Salute, in Emilia Romagna un defibrillatore in ogni ufficio
Al via il progetto Entrate nel cuore. Nella regione una rete di 215 soccorritori volontari abilitati
Le fasi del progetto – Il primo passo è stato l’individuazione dei soccorritori, che hanno dato la propria disponibilità e hanno ricevuto una formazione specifica per l’uso del defibrillatore, con il corso di primo soccorso BLS-D (Basic Life Support - Defibrillation). Successivamente i defibrillatori sono stati installati in tutti gli immobili dell’Agenzia presenti in regione, disponibili per l’uso da parte degli operatori interni ma anche degli operatori del 118, in caso di necessità.
I dati sugli arresti cardiocircolatori. In Emilia-Romagna l’infarto è una delle prime cause di morte, con 2.055 persone decedute nel 2015, che arrivano a oltre 5mila se si considerano le malattie del sistema circolatorio in generale (Fonte: Banca dati REM, Regione Emilia-Romagna). A causa della relativa imprevedibilità dell’infarto, molte delle vittime muoiono prima di raggiungere un ospedale. Infatti, la possibilità di sopravvivenza si riduce con il passare del tempo e raggiunti circa dieci minuti dall’arresto, la probabilità di sopravvivenza è praticamente nulla. Non sempre i soccorsi sanitari riescono ad arrivare sul posto entro 10 minuti, considerando il tempo per rendersi conto dell’accaduto, allertare il 118 e il tempo impiegato dall’ambulanza per arrivare.
La dichiarazione del Direttore regionale – “Siamo consapevoli del ruolo che ciascuno di noi, istituzioni comprese, deve giocare nella fase di gestione e di prevenzione delle emergenze- dichiara il Direttore regionale, Antonino Di Geronimo. In Emilia-Romagna l’Agenzia conta circa 3mila dipendenti e nei nostri uffici transitano circa 800-900mila utenti su base annuale. Questo ci impone di ridurre il più possibile il margine di rischio a cui sono esposti dipendenti e utenti. Credo che questo sia un nostro dovere, oltre che istituzionale, anche morale, nei confronti della comunità in cui operiamo”.