“Abuso del diritto ed elusione” è il titolo del convegno che si è tenuto, presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bari. L’incontro di studio ha inaugurato la quarta edizione del Master in Fiscalità dell’impresa istituito dalle direzioni regionali della Puglia e della Basilicata dell’Agenzia delle Entrate in collaborazione con l’ateneo barese. In apertura dei lavori, il rettore Petrocelli ha ringraziato i partner dell’offerta formativa. "Grazie a questo tipo di iniziative – ha detto il rettore - si promuove l’investimento nella formazione e nella ricerca".
Dopo i saluti dei rappresentanti degli ordini degli avvocati e dei commercialisti ed esperti contabili di Bari, la parola è passata al direttore regionale della Puglia, Silvia Guarino. "Per capire le logiche e le tecniche con cui opera l’Amministrazione, occorre conoscere dall’interno il funzionamento degli uffici. - ha detto il direttore Guarino - In questo modo si contribuisce anche alla crescita della cultura della comprensione, nel rispetto degli interessi di tutte le parti coinvolte nel procedimento, ma anche nella consapevolezza che la pari dignità non cancella la confliggenza tra attori della pretesa fiscale" .
L’intervento ha fornito lo spunto alla professoressa Caterina Coco, presidente del Master, per ringraziare l’Agenzia delle Entrate per l’esperienza di eccellenza offerta agli studenti delle precedenti edizioni. Anche il direttore della Basilicata, Oreste Saccone, ha richiamato la necessità di attivare sinergie istituzionali per agevolare il passaggio dei giovani dall’Università al mondo del lavoro. Su questa premessa, è stato introdotto il tema del convegno e il riferimento, in particolare, all’interpello antielusivo introdotto con l’articolo 37 bis del Dpr n. 600/73. "La consulenza fiscale è il fiore all’occhiello dei servizi erogati dall’Agenzia - ha detto Saccone - e consente di conciliare la certezza del diritto con i canoni ricavabili dall’esperienza".
Il professore emerito Viktor Uckmar ha spostato l’attenzione sulla giurisprudenza di Cassazione, chiedendosi se i comportamenti elusivi siano oppure no effettivamente reprimibili. Il caso del dividend stripping e dividend washing ha aperto uno scenario di percorsi multipli per affrontare la questione. L’intervento del legislatore, infine, ha sancito l’irrilevanza ai fini fiscali delle strategie adottate con finalità elusive.
Il punto di vista dell’Agenzia delle Entrate è stato illustrato in profondità da Rossella Orlandi, direttore centrale aggiunto Accertamento. "La civiltà giuridica, laddove la norma presenti lacune, è affidata ai principi dell’ordinamento. Possono esserci momenti di crisi del diritto, ma i principi devono orientare l’azione degli operatori, a tutela e garanzia di tutti i soggetti. In questo senso – ha sottolineato la dottoressa Orlandi – ben si comprende che la Suprema Corte abbia inteso orientare la propria interpretazione al dettato costituzionale". Proseguendo il direttore Orlandi ha aggiunto che non si tratta di ricavare norme in bianco, come dimostra la stessa formulazione della clausola generale antielusiva introdotta dalla Cassazione. Il ragionamento svolto dai giudici, infatti, ha la finalità di contrastare i fenomeni patologici e i requisiti della clausola appaiono caratterizzati in modo preciso. Ugualmente puntuale è la metodologia elaborata e diffusa dall’Agenzia. “Posso assicurare che i nostri funzionari sono estremamente competenti e svolgono un accurato, continuo lavoro di definizione delle prassi. Se è vero, infine, che l’Amministrazione deve fornire la prova dell’elusione, è altrettanto certo che la parte è tenuta a produrre la prova inversa. Non si può trascurare, del resto, il profilo di frode che assumono alcuni negozi realizzati con intento elusivo".
Sono inoltre intervenuti i professori di diritto commerciale Sabino Fortunato e Michele Castellano, insieme ad Antonio Uricchio, professore di diritto tributario. Fortunato ha svolto un’ampia disamina dei principi di derivazione e di riqualificazione. Su tutto, secondo il professore, prevale l’osservazione che l’abuso di diritto non può essere definito in modo univoco, perché non c’è una norma nel nostro ordinamento che lo configuri. Uricchio ha richiamato i lavori preparatori della Costituzione sull’articolo 53 e Castellano ha precisato che la giurisprudenza non può determinare il passaggio dell’onere probatorio dai meccanismi previsti dalla legge in sede civilistica ad una forma di controllo diffuso, in sede fiscale, delle forme dei negozi giuridici. Su questo sottile confine, è necessario che giurisprudenza e dottrina si parlino. La Pubblica Amministrazione ha il compito di attuare le norme entro i confini stabiliti dal legislatore.
L’incontro è sato coordinato dal professore emerito Nicola D’Amati le cui riflessioni, a commento degli interventi, hanno contribuito a vivacizzare un garbato confronto dialettico tra dottrina e Amministrazione, caratterizzato da sollecitazioni intellettuali di forte coinvolgimento.
Al via a Bari il master in “Fiscalità dell’impresa”
E' istituito dalle Direzioni regionali delle Entrate di Puglia e Basilicata insieme all'Università
