Per le Entrate troppe note stonate nelle dichiarazioni dei redditi
Imprenditore genovese nasconde al Fisco 800mila euro organizzando concerti attraverso finte no-profit
Il Fisco ha un buon orecchio – L’imprenditore genovese aveva creato tre enti no-profit che dichiaravano tutti redditi prossimi ai 250mila euro, proprio la cifra oltre la quale si perdono i benefici fiscali previsti per tali attività. Una “nota stonata” per i funzionari delle Entrate che, con l’avvio delle indagini, hanno subito potuto verificare come nelle sedi dichiarate, coincidenti con la dimora dell’unico rappresentante, non c’era nessuna traccia delle associazioni culturali. È quindi apparso evidente che erano state realizzate con l’unico obiettivo di coprire l’attività dello stesso responsabile, permettendogli di usufruire delle agevolazioni fiscali per gli enti non commerciali (redditività forfettaria dei ricavi del 3 per cento e Iva ridotta del 50 per cento sulle fatture emesse). I redditi sarebbero perciò dovuti essere imputati al rappresentante stesso, che percepiva i proventi dell’attività.
Le note sul pentagramma – È emerso, inoltre, che quando un’associazione stava per raggiungere il limite di ricavi di 250mila euro, il rappresentante prontamente ne apriva subito un’altra e poi un’altra ancora. La scrittura di tale “pentagramma” ha permesso di occultare al Fisco, solo per l’anno 2010, più di 800mila euro di ricavi, oltre a 150mila euro di relativa Iva, ai quali si aggiungono oltre 300mila euro per interessi e sanzioni.