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Dati e statistiche

Liti tributarie: prosegue il calo
anche nel secondo trimestre 2019

Meno contenzioso, ma aumenta la preferenza per il canale telematico: il 29% degli atti introduttivi, il 60% delle controdeduzioni e il 71% degli altri atti processuali è stato inviato online

Contenzioso tributario

Ancora in diminuzione il numero delle controversie tributarie. Nel secondo trimestre 2019 i nuovi ricorsi sono 60.409, pari a -3,7% rispetto all’analogo periodo 2018. La diminuzione è ancora più marcata su base annua. Infatti al 30 giugno le liti tributarie pendenti sono pari a 368.625, inferiori del 9,21% rispetto allo stesso giorno dello scorso anno. Lo rende noto il ministero dell’Economia e delle Finanze, con un comunicato stampa.

Il trend, nel merito
Per quanto riguarda le controversie concluse, nei tre mesi in osservazione se ne registrano 58.347, con un calo tendenziale dell'11,20% rispetto al medesimo periodo del 2018. Se andiamo a spacchettare ulteriormente le informazioni, cioè analizzare separatamente l’andamento delle liti in Ctp e in Ctr tra aprile e giugno scorsi, riscontriamo, in primo grado, da un lato una lieve diminuzione dei ricorsi presentati, pari a 46.874 (-1,01%), dall’altro un picco di quelli definiti, pari a 42.944 (-12,06%). In secondo grado, il trend non cambia. Gli appelli presentati, sempre rispetto allo stesso trimestre del 2018, perdono terreno: se ne contano 13.535, con un calo dell'11,98%, mentre calano del 8,7% quelli risolti.

Chi vince e chi perde
Nell’arco temporale di riferimento, a spuntarla al primo match, ottenendo una decisione totalmente favorevole, nel 47% dei casi è l’ente impositore (per un valore complessivo di poco superiore a 1 miliardo e mezzo di euro), mentre il contribuente trionfa nel 29% dei dibattiti (valore economico pari a circa 620 milioni di euro). Quasi lo stesso rapporto nelle Commissioni tributarie regionali: nel 46% dei casi vince l’Amministrazione e invece nel 37% il cittadino. Le controversie concluse con giudizi intermedi si attestano all’8%.
Infine, conclude il comunicato, nel secondo trimestre 2019, il mezzo preferito per depositare gli atti processuali relativi alle controversie, in entrambi i gradi di giudizio, è stato quello online. Nonostante non fosse obbligatorio, il canale telematico è stato scelto nel 29% dei casi per gli atti introduttivi, nel 60% per le controdeduzioni e nel 71% per gli altri atti processuali.
 

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