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Veneto

Entrate e Gdf a Venezia,
seminario su criptovalute

Normativa, tassazione e tecniche di indagine al centro dell'incontro formativo organizzato il 29 marzo scorso

cripto-valute

Le cripto-attività sono state al centro di un incontro formativo organizzato in collaborazione tra la Direzione regionale del Veneto dell’Agenzia delle entrate e il Centro di addestramento della Guardia di Finanza di Venezia.

L’incontro si è svolto il 29 marzo scorso presso l’Aula Magna della Direzione Regionale delle Entrate. Ad aprire i lavori la Direttrice delle entrate del Veneto, Maria Letizia Schillaci Ventura, e il Generale di Divisione Riccardo Rapanotti, Comandante Regionale della Guardia di Finanza, che hanno sottolineato l’importanza della collaborazione nell’ambito della formazione, in particolare su un tema di frontiera come quello delle cripto-attività, in considerazione della rilevanza acquisita nell’ambito delle transazioni economiche e in quello degli investimenti finanziari: il focus è stato quindi posto sia sugli aspetti tecnologici e sulle ricadute economiche del fenomeno delle cripto-attività sia sugli aspetti fiscali necessariamente implicati in questa nuova modalità di trasferimento di valore.

Gli interventi formativi sono stati affidati a Filippo Lazzarin, funzionario dell’Ufficio Consulenza della Direzione Veneto delle entrate, e al Tenente Colonnello Marco Stella, Comandante del Gruppo Tutela Spesa pubblica del Nucleo Polizia Economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Venezia.

Nell’introduzione al proprio intervento Filippo Lazzarin ha sottolineato come sia particolarmente complesso inquadrare dal punto di vista fiscale le cripto-attività anche a causa della mancanza di una definizione standard concordata a livello internazionale per descrivere e inquadrare il fenomeno. A livello europeo è stata presentata dalla Commissione una proposta di regolamento per gli Stati dell’Unione al fine di preservare la stabilità finanziaria, garantire una maggiore protezione degli investitori e al contempo mettere le basi per la creazione di un mercato interno in questo settore. Il regolamento, attualmente ancora in fase di discussione, istituisce un registro pubblico per gli intermediari e introduce misure di garanzia e di rispetto delle normative europee in materia di investimenti. Tra i paesi membri l’Italia può essere considerata all’avanguardia per ciò che concerne l’inquadramento normativo delle cripto-attività. Con la legge di bilancio 2023 è stata introdotta una disciplina tributaria del fenomeno, recepita anche all’interno del TUIR. Ad esempio viene stabilito che dal punto di vista fiscale assume rilevanza l’utilizzo di una cripto-attività per l’acquisto di un bene o servizio, la conversione in valuta o l’acquisto di un’altra tipologia di cripto-attività (come ad esempio gli NFT) mentre è irrilevante fiscalmente la permuta effettuata tra cripto-attività con medesime caratteristiche e funzioni.  Viene anche stabilita una soglia di esclusione dalla tassazione di 2mila euro per le plusvalenze determinate, come indicato dall’art. 68 comma 9 bis del TUIR, come “differenza tra il corrispettivo percepito, ovvero il valore normale delle cripto-attività permutate e il costo o il valore di acquisto”. Vengono inoltre introdotti degli obblighi di monitoraggio fiscale per i contribuenti indipendentemente dalle modalità di custodia e della localizzazione degli strumenti di archiviazione.

Nell’intervento successivo il Tenente Colonnello Marco Stella si è soffermato su aspetti normativi, tecnologici e aziendali, anche con l’analisi di alcuni case studies, per poi affrontare il tema delle tecniche di indagine in materia di cripto-attività. Ha introdotto l’argomento a partire dall’inquadramento del fenomeno all’interno della legislazione europea sull’antiriciclaggio, per poi passare alla descrizione dell’attività di mining, del suo modello di business e della sua dimensione economica nel contesto italiano e internazionale. Le cripto-attività hanno infatti generato un vero e proprio settore economico costituito dai miners, cioè dai soggetti che rendono possibili le transazioni gestendo la blockchain, la tecnologia alla base delle monete virtuali.

La Guardia di Finanza svolge una specifica attività per arginare il rischio di infiltrazione criminale nel settore del mining e per contrastare altre possibili fenomenologie criminali associate al mondo delle monete virtuali. Il relatore ha poi citato esempi di costituzioni di società con capitale sociale in valuta virtuale, start up specializzate nella creazione di crypto-asset e casi di pagamento di dividendi in cripto-attività. È poi passato ad approfondire il tema degli NFT (Non Fungible Token) e tutti i possibili ambiti di applicazione, come la cripto arte o la creazione di oggetti virtuali da collezione. Gli NFT, oggetti digitali non fungibili, sono unici, indivisibili, non intercambiabili come le monete virtuali e vengono usati come riserva di valore. Tuttavia associate a questo strumento possono sorgere delle criticità legate all’assenza di una regolamentazione sul piano giuridico. Ha infine illustrato il fenomeno dei black market, associato all’utilizzo del cosiddetto dark web o deep web, e lo strumento della blockchain intelligence, cioè le tecniche di analisi che permettono di ricostruire le transazioni avvenute in cripto-attività tra i diversi indirizzi o wallet, reperendo le informazioni necessarie a identificarne i proprietari.

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