la legge fiscale sia portata a conoscenza innanzitutto del personale dell’amministrazione finanziaria. Un altro passaggio fondamentale per permettere una efficiente erogazione di servizi si basa sull’applicazione corretta della tassazione. In quest’ottica l’amministrazione cinese si è perciò impegnata nel miglioramento dei servizi telematici, consentendo ai cittadini in qualsiasi momento di avere in tempo reale una consulenza fiscale ed effettuare il pagamento delle imposte.
Il successivo intervento del colonnello Piero Iovino, comandante del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bologna, ha evidenziato come questa operi principalmente su due fronti: lotta alla criminalità organizzata e rapporti con i contribuenti. La partecipazione di questi ultimi è importante nel procedimento tributario per fornire elementi utili prima dell’emissione dell’atto di accertamento. Nell’ottica di quanto previsto dalla L. 241/90 i “fatti” dei contribuenti devono infatti avere una sempre maggiore rilevanza.
Anche per Mario Santoro, dirigente dell’Agenzia delle Entrate - Direzione Regionale Emilia-Romagna, la L. 241/90 è stata fondamentale per definire l’attuale assetto del rapporto Fisco-contribuente. Elementi essenziali di questa dialettica sono infatti le disposizioni di carattere garantistico che portano a sviluppare un contraddittorio funzionale al prelievo (per esempio, le verifiche devono contenere oggetto, anni di riferimento, motivazione che hanno portato al controllo). Queste disposizioni, oltre ad avere carattere organizzativo, pongono infatti il contribuente nella condizione di fornire elementi utili alla verifica. Si pensi alla norma che dà al contribuente 60 giorni di tempo, a partire dal Processo Verbale, per fornire documenti e notizie prima della notifica dell’atto di accertamento, nonché alla possibilità di “interpellare” l’Amministrazione Finanziaria per richiedere la corretta interpretazione della norma tributaria attraverso l’istituto dell’interpello ordinario.
L’intervento successivo di Ye Zhijun, vice direttore Ufficio Fiscalità Locale di Jiangxi, si è concentrato sul processo di cambiamento che ha investito in questi anni il rapporto Fisco-contribuente in Cina. Un cambiamento “armonico” che si è sviluppato in una serie di iniziative di educazione fiscale, tra cui quella di far lavorare per un giorno un cittadino in un ufficio dell’Amministrazione finanziaria cinese o, ancora, l’utilizzo di sms per inviare informazioni o avvisi sulle scadenze dei versamenti. Anche in Cina, come in Italia, vi è la possibilità di effettuare delle correzioni, entro 3 giorni dal ricevimento dell’“avviso di controllo”. Inoltre nella Repubblica Popolare se il contribuente non è d’accordo con l’accertamento che l’amministrazione fiscale ha fatto, può produrre una istanza di riesame. In sostanza, un ricorso all’autorità fiscale superiore che è tenuta a pronunciarsi entro 60 giorni.
A chiusura dei lavori è intervenuto Sandro Morana della Direzione regionale Agenzia delle Dogane Emilia-Romagna, che ha inquadrato l’attività e le finalità istituzionali dell’amministrazione cui appartiene. Non solo pagamento dei tributi, ma anche controllo extratributario, con particolare attenzione gli aspetti relativi alla sicurezza, alla qualità, all’integrità del prodotto importato. Un’evoluzione questa avvenuta sotto l’impulso della globalizzazione e della spinta comunitaria, che ha determinato lo sviluppo di istituti di partecipazione a livello internazionale per incentivare gli accreditamenti presso le istituzioni doganali in modo da ridurre i controlli successivi. In tal senso, esistono accordi anche con la Cina.
L’incontro si è concluso con la consegna degli attestati di partecipazione alla II edizione del Corso di Alta Formazione “La dialettica Fisco-contribuente”.
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