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Dati e statistiche

Osservatorio delle partite Iva,
online il periodo aprile-giugno 2022

Segno più per il settore dei trasporti (+16,9%), per le attività artistiche e sportive (+8,5%) e per i servizi residuali (+1,9%)

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Sono 125.392 le nuove partite Iva aperte nel secondo trimestre 2022. Il risultato evidenzia una flessione del 15,1% rispetto allo stesso periodo del 2021, da considerare tuttavia normale, vista l’impennata registrata nello scorso anno (+54% circa rispetto allo stesso periodo del 2020) dovuta al rallentamento delle restrizioni anti-Covid. È quanto emerge dalla consueta sintesi dell’Osservatorio delle partite Iva, disponibile sul sito del dipartimento delle Finanze.
Il report analizza i dati per natura giuridica, ripartizione territoriale, settore produttivo, età e genere delle persone fisiche.

Il dettaglio della suddivisione per natura giuridica mostra che il 69,6% delle nuove posizioni Iva sono state attivate dalle persone fisiche, il 22,5% da società di capitali e il 3,1% da società di persone. Ai non residenti, costituiti in massima parte da società di commercio online, e alle altre forme giuridiche, va il 5% del totale.
Il segno meno rispetto allo stesso periodo del 2021 è generalizzato. A perdere soprattutto i non residenti che indietreggiano del 61% dopo il picco registrato nello scorso anno, la flessione delle persone fisiche si assesta al -10 per cento.

La ripartizione territoriale assegna il podio al Nord, con il 45% delle nuove partite Iva, seguono Sud e Isole con il 31/%, chiude il Centro che registra il 22,8% del dato complessivo.
Perdono punti soprattutto Veneto (-37,7%), Friuli Venezia Giulia (-29,4%) e Molise (-27,7%).
Contro corrente il Lazio che avanza, rispetto al secondo trimestre 2021, dell’1,6 per cento.

Nessuna sorpresa per quanto riguarda il settore produttivo. In prima linea, come di consueto, il commercio che ha attivato il 18,5% del totale delle partite Iva aperte nel periodo aprile-giugno 2022, seguono, da vicino, le attività professionali con il 18,2% e l’edilizia con 11 per cento.
Spetta tuttavia al commercio anche il primato per la maggior flessione, avendo evidenziato una diminuzione del 36,8%, giù anche l’agricoltura che perde il 35,1% e la sanità che scende del 14,4 per cento. In salita, invece, i debutti nel settore dei trasporti (+16,9%), nelle attività artistiche e sportive (+8,5%) e nei servizi residuali (+1,9%).

Il focus dedicato alle persone fisiche assegna il 61% delle partite Iva rilasciate agli uomini. Per quanto riguarda l’età, il 47,8% delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni e il 31,4% da contribuenti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni.
Anche in questo caso, il decremento è generalizzazione e va dal -16,1% della classe più anziana al -9,3% della più giovane. Per ciò che concerne il Paese di nascita, poco più del 20% delle nuove parte Iva è richiesto da persone nate all’estero.

Infine, 58.031 soggetti hanno aderito al regime forfetario, pari al 46,3% del totale delle posizioni attivate nel trimestre osservato, con una flessione del 5,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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