Le imposte indirette colmano il vuoto delle dirette e tutto resta sostanzialmente stabile.
Nel dettaglio, i primi dieci mesi dell’anno registrano un gettito Irpef-Ires in calo del 2,9% che, tradotto in euro, significa -5.124 milioni, mentre sull’altro fronte, quello delle indirette, un incremento del 2,9% (+4.264 milioni di euro). Oltre al dato Iva che si conferma positivo, spicca quello derivante dall’attività di accertamento (+15,8%). In numeri, l’introito complessivo, proveniente dalle dirette, si attesta a 168.873 milioni, quello registrato dalle indirette a 150.936 milioni di euro.
I dati d’insieme e spacchettati sono nel bollettino delle entrate tributarie del periodo gennaio-ottobre 2014, pubblicato sul sito Df con le appendici statistiche e la nota tecnica.
Irpef e Ires: una diminuzione motivata
Le minori entrate Irpef (–1.043 milioni di euro rispetto a gennaio-ottobre 2013) risentono principalmente del decremento delle ritenute sui redditi di lavoro dipendente del settore privato (–342 milioni), di quello pubblico (–608 milioni) e dei lavoratori autonomi (–221 milioni). La contrazione registrata sulle ritenute relative ai dipendenti pubblici è stata, fra l’altro, trainata dall’applicazione della norma riguardante l’erogazione del bonus fiscale di 80 euro mensili per i lavoratori dipendenti e assimilati (articolo 1 del Dl 66/2014).
La flessione del gettito Ires trova la sua ragione, invece, nella riduzione dell’autoliquidazione (-16,2%): un risultato che risente, non soltanto, dei minori versamenti a saldo conseguenti ai maggiori acconti versati nel 2013 (fissati, per questi contribuenti, al 130%), ma anche degli effetti di alcuni provvedimenti normativi, tra i quali, la disciplina dell’aiuto alla crescita economica (Ace) che, per favorire il finanziamento delle piccole e medie imprese, consente di dedurre dal reddito imponibile la componente derivante dal rendimento nozionale di nuovo capitale proprio (articolo 1 del Dl 201/2011).
Tra i vari segni negativi delle imposte dirette, ce n’è uno positivo. Parliamo delle ritenute sugli utili distribuiti dalle persone giuridiche (+83,2%). A differenza delle altre, queste crescono, sempre grazie a un intervento normativo (articoli 3 e 4 del Dl 66/2014): dall’1 luglio, la tassazione dei redditi di natura finanziaria è passata dal 20 al 26 per cento.
L’Iva tiene banco
Tra le imposte indirette, che nel complesso tra gennaio e ottobre 2014 guadagnano 150.936 milioni di euro, con un incremento del 2,9% rispetto ai primi dieci mesi dello scorso anno, la parte del leone va all’Iva. L’imposta registra una crescita del 2,4% (+1.975 milioni). Il dato è da attribuire all’apporto degli scambi interni, mentre è ancora in impasse la componente sulle importazioni da Paesi extra-Ue.
Male l’imposta di bollo (–162 milioni), bene l’accisa sui prodotti energetici, con un incremento pari al 6% (+1.139 milioni), e le entrate da giochi, con un +0,8 per cento .
In chiusura, molto soddisfacente il dato derivante dall’attività di accertamento, che porta nelle casse dello Stato 921 milioni in più rispetto ai primi dieci mesi del 2013: una crescita del 15,8 per cento.
La bilancia delle entrate tributarie
taglia ottobre in perfetto equilibrio
Confermato l’andamento positivo dell’Iva, che vanta incassi in crescita costante, soprattutto in relazione agli scambi interni: rispetto allo stesso periodo 2013, quasi 2 miliardi in più
